domenica 23 settembre 2018

Sallusti offende 11 milioni di italiani dichiarandoli "mafiosi". Lui, servo di chi ha pagato Cosa Nostra!




Il M5S deplora quanto scritto dal direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti nel suo editoriale di oggi in cui paragona il movimento guidato da Luigi Di Maio alla mafia e la loro battaglia per far rispettare il contratto di governo alla stregua della “trattativa”.



“Proprio lui – scrivono i 5Stelle in un post sul proprio blog ufficiale – che aveva definito il condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, nonché rinviato a giudizio nel processo sulla trattativa Stato Mafia, Dell’Utri ‘un galantuomo'”.

“Sallusti – prosegue il post – offende la memoria di Falcone e Borsellino e contemporaneamente 11 milioni di italiani a cui da dei mafiosi. Paragonare una forza politica votata dal 32% dei cittadini alla mafia non è giornalismo, non è nemmeno solo bieca propaganda. È uno schifo indegno. Vuol dire non sapere nulla di cosa sia la mafia e i morti e il dolore che ha provocato e continua a provocare. E vuol dire non avere la benché minima cultura politica”.

I 5 Stelle hanno criticato anche “i principali giornali della propaganda del partito del nazareno, La Repubblica per il Pd e Il Giornale per Forza Italia” che “oggi difendono a spada tratta quei burocrati servitori dei partiti piazzati in alcuni dei gangli fondamentali dello Stato e che ogni giorno ostacolano il Governo del Cambiamento e la realizzazione del Contratto di Governo. Un governo che è sostenuto da circa due terzi degli italiani, un sostegno popolare che non ha eguali in nessun altro Paese d’Europa”.

“In spregio della democrazia – continuano – questi ‘giornalisti’ sostengono che non è il popolo a dover decidere dove mettere i soldi (meno tasse, no tagli alla sanità, no aumento iva, pensione di cittadina, superamento della Fornero, reddito di cittadinanza, ecc.) tramite il governo democraticamente legittimato, ma i partiti che stanno all’opposizione tramite burocrati che sono stati piazzati lì per appartenenza e non per merito”.

“La stampa controllata dai partiti – concludono i pentastellati – è un serio problema perché inquina in maniera deleteria tutto il dibattito pubblico conducendo ad abomini di questo tipo. La nostra legge sull’editoria, che elimina i finanziamenti pubblici diretti e indiretti e che incentiva editori puri che abbiano il solo scopo di informare i cittadini, è l’unico modo per garantire ai cittadini un servizio di informazione degno di questo nome.”

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