venerdì 30 giugno 2017

DA DOMANI CI STROZZERANNO ANCORA DI PIU'! ECCO LA LEGGE INFAME CHE CI UCCIDE


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Chiara Merico per la Verità) – Equitalia sparisce di nome, ma di fatto il nuovo agente della riscossione che vedrà la luce domani, l’Agenzia delle entrate-riscossione, godrà di poteri molto maggiori rispetto alla vecchia e odiata agenzia, abolita tra squilli di tromba alla fine del 2016.

 Il nuovo ente avrà la possibilità di accedere a diverse banche dati, tra cui quella dell’Anagrafe tributaria, e potrà inoltre procedere al pignoramento dei conti correnti in modo diretto e senza richiedere l’ autorizzazione del giudice.

ATTO ESECUTIVO

Il D day è il 1° luglio, giorno in cui entrano in vigore le norme previste dal decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2017, che prevedono appunto l’ abolizione di Equitalia e la sua sostituzione con la nuova Agenzia delle entrate-riscossione, sotto la vigilanza dell’ Agenzia delle entrate e del ministero dell’Economia e delle finanze. Ed è proprio la possibilità di accedere ai dati dell’ Anagrafe tributaria che consente al nuovo ente di poter pignorare i conti correnti dei debitori con maggiore facilità, e senza bisogno di attivare la procedura di autorizzazione da parte del magistrato.

L’Agenzia delle entrate-riscossione, secondo gli esperti di Guidafisco, potrà inoltre accedere anche alla banca dati dell’ Inps e ottenere informazioni preziose come i dati relativi al rapporto di lavoro del debitore, utili sempre in caso di pignoramento di indennità, stipendi e pensioni.

Di fatto, già in precedenza per le cartelle esattoriali era possibile richiedere il pignoramento presso terzi senza autorizzazione del tribunale: l’agente della riscossione, infatti, nel momento in cui notifica la cartella esattoriale non deve citare in giudizio il debitore e attendere la sentenza, poiché la cartella di pagamento è in sé già un atto esecutivo. Di conseguenza, già ora l’agente di riscossione può procedere al pignoramento del conto corrente, se dopo 60 giorni dalla notifica la cartella esattoriale non viene pagata.

A partire dal 1° luglio, però, in caso di pignoramento del conto corrente le somme potranno essere subito bloccate e usate per pagare il debito, visto che è la stessa Agenzia delle entrate che verifica le informazioni e attiva il procedimento. In precedenza, invece, Equitalia doveva prima richiedere le informazioni all’ Agenzia delle entrate, attendere il riscontro e solo dopo attivare la procedura.

Da domani in poi i contribuenti potranno così essere immediatamente privati delle somme richieste, che verranno poi girate al Fisco per saldare i debiti. Come difendersi? Secondo i consulenti, il contribuente che riceva la notifica del pignoramento del conto corrente ha tempo 60 giorni per presentare una richiesta di rateizzazione. Ma solo quando la richiesta verrà accettata e la prima rata pagata, il debitore potrà richiedere lo sblocco del conto corrente.

La nuova agenzia di riscossione vede però la luce in un clima di incertezza, dopo che la Corte dei conti non ha registrato la nomina del direttore generale Ernesto Maria Ruffini, evidenziando una probabile incompatibilità in base alla legge Severino. Sul tema il ministero dell’ Economia è tenuto a dare chiarimenti in 30 giorni, a partire dal 22 giugno: nell’ attesa, la «reggenza» dovrebbe essere affidata ad Aldo Polito, il numero uno dell’ Accertamento, che dovrebbe avere il potere di firma sugli atti.

Quello del vertice non è però l’ unico nodo da affrontare per la nuova agenzia. Entro fine luglio il Consiglio di Stato si pronuncerà su un altro tema scottante, quello dell’ inserimento nel nuovo ente di personale proveniente dalla vecchia Equitalia senza un concorso ad hoc. «A distanza di otto mesi dal varo del Dl fisco, poi convertito in legge a dicembre dello scorso anno, i dipendenti Equitalia si trovano ancora nell’ incertezza», ha denunciato alcuni giorni fa la deputata di Forza Italia Renata Polverini.

«Si rischierebbe di fare un passo indietro rispetto alla formulazione riportata nella legge approvata, ossia dalla “ricognizione delle competenze possedute” si passerebbe nuovamente al “superamento di apposita procedura di selezione e verifica delle competenze”», ha spiegato la deputata azzurra, precisando di non voler «entrare nel merito della decisione che eventualmente potrà prendere l’organo ausiliario a fine luglio, ma solo far presente come sia ormai diventato strutturale mettere in discussione il percorso professionale dei lavoratori italiani». Intanto, per oggi gli ex dirigenti incaricati hanno proclamato uno sciopero.

110 MILIARDI

Tutto questo rischia di rallentare il ruolino di marcia della nuova agenzia, chiamata a confrontarsi con il difficile compito di eguagliare – o superare – il record di oltre 19 miliardi recuperati dall’evasione fiscale registrato nel 2016, quando l’ Agenzia delle entrate era guidata da Rossella Orlandi.

Una goccia nel mare dell’ evasione, che ogni anno ammonta alla cifra monstre di 110 miliardi di euro; ma comunque un obiettivo più che ambizioso, se si pensa ad esempio che lo scorso anno 4,1 miliardi sono arrivati dalla voluntary disclosure, cioè il rientro volontario dei capitali detenuti all’ estero. Procedura che nella versione «bis» di quest’ anno sembra non poter ambire agli stessi risultati.

"Vi spiego come chiudere tutti i porti ai clandestini" Il siluro dell'ammiraglio italiano, la lezione ai politici

Immigrazione, l'ammiraglio Caffio sulla chiusura dei porti: "Già previsto dal diritto marittimo"

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L'emergenza sbarchi sulle coste dell'Italia ha raggiunto in soli due giorni un nuovo preoccupante picco, più di 12mila persone sono arrivate nei porti italiani, spingendo al collasso il sistema di accoglienza nazionale già stressato da mesi di arrivi di massa fuori controllo. Chiudere quei porti sembra ormai l'unica soluzione da poter prendere per contenere il fenomeno, un'idea ventilata dal Viminale subito osteggiata da più parti nel governo Gentiloni.

La chiusura dei porti impedirebbe l'ingresso a navi che non battono bandiera italiana e che a bordo trasportano clandestini raccolti in mare. Una procedura ritenuta impossibile da applicare secondo molti, assolutamente prevista però dal diritto marittimo secondo l'ammiraglio in congedo Fabio Caffio, esperto di diritto internazionale marittimo, che al Mattino ha spiegato: "La Convenzione del diritto del mare del 1982 ammette sì l'ingresso di navi straniere nelle acque territoriali di un altro Paese, ma a condizione che non rechino pregiudizio alla sicurezza dello Stato costiero; tra i casi che configurano una simile situazione vi è la violazione di norme interne sull'immigrazione".

Chiudere i porti quindi sarebbe possibile, le norme secondo l'ammiraglio Caffio esistono già, anche nel diritto italiano, e se ne dovrebbe occupare la Guardia costiera. L'applicazione però non sarà per niente facile: "Esprimo sinceramente dei dubbi, potendosi ipotizzare sia situazioni di estrema necessità che, per il bene delle persone trasportate, impongano di sbarcarle". In prospettiva, la chiusura dei porti italiani porterà a un inevitabile braccio di ferro "con le Ong che si mostreranno non collaborative", in teoria dovrebbero seguire le indicazioni dei Paesi dei quali portano la bandiera, ma il tutto potrebbe non bastare. La soluzione non potrà che passare da un dietrofront dell'Europa, a cominciare da "la collaborazione nel salvataggio tra tutti i Paesi mediterranei, previa fissazione dei criteri di sbarco delle persone salvate. A ciò dovrebbe corrispondere un arretramento da parte dell'Italia nell'esecuzione delle proprie attività di ricerca e soccorso limitandole alla zona di competenza nazionale, pur cooperando con gli altri Paesi secondo i criteri della Convenzione d'Amburgo".


FONTE:
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/12426701/ammiraglio-caffio-invasione-immigrati-chiusura-porti-diritto-marittimo.html

ULTIM'ORA - LUIGI DI MAIO CI SVELA UNA NOTIZIA TREMENDA. ECCO COSA STA SUCCEDENDO

Luigi Di Maio: "12MILA MIGRANTI IN 48 ORE, LA MISURA E' COLMA"

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Riportiamo la notizia lanciata da Di Maio censurata da tutti i media:

"Nelle ultime 48 ore circa 12 mila migranti sono approdati sulle nostre coste. Da quando è partita l’operazione Triton - il 1 novembre 2014 - sono sbarcati nel nostro Paese ben 413.000 migranti. In un rapporto presentato proprio oggi dall'Ocse si evince che solo il 29% dei migranti sbarcati in Italia è passato dagli hotspot dell’Unione europea. A una domanda di un giornalista sulla situazione di emergenza nel nostro Paese, il commissario Ue agli Affari Interni, Dimítris Avramópoulos, ha detto che "l’Italia merita il nostro sostegno e la nostra comprensione. Quando afferma che la situazione non è più sostenibile l’Italia ha ragione". Ecco, abbiamo ragione. La ragione dei fessi, come si dice dalle mie parti. Caro commissario noi non vogliamo avere ragione, noi vogliamo avere il supporto dell'Ue. E' un nostro diritto e un vostro dovere sostenerci di fronte a questa emergenza che si protrae ormai da troppi anni. Questo è il primo messaggio che voglio inviare.
Poi ce n'è un secondo, che voglio rivolgere a questi pseudo-buonisti che per settimane hanno gridato allo scandalo quando il sottoscritto, riportando le parole di diversi procuratori della Repubblica (descritti dai media mainstream come dei mostri solo per aver avuto il coraggio di parlare, di dire che alcuni salvataggi erano poco chiari) ha invitato il governo a fare luce sull'operato di alcune Ong. Oggi a quanto pare gli stessi che allora si ergevano a paladini della retorica, mi riferisco al Pd e ad altri improvvisati opinionisti vicini al Pd, sembrano convergere sull'ipotesi di chiudere immediatamente i porti alle navi di soccorso delle Ong che non battono bandiera italiana. Cioè, un mese dopo aver criticato e condannato le nostre proposte provano a farle proprie, almeno a parole. Ridicoli. Falsi. Chiedeteci scusa.
Il terzo messaggio è per la cancelliera tedesca Angela Merkel e per il presidente francese Emmanuel Macron. Vi sentiamo parlare sempre di Europa, di Europa unita, di cooperazione e solidarietà, ma da qualche settimana a questa parte l'unica cosa che Bruxelles è riuscita a fare per l'Italia è promettere 58 milioni di euro in più per gestire l'accoglienza. Ebbene, se pensate di risolvere tutto con qualche mancetta trasformandoci nel porto d'Europa avete capito male. Malissimo. Anche perché Berlino, versando in varie tranche e con i soldi dell'Ue (non certo con i suoi) 10 miliardi euro alla Turchia ha ottenuto la chiusura della rotta balcanica. Mentre la Francia, dal canto suo, continua a portare avanti ogni giorno centinaia e centinaia di respingimenti a Ventimiglia. Facile fare i solidali e gli accoglienti con le sofferenze degli altri, in questo caso dell'Italia e di chi, per fuggire da guerre e carestie, è costretto ad imbarcarsi su questi viaggi della morte nel Mediterraneo.
La misura è colma. O l'Ue risponde e lo fa concretamente, oppure risponderemo noi una volta al governo. Chiudere la rotta mediterranea stringendo accordi bilaterali con i Paesi di transito oggi è una priorità assoluta. Cosi' come lo sono i ricollocamenti. Senza se e senza ma."


“INSULTI, CALCI NEL SEDERE E SPUTI NEL CAFFE”: FAZIO AL BAR? FINISCE IN DISGRAZIA


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Continua la querelle tra Fabio Fazio e l’ex ministro Maurizio Gasparri sul tema del compenso del conduttore in Rai. E i toni sono sempre più infuocati. “Ci metteremo un po’ di tempo. Ma, come

 abbiamo cacciato Campo Dall’ Orto, come tante battaglie che ho vinto nella vita, vinceremo anche quella contro Fabio Fazio. Ci vorranno tempo e tenecia: ma finirà a calci nel sedere…”. I tre milioni circa a stagione che la Rai darà a Fazio non vanno giù all’onorevole.

“Ho parlato con gli esponenti delle principali televisioni i quali mi hanno confermato, personalmente, che un’ offerta di quel livello nei suoi confronti non l’ hanno mai nemmeno immaginata. A meno che Telespurgola o Radio Rocca Cannuccia abbiano offerto a Fazio venti milioni di euro… Fazio parla del nulla: ha estorto una condizione vessatoria alla Rai che poi risulterà anche un danno”. Parole pesanti che si leggono su Il Tempo. “Lui non farà a RaiUno gli ascolti che faceva la fiction in prima serata la domenica. La Rai ci rimetterà numeri, ascolti e valore della pubblicità. È un danno enorme: ma di questo ne parleremo tanto perché mica finisce qui. Non gli daremo tregua a Fazio & company”.

“Oggi Fazio”, prosegue Gasparri, “non si rende conto di essere l’ italiano più disprezzato in giro perché, con questa bramosia di guadagno con i soldi pubblici, si mette pure a fare la vittima. Prende venti milioni e dice pure che nel Paese c’ è qualcosa che non va. Che non va c’ è lui!”.

Fazio ha replicato dicendo che Gasparri ha torto. Che deve dimostrare (forse in tribunale?) quello che sostiene a parole. Gasparri non si tira indietro: “Andiamo in un bar. In un quartiere popolare a sua scelta. Purché non organizzi truppe cammellate, coi soldi che ha. Oppure affidiamoci a un terzo neutrale per la scelta del bar. E lì vediamo che cosa pensa l’ opinione pubblica: io penso che la gente gli sputerebbe anche nel caffè“.

BUFERA SU GENTILONI! SONO ARRIVATI I CARABINIERI. ECCO COSA STA SUCCEDENDO


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Bufera su Gentiloni, scovato l'ennesimo spreco, ci racconta tutto Luigi Di Maio:

"GENTILONI INAUGURA E I CARABINIERI SEQUESTRANO.
Circa un mese fa il Presidente del Consiglio dei Ministri ha inaugurato la stazione dell'alta velocità di Afragola.
Gli avevamo detto di non farlo. Era ancora un cantiere aperto e tra le altre cose è oggetto di una faida di camorra.
Ma non ci ha ascoltati. Ha voluto tagliare per forza il nastro. Poi dopo qualche giorno si è scoperto che:
- Bar e parcheggio non potevano essere aperti, poiché il Comune di Afragola ha rigettato la richiesta di Scia. Per il bar, che è stato chiuso, è stata emessa una multa pari a 5 mila euro.
Il parcheggio incassava in assenza di autorizzazione ed è stato inibito.
- L'impianto di climatizzazione e riciclo d'aria era sprovvisto del motore.
- Le uscite di sicurezza davano sull'area del cantiere ancora aperto.
- La stazione non era dotata di kit pronto soccorso nè defibrillatori.
- Il servizio taxi non poteva essere effettuato in mancanza di un bando di concorso per il rilascio delle concessioni.
- Il sottopasso è stato chiuso per mancanza di collaudo di pompe di sollevamento delle acque piovane.
Non vengano a dirci che sono stupiti. Lo sapevano e gli era stato detto. Hanno preso in giro i cittadini con l'ennesimo spot.
Ora si sbrighino a terminare i lavori (davvero) e ci risparmino l'ennesima farsa del taglio del nastro."


QUESTA NOTIZIA DEVE FARE IL BOTTO: ECCO COSA HANNO SCOPERTO SUL FRATELLO DI ALFANO!


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Della carriera lampo del fratello di Alfano alle Poste ne avevamo parlato in un altro articolo: 200mila euro all’anno senza mai firmare un documento.

Niente male, soprattutto se hai conseguito una laurea triennale in Economia a 34 anni.
Ma c’è di peggio, tant’è che la Finanza ha voluto vederci chiaro: Alessandro Alfano risulta il più pagato e quello che lavora di meno; il più giovane ed il meno qualificato.
Ne parla Giuseppe Scarpa su Repubblica:
“L’ascesa da supermanager in Poste di Alessandro Alfano – laurea triennale in economia conseguita a 34 anni – è tutta una contraddizione. Ne sono certi anche i finanzieri del gruppo valutario che nei giorni scorsi hanno depositato alla Corte dei Conti (il pm è Massimo Perin) l’informativa finale sul caso dell’assunzione di “Alfano jr”, 41 anni, fratello dell’attuale ministro degli Esteri Angelino Alfano. Alfano jr è il più pagato tra i dirigenti del suo stesso livello. In media percepisce il doppio dei suoi colleghi. Quando è stato assunto in Postecom, nel 2013, ha firmato un contratto da 160 mila euro lordi. All’epoca i due suoi omologhi, più anziani, con più esperienza e curriculum – una sua collega ha una laurea in architettura al Politecnico di Milano col massimo dei voti – percepivano 90 e 80 mila euro lordi l’anno”.
Il problema, però, prosegue Scarpa, è che l’ascesa dello stipendio del fratello di Alfano non si è bloccata qui, nonostante non si sia distinto per essere uno stacanovista:
“Alessandro nel giro di 4 anni, passando da Poste Tributi è approdato nel 2016 direttamente in Poste. Ad ogni passaggio lo stipendio è lievitato fino a toccare quota 200mila euro lordi. Anche in questo caso i suoi sette colleghi, tutti più anziani con qualifiche da ingegneri, dottori in legge e con più anni di esperienza guadagno meno del fratello del ministro. Qui la forbice va da un minimo di 81 mila euro lordi per il più giovane, classe ‘71 laurea in ingegneria civile conseguita a 28 anni, a un massimo di 120 mila euro lordi l’anno per un altro dirigente sempre ingegnere di 55 anni”.
E poi c’è un’altra anomalia, conclude Scarpa:
“Alessandro quando era maxi dirigente in Postecom aveva sotto di lui un unico dipendente. Impiegati che poi sono aumentati nel tempo, fino ad arrivare ai 39 che adesso il fratello del ministro dirige in Poste”.
Tutti aspetti su cui la Finanza farà chiarezza.


Fonte: https://www.silenziefalsita.it/2017/02/25/fratello-di-alfano-guadagna-il-doppio/

ITALIANI FESTEGGIATE! CI TOGLIAMO IL PARACARRO DALLE SCATOLE! ECCO PERCHE'

Napolitano, adesso sono grossi guai: cosa rischia dopo lo scandalo della maxi-scorta

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La maxi scorta in dotazione del presidente «emerito» Giorgio Napolitano fa discutere. La notizia lanciata dal Tempo sulla sicurezza di Re Giorgio, superiore a quella in dotazione nei lunghi anni al Quirinale e con in più un' autovettura per la sicurezza della moglie, ha scosso il mondo politico che intende reagire.


Sono 45, secondo il Tempo, i poliziotti addestrati che guadagnano tra i 1.700 ai 2.000 euro, con straordinari fino a 50 ore in un solo mese (pagati 7-8 euro l'ora) e indennità di Palazzo che va dai 400 euro per gli agenti "semplici" ai 1.600 euro per i dirigenti.

Il M5S è in prima linea contro questi numeri. Per il deputato Andrea Colletti, è uno scandalo. "Crede di disporre dell' Italia come vuole e, come ha dimostrato qualche giorno fa sulla legge elettorale, anche dei gruppi parlamentari", dice.


Promette una battaglia parlamentare: "Chiederemo a chi se ne occupa in Commissione di scoprire le motivazioni: se si tratta di pericoli reali o solo un vezzo di chi si vuol sentire ancora in carica". Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, premette: "Reputo che se una persona è stata Presidente è giusto che gli vengano garantite tutela e sicurezza. Non bisogna nemmeno esagerare con la demagogia". Ma poi colpisce: un numero di uomini a disposizione addirittura superiore agli anni da Capo dello Stato è ritenuto dall' ex ministro "esagerato". "Sono sufficienti sette uomini al massimo", sentenzia. Augusto Minzolini, anch'egli di Forza Italia, scrive su Twitter: "In Italia il limite del ridicolo è superato!".

Da Fratelli d'Italia, si alza la voce di Fabio Rampelli: "Non ho mai fatto uso di auto blu e scorta quando ne avevo. Penso, a maggior ragione, che in assenza di minacce esplicite di terrorismo o mafia, nessuna carica dello Stato debba beneficiare di una tale misura". Secondo lui, quando un compito istituzionale è stato portato a termine "si deve tornare a essere semplici cittadini".

Intanto, Napolitano si difende. Una nota dell'ufficio stampa del Quirinale chiarisce che "la sicurezza del Presidente emerito Giorgio Napolitano viene garantita con gli stessi criteri e con le stesse modalità utilizzati per tutte le persone assoggettate a tutela e, comunque, con un numero di persone di gran lunga inferiore rispetto aquello indicato nell' articolo che non ha pertanto riscontro nella realtà".

DATE UNA MEDAGLIA A PAOLA TAVERNA! UNA LEONESSA! DIFFONDETE OVUNQUE LA SUA INTERVISTA


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Paola Taverna fantastica in diretta su La7 a "DiMartedi". Messi k.o Maurizio Costanzo e Floris. Guardate e diffondete tutti questo video ovunque

Ecco il video:

MAFIA CAPITALE, BUZZI STA PARLANDO! “ECCO I 30 POLITICI NEL MIO LIBRO PAGA”. COMPRESO UN SUPER GALOPPINO DELL'EX SINDACO MARINO. ECCO CHI SONO


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Altro che Pd, Roma era nelle mani di Salvatore Buzzi! Il capo della coop “29 giugno”, che si trova ora in carcere ha svelato la rete di corruzione: Trenta politici: 2 assessori della giunta Alemanno, 5 assessori, 18 consiglieri comunali e 5 presidenti di municipio della stagione Marino. “La nuova


Amministrazione Marino mi aveva posto a carico i costi di 4,5 assessori, 18 consiglieri comunali, 4, 5 presidenti di municipi“, ha detto ai magistrati Buzzi, che ha anche fatto il nome di un assessore della giunta: “Il primo degli assessori della giunta Marino con cui ho avuto rapporti di tale natura è Maurizio Pucci, durante la campagna elettorale del 2006, quando gli erogammo finanziamenti e gli mettemmo a disposizione un’autovettura che lui non voleva più restituire. Nell’ultima consiliatura, però, non ci sono state altre erogazioni”
Il verbale, Buzzi: «Questi i politici a libro paga»
Scrive Ivan Cimmarusti sul Sole 24 Ore:
«Mi ero fatto carico di 5 assessori, 18 consiglieri comunali e 5 presidenti di municipio» del Comune di Roma, assicura Salvatore Buzzi, il braccio imprenditoriale di Mafia Capitale.
È il verbale d’interrogatorio del 23 luglio scorso a svelare nuovi spaccati della presunta rete di corruzione politica. Un «sistema» che avrebbe interessato, secondo Buzzi, anche l’ex assessore alla Casa Lucia Funari, che avrebbe ottenuto «tangenti per 100mila euro» al fine di «prorogare l’emergenza alloggiativa». Tuttavia queste rivelazioni sono sotto analisi della Procura di Roma, che almeno in una parte già ritiene Buzzi inattendibile. In particolare, nei rapporti con Alemanno, la cui ricostruzione («non gli ho dato soldi», ha detto nei precedenti interrogatori) non risulta «plausibile» sotto un profilo «logico». L’imprenditore, poi, racconta di erogazioni in denaro a «Maurizio Pucci, al tempo della campagna elettorale del 2006, quando gli erogammo finanziamenti e gli mettemmo a disposizione un’autovettura, che lui non voleva più restituire». Le assunzioni chieste e ottenute da Luigi Nieri (non indagato), ex vice di Marino, sarebbero costate «circa 100mila-200mila euro, di gente che lavorava, e fatte in una logica di scambio, in ragione della qualità pubblica rivestita dal vice sindaco».
Particolare di rilievo riguarda il «sistema» degli emendamenti al Bilancio comunale portati dai singoli consiglieri. Secondo Buzzi, in alcuni casi, questi emendamenti avrebbero avuto il fine di ottenere denaro pubblico che poi sarebbe finito nelle casse di Mafia Capitale. «Altri pagamenti, o promesse di pagamenti, sono intervenuti nelle forme che seguono. Vi è stata una promessa del 10% di uno stanziamento, pari a circa 2 milioni di euro, di cui Tredicine (Giordano, ex consigliere di Forza Italia, ndr) e Pomarici (Marco, attuale capogruppo di Noi con Salvini, ndr) avevano la disponibilità in bilancio, con i cosiddetti emendamenti. Mi sono incontrato con costoro in Piazza del Campidoglio, loro mi hanno rappresentato, io ho accettato e, su loro richiesta, ho promesso loro il 10% di tale valore. Altra erogazione materialmente effettuata, con riguardo ai cosiddetti emendamenti, riguarda Pedetti.
Nel novembre del 2014, egli mi chiese un prestito di 10mila euro, che io gli accordai in contanti, come da sua richiesta, prelevandoli dalla cassa nera, ottenendo in garanzia un assegno che è stato rinvenuto in cassaforte in sede di perquisizione. In realtà, poi, convenimmo, su sua richiesta, che egli non mi avrebbe restituito tale somma, ma che avrebbe orientato in un settore a me favorevole l’emendamento di cui disponeva di circa 60-70mila». Emendamenti, inoltre, sarebbero stati fatti in favore di Buzzi anche da Giansanti (Luca, ex capogruppo Lista Marino, ndr) e Ferrari (Alfredo, ex presidente commissione Bilancio, ndr). Sempre con Ferrari, mi sono accordato per un compenso, compreso tra il 5 e il 10%, su una somma di 400mila euro, che costituiva l’emendamento, inteso come il potere di stanziamento in bilancio, che spettava a lui e Onorato (Alessandro, capogruppo, ndr) della Lista Marchini. Non ho mai parlato sul punto con Onorato».

BUFERA SU CROZZA! LO SFOTTO’ CHE HA FATTO INFURIARE TUTTO IL PD: ECCO L'INTERVENTO SOTTO ACCUSA


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"Onoriamo Santa Boschi da Arezzo". Dal cilindro della fantasia stavolta Maurizio Crozza tira fuori una beata Maria Elena trasportata in processione dalla folla. Dal corteo si alzano le preghiere per il ministro-Madonna, osannata per "il miracolo delle riforme". "Viva Santa Boschi che il Senato eliminò", cantano i fedeli in coro nell'esilarante gag messa in scena su La7 durante lo show Crozza nel Paese delle meraviglie.
Così il comico genovese rilegge l'approvazione in via definitiva della riforma costituzionale intestata proprio al ministro toscano. Davanti al corteggio c'è il celebrante con tanto di incenso: Crozza-Renzi elogia la Santa, "carmelitana" ma non scalza, "visto l'amore per le décolleté di Jimmy Choo". "Ha abolito il Senato, ha cancellato il bicameralismo perfetto, ha modificato la legge elettorale - elenca ancora il prete premier - ma soprattutto ha portato il lucida labbra trasparente in Consiglio dei Ministri". "Santa Boschi mia speranza, manda via la minoranza", recita ancora il coro. E di fronte agli scetticismo degli infedeli, Crozza-Renzi invita ad ascoltare la testimonianza di un miracolo. "Riccarda mise i soldi in una banca toscana. Il giorno dopo erano tutti spariti. Ora dorme sotto Ponte Vecchio, un posto bellissimo".

“INGIUSTO CHE LA VEDOVA DI UN ONOREVOLE FACCIA LA SGUATTERA SE LUI MUORE”: COSI’ LA FECCIA AUMENTA DEL 20% LA REVERSIBILITA’ DEI VITALIZI


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LA FACCIA DI BRONZO DELLA FECCIA CHE CI GOVERNA NON HA LIMITI. IL FATTO CI RACCONTA L’ULTIMA PORCATA DEI PARASSITI. COME SAPETE STANNO FACNDO LE PEGGIO PORCATE PER NON TAGLIARE I VITALIZI, IL VERGOGNOSO ASSEGNO DA

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LA FACCIA DI BRONZO DELLA FECCIA CHE CI GOVERNA NON HA LIMITI. IL FATTO CI RACCONTA L’ULTIMA PORCATA DEI PARASSITI. COME SAPETE STANNO FACNDO LE PEGGIO PORCATE PER NON TAGLIARE I VITALIZI, IL VERGOGNOSO ASSEGNO DA SULTANO CHE QUESTI SCHIFOSI PERCEPISCONO A FINE MANDATO. NON TUTTI SANNO CHE L’ASSEGNO VIENE PROLUNGATO ANCHE ALLA LORO MORTE A MOGLIE E FIGLI. EBBENE ECCO COSA HA DICHIARATO UNA SCIANTOSA DEPUTATA PD PER GIUSTIFICARE L’ENNESIMO FURTO, OVVERO L’AUMENTO DEL 20% DELLA REVERSIBILITA’


di Thomas Mackinson per Il Fatto Quotidiano

Primo sì al ricalcolo delle pensioni parlamentari in essere col sistema contributivo. All’ultimo però passa il cavillo da Casta: la reversibilità è aumenta di un quinto se i beneficiari non hanno altri redditi. Inps: “Privilegio che non ha pari”. La firmataria Gasparini (PD): “Ingiusto che i congiunti dei parlamentari finiscano a fare la sguattera o il giardiniere”

Dall’Inps assicurano che in Italia non c’è categoria che goda di una norma tanto favorevole da aumentare di colpo la pensione di reversibilità del 20%. Non i 21 milioni di dipendenti pubblici e privati  cui ogni anno eroga le pensioni, che al massimo possono contare sulle rivalutazioni Istat dello zero virgola o di vedersi alzare l’importo, se inferiore, ai 501 euro di pensione sociale. Il problema comune a tutti gli italiani non riguarderà invece mogli e figli di 2.470 ex onorevoli e 1.650 ex consigli regionali che al momento di incassare la reversibilità potranno contare su un assegno aumentato automaticamente di un quinto. A prescindere dall’importo. Ed ecco rispuntare il privilegio, per di più nella legge nata per abolire il più avversato di tutti: il ricco vitalizio che a ancora oggi consente agli ex parlamentari di incassare anche 5-6mila euro al mese a fronte di qualche legislatura in Parlamento.

Parliamo della loro rottamazione, visto che eri il Parlamento ha assestato al vitalizio il primo colpo mortale della storia.  La Commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato il testo base, a firma di Matteo Richetti, che dispone il ricalcolo dei trattamenti in essere col sistema contributivo. Si tratta di una rivoluzione copernicana che il 31 maggio dovrà ricevere il voto d’aula, passare al Senato e (salvo resistenze e rimpalli) diventare legge entro la fine della XVII legislatura. Che sia un tonico per la reputazione delle istituzioni, una cura dimagrante per i privilegiati e un risparmio straordinario per le casse pubbliche non c’è dubbio. Però però.

La pillola, contro la quale già si annunciano ricorsi (per i famosi “diritti acquisiti”), è un po’ meno amara del previsto: all’ultimo passa un emendamento che accorda un beneficio ben poco perequativo nella corsa a omologare il trattamento degli ex onorevoli e consiglieri a quello dei lavoratori dipendenti. Riguarda la “Rideterminazione degli assegni vitalizi” (art.13), lo firma la deputata Pd Daniela Gasparini e recita così: “In assenza di altri redditi di cui all’articolo 6, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, per i soli trattamenti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, la misura della pensione di cui all’articolo 11 è aumentata del 20 per cento”.

In soldoni significa che in caso il congiunto beneficiario della reversibilità non abbia “redditi da lavoro dipendente/autonomo e d’impresa, rendite fondiarie e redditi da capitale” percepirà il 60% dell’importo come gli altri italiani, ma aumentato di un quinto. Automaticamente, senza soglia massima ne criteri patrimoniali. E pace se in quelle stesse famiglie, a differenza di altre, per anni si è materializzato uno stipendio parlamentare da 10mila euro al mese.



 SULTANO CHE QUESTI SCHIFOSI PERCEPISCONO A FINE MANDATO. NON TUTTI SANNO CHE L’ASSEGNO VIENE PROLUNGATO ANCHE ALLA LORO MORTE A MOGLIE E FIGLI. EBBENE ECCO COSA HA DICHIARATO UNA SCIANTOSA DEPUTATA PD PER GIUSTIFICARE L’ENNESIMO FURTO, OVVERO L’AUMENTO DEL 20% DELLA REVERSIBILITA’


di Thomas Mackinson per Il Fatto Quotidiano

Primo sì al ricalcolo delle pensioni parlamentari in essere col sistema contributivo. All’ultimo però passa il cavillo da Casta: la reversibilità è aumenta di un quinto se i beneficiari non hanno altri redditi. Inps: “Privilegio che non ha pari”. La firmataria Gasparini (PD): “Ingiusto che i congiunti dei parlamentari finiscano a fare la sguattera o il giardiniere”

Dall’Inps assicurano che in Italia non c’è categoria che goda di una norma tanto favorevole da aumentare di colpo la pensione di reversibilità del 20%. Non i 21 milioni di dipendenti pubblici e privati  cui ogni anno eroga le pensioni, che al massimo possono contare sulle rivalutazioni Istat dello zero virgola o di vedersi alzare l’importo, se inferiore, ai 501 euro di pensione sociale. Il problema comune a tutti gli italiani non riguarderà invece mogli e figli di 2.470 ex onorevoli e 1.650 ex consigli regionali che al momento di incassare la reversibilità potranno contare su un assegno aumentato automaticamente di un quinto. A prescindere dall’importo. Ed ecco rispuntare il privilegio, per di più nella legge nata per abolire il più avversato di tutti: il ricco vitalizio che a ancora oggi consente agli ex parlamentari di incassare anche 5-6mila euro al mese a fronte di qualche legislatura in Parlamento.

Parliamo della loro rottamazione, visto che eri il Parlamento ha assestato al vitalizio il primo colpo mortale della storia.  La Commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato il testo base, a firma di Matteo Richetti, che dispone il ricalcolo dei trattamenti in essere col sistema contributivo. Si tratta di una rivoluzione copernicana che il 31 maggio dovrà ricevere il voto d’aula, passare al Senato e (salvo resistenze e rimpalli) diventare legge entro la fine della XVII legislatura. Che sia un tonico per la reputazione delle istituzioni, una cura dimagrante per i privilegiati e un risparmio straordinario per le casse pubbliche non c’è dubbio. Però però.

La pillola, contro la quale già si annunciano ricorsi (per i famosi “diritti acquisiti”), è un po’ meno amara del previsto: all’ultimo passa un emendamento che accorda un beneficio ben poco perequativo nella corsa a omologare il trattamento degli ex onorevoli e consiglieri a quello dei lavoratori dipendenti. Riguarda la “Rideterminazione degli assegni vitalizi” (art.13), lo firma la deputata Pd Daniela Gasparini e recita così: “In assenza di altri redditi di cui all’articolo 6, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, per i soli trattamenti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, la misura della pensione di cui all’articolo 11 è aumentata del 20 per cento”.

In soldoni significa che in caso il congiunto beneficiario della reversibilità non abbia “redditi da lavoro dipendente/autonomo e d’impresa, rendite fondiarie e redditi da capitale” percepirà il 60% dell’importo come gli altri italiani, ma aumentato di un quinto. Automaticamente, senza soglia massima ne criteri patrimoniali. E pace se in quelle stesse famiglie, a differenza di altre, per anni si è materializzato uno stipendio parlamentare da 10mila euro al mese.


"Il mio Presidente? è Luigi Di Maio". Fiorella Mannoia fa scatenare gli utenti sul web. CONDIVIDETE


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Il post di Fiorella Mannoia su Facebook che incorona il Deputato del M5S Luigi Di Maio:

" Ecco perchè Luigi Di Maio è il mio presidente del consiglio. Anche io all'inizio avevo criticato i 5S per la mancata alleanza, ma solo perchè ancora ragionavo con le vecchie logiche con le quali sono cresciuta, logiche vecchie che mi hanno inculcato anni e anni di compromessi, di occhi bendati, di convinzioni sbagliate, di logiche di partito, di.. "noi siamo migliori", del.."tappiamoci il naso" del.. "votiamo il meno peggio". Ecco a che cosa siamo arrivati a furia di votare sempre il meno peggio!!!!Non rimpiango niente perchè la mia coscienza è pulita, io sono pulita, e molti altri come me , politici seri, perchè ce ne sono stati e ce ne sono ancora, gente che si è battuta per un ideale, che è anche morta per questi valori in cui ho sempre creduto e nei quali ancora credo ero, come molti, in buona fede. E non faccio lo sbaglio che a volte fanno i 5S di fare di tutta l'erba un fascio perchè anche questo non è giusto. Ma mi sento tradita e con me hanno tradito milioni di persone che hanno sperato di veder realizzati i propri sogni di giustizia sociale e di legalità, di veder risolta quella famosa "questione morale" di cui parlava Berlinguer. Ma Berlinguer è morto e con lui si è chiusa un'epoca. 
Facciamocene una ragione!!! Quell'epoca è finita e questi hanno tradito soprattutto lui e tutti quelli che hanno pagato con la vita la ricerca della verità. Se oggi mi guardo indietro mi vedo con tenerezza e mi dico: "che boccalona che sei stata!!" Ogni volta che siamo riusciti ad entrare nella stanza dei bottoni, abbiamo fatto come gli altri se non peggio, come in questo caso che mi viene di chiedere scusa a Berlusconi, con il quale credevamo di aver visto tutto ma mi sbagliavo. Oggi sono finalmente libera, è come se mi si fossero stati tolti i paraocchi e vi dico che hanno fatto bene a non mischiarsi con nessuno. Io ammiro il loro coraggio e la loro dedizione, hanno tutto il mio rispetto. Sbaglieranno, si di sicuro, all'interno ci sarà qualcuno che non la pensa come me, forse ci sarà da fare battaglie su alcuni temi, ma sono ONESTI CACCHIO, SONO RAGAZZI PER BENE E PREPARATI E SOPRATTUTTO SONO PULITI. A me basta questo. Sono stanca di questo marciume, sono stanca della cloaca nella quale siamo sprofondati ed è l'unica speranza che abbiamo.AVANTI TUTTA!!!!" 


ULTIM'ORA - CHIARA APPENDINO ROMPE IL SILENZIO E MASSACRA IL PD! ECCO COS'HA FATTO


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"C'è qualcuno che vuole speculare su questa tragedia, è questo che mi dispiace". Lo dice Chiara Appendino, sindaca di Torino, tornando a commentare i fatti di Piazza San Carlo per cui è indagata. Lo riporta il quotidiano la Stampa.

Dell'indagine la sindaca non parla, ovvio. Ribadisce che al momento non ha ricevuto nessun atto formale dalla procura e che - ma questo lo conferma anche Spataro - non è nemmeno stata convocata dai magistrati per essere sentita. Lancia messaggi distensivi e istituzionali: "Ho piena fiducia nel lavoro della magistratura e, come tutti i torinesi, mi auguro che sia fatta piena chiarezza su quel che è successo in piazza San Carlo".

La sindaca, in missione a Londra, non risparmia però qualche frecciata a chi l'ha preceduta nel governo del capoluogo piemontese.

"L'ho già detto: io e la mia amministrazione siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità. Ci mettiamo la faccia. Come sempre". Non è una risposta a chi, in particolare da destra, invoca le sue dimissioni. "Abbiamo tanto lavoro da fare per Torino, ci sono tante questioni da risolvere che nessuno per anni ha affrontato". Il lavoro dei magistrati è appena all'inizio e siamo ancora ai passaggi formali. E Appendino di commenti non ne vuole fare. "Sono serena e vado avanti. È tutto".

MARCO TRAVAGLIO INCASTRA IL PD! GUARDATE COSA DICE SULL'IMMIGRAZIONE


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(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Parole, parole, soltanto parole. Parole del governo sull’immigrazione: sulla Libia finalmente stabile e in grado di fermare gli sbarchi, ospitare centri di

 controllo e smistamento; sul raddoppio dei rimpatrii degli irregolari (inesistenti sia prima sia dopo il “raddoppio”); sull’Europa che “deve aiutarci”, anche se i trattati che abbiamo beotamente firmato e ratificato prevedono il contrario. Parole dell’Europa sull’aiuto all’Italia e l’accoglienza condivisa per quote fra gli Stati. Parole anche ieri, dopo i 20 mila nuovi arrivi in Sicilia negli ultimi tre giorni. La Merkel, che in casa sua almeno il suo dovere l’ha fatto accogliendo un milione di siriani, afghani e limitrofi in due anni, dice “aiuteremo l’Italia, ci sta proprio a cuore questa necessità”. Il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker, a un’ora pericolosamente tarda del mattino, assicura che “Italia e Grecia sono eroiche e non possiamo abbandonarle”. Il premier spagnolo Mariano Rajoy promette “qualsiasi aiuto possibile all’Italia”. Ma il migliore è Emmanuel Macron, il gattopardo parigino creato in laboratorio per fingere di cambiare tutto lasciando tutto com’è, ultimo idolo dei nostri pidini che s’erano bevuti le promesse di un’Europa a tre teste Germania-Francia-Italia, anzi di un “asse Roma-Parigi”, che ci rispedisce al mittente 400 migranti a Ventimiglia e ci fa pure la supercazzola: “Noi sosteniamo l’Italia”, ma solo ai profughi con diritto d’asilo, mentre “l’80% sono migranti economici” e per loro non è previsto nulla, salvo la solita pacca sulla spalla e la solita mancetta per smazzarceli da soli – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano nell’editoriale di oggi 30 giugno 2017, dal titolo “Emergenza politicanti”.

Parole, parole soltanto parole che la dicono lunga su quanto conta in Europa il governo italiano, quello che ogni due per tre finge di “battere i pugni” come Fantozzi: zero. E di quanto vuote suonino le ennesime giaculatorie delle nostre cosiddette autorità. “Così l’immigrazione non è più gestibile”, scopre Mattarella nel suo periodico risveglio dal letargo. “Chiuderemo i porti alle navi non battenti bandiera italiana”, minaccia il Viminale, ma tutti sanno che la pistola è scarica: la regola o la prassi che abbiamo sempre accettato è che le navi private delle Ong che “salvano” cioè prelevano i migranti anche in acque libiche devono fare rotta sui porti più “sicuri”: non certo quelli maltesi, tunisini, spagnoli o francesi, ma i soliti, quelli siciliani. Basterebbe una sola nave respinta dall’Italia che vaga, carica di disperati, donne incinte e bambini allo stremo, per destare il giusto scandalo internazionale, come quella del film Exodus carica di ebrei scampati ai campi di sterminio e rifiutati da tutti.

Finché dura il trattato di Dublino-2, spensieratamente accettato dai governi di destra e sinistra, è il paese di primo approdo che deve farsi carico dell’accoglienza. Siamo prigionieri di una gabbia che noi stessi (anzi, i nostri sciagurati governi) abbiamo contribuito a costruire e nessuno ha interesse a scardinare. Il nostro peso specifico nella presunta Unione è quello di una piuma, vista l’incapacità dei nostri politici di fare politiche europee, dopo mille vertici con l’“emergenza immigrazione” all’ordine del giorno: arraffiamo posti, poltrone e strapuntini (la Mogherini-Moscerini responsabile della politica estera di un’Europa senza politica estera; Tajani presidente dell’Europarlamento) e continuiamo a contare come il due di coppe, salvo per la flessibilità sui nostri conti sfasciati e le nostre banche sbancate: elemosine elargite per arginare l’orda dei barbari populisti e tenere in piedi questa classe politica di incapaci. Che, dietro il comodo alibi dell’Europa matrigna, possono continuare a riempirsi la bocca di “solidarietà” e “accoglienza”, a scaricare i migranti sui sindaci affamati dai tagli, a demonizzare Lega e 5Stelle salvo poi parlare la loro stessa lingua. E se il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro segnala che qualcosa non va nella privatizzazione dei soccorsi delle Ong, negli sconfinamenti in acque libiche, nell’inspiegabile scelta dei soli porti italiani per gli sbarchi di natanti con bandiera del Belize, della Spagna, di Malta, e chiede che lo Stato sia presente sulle navi con la polizia giudiziaria per evitare che qualcuno faccia il furbo, ma anche per riuscire a beccare gli scafisti piantati sulle spiagge libiche e lieti di subappaltare gratis il lavoro alle benemerite organizzazioni, allora si attacca lui: zitto tu, certe cose non si dicono, se no la gente capisce.

E non si cambia nulla neppure sull’accoglienza, anch’essa privatizzata e in mano a enti caritatevoli, ma anche alle coop modello Buzzi & Carminati. La marea dei migranti viene stipata in centri provvisori per visite e impronte, poi chi non è già fuggito viene spedito nei comuni, e lì i più si danno alla macchia perché sanno di non aver diritto all’asilo e di dover essere rimpatriati. Milena Gabanelli aveva proposto di ricondurre l’accoglienza sotto lo Stato: usare i tanti mega-edifici pubblici vuoti (caserme ecc.), senza ingrassare i privati con affitti da strozzo. E lì identificare i migranti e, in attesa di espellere chi dev’essere espulso e di inviare ai comuni chi ha diritto a restare, insegnar loro la lingua e un mestiere, come in Germania, anziché lasciarli bighellonare e talvolta delinquere nei quartieri popolari, addosso agli italiani più poveri e spaventati alimentandone l’intolleranza e la rabbia. Il ministro-sceriffo Minniti le rispose che era una soluzione “razionale, ma troppo costosa”. Così continuiamo con le soluzioni irrazionali che sembrano a buon mercato, ma in realtà sono infinitamente più care: come in tutte le altre emergenze (terremoti, frane, incendi), intervenire dopo costa il triplo che farlo prima. Forse l’emergenza migranti è irrisolvibile. Ma l’emergenza politicanti è risolvibilissima. Alle prossime elezioni.

IL PAPA LA CRITICA SULLE PENSIONI? COSI’ SBROCCA LA FORNERO: NON PERDE OCCASIONE PER TACERE!


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Papa Francesco è riuscito anche a parlare di pensioni d’oro e di lavoro, affermando che gli anziani

 dovrebbero lavorare meno ore per lasciare spazio ai giovani. Insomma, il Pontefice che interviene un po’ su tutti si è sentito in dovere di proporre una ipotetica riforma del lavoro. E delle pensioni. E a rispondergli ci ha pensato l’ex ministra Elsa Fornero, ancora oggi un incubo per chi si è visto slittare la pensione per anni e, soprattutto, per gli esodati. Già, proprio lei. “Tutto dipende da cosa intendiamo per anziano”, ha affermato riferendosi alle parole del Pontefice. Poi, la bordata: “Se guardassimo dall’ottica di chi difende il pensionamento in età giovane, il Papa dovrebbe forse essere in pensione già da molti anni”.

Così’ in un’intervista a Radio Capital. L’ex ministra del Lavoro di Mario Monti ha poi aggiunto: “Il pensionamento graduale per chi è a fine carriere è una bella idea, ma faticosa da attuare. Sarebbe bello se il Papa mettesse in piedi una commissione per valutare operativamente quest’ipotesi senza però aumentare i debiti che andrebbero a ricadere sulle spalle dei giovani”, concludono.


giovedì 29 giugno 2017

IMPORTANTISSIMO! IL M5S SVELA COSA SUCCEDE ALLA CAMERA. GUARDATE COS'HANNO FATTO 500 PARLAMENTARI


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Quella attualmente in corso sarà ricordata come la legislatura del record di voltagabbana. Dal marzo 2013 sono stati 189 i deputati che hanno cambiato in corsa gruppo parlamentare e 133 i senatori. Se si contano tutti i passaggi si arriva al numero monstre di 500 cambi di casacca: come nella borsa, a seconda delle quotazioni, gli onorevoli decidono di investire su un gruppo invece che su un altro.

A proposito dei gruppi. All’indomani delle elezioni politiche alla Camera i gruppi parlamentari erano 6. Dopo quattro anni sono diventati 11, due dei quali autorizzati pur senza avere il numero minimo richiesto per la loro costituzione. A questi si aggiunge il gruppo “misto”, un gruppo che a sua volta raccoglie al suo interno le “componenti” che sono di fatto dei “mini-gruppi”, dove si trova di tutto: all’inizio della legislatura le componenti del gruppo misto erano solo tre mentre oggi sono sette. Istituire un nuovo gruppo ha una convenienza: soldi, personale e altri privilegi.
Questo non è un Parlamento, ma un mercato delle vacche. Il MoVimento 5 Stelle presenterà in Giunta per il Regolamento alla Camera poche semplici modifiche per arginare questo vergognoso fenomeno che dimostra l’assoluto sprezzo degli onorevoli della volontà che i cittadini esprimono con il loro voto.

Si parte dall’inizio: ad ogni lista di candidati che si presenta alle elezioni corrisponde un gruppo parlamentare. I deputati saranno iscritti d’ufficio al gruppo corrispondente alla lista votata dai cittadini in cui sono stati eletti.
Se successivamente si vorranno formare nuovi gruppi, non sarà più possibile costituire gruppi parlamentari sotto la soglia numerica minima richiesta. Anche questo passaggio è un atto di rispetto del voto dei cittadini. In più, ed è la novità più importante, chi cambia casacca non andrà ad ingrassare le casse del nuovo gruppo a cui ha aderito o che insieme ad altri voltagabbana ha creato. Basta soldi e basta dotazioni. Ci sarà una riduzione proporzionale per il gruppo da cui si esce, ma nessuna aggiunta di risorse a quello nuovo in cui si entra.

Così si porrà fine al mercato dei parlamentari à la carte e si permette alla Camera di risparmiare un sacco soldi che fino ad oggi i voltagabbana portano con sé.
Queste poche righe di riforma di un Regolamento possono avere una portata rivoluzionaria.
Se riusciremo a farla approvare alla Camera, contiamo che anche il Regolamento del Senato verrà adeguato di conseguenza.
Ora stiamo a vedere quali saranno le reazioni dei vecchi partiti a questa nostra proposta.

INCREDIBILE! I MASS MEDIA ESTERI MASSACRANO NAPOLITANO. GUARDATE COSA DICONO


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“THE ITALIAN DISASTER” – L’ANOMALIA ITALIANA NON È BERLUSCONI, MA NAPOLITANO! UN SAGGIO INGLESE FA A PEZZI RE GIORGIO (IL TESTO INTEGRALE)

Lo storico britannico Perry Anderson analizza la crisi europea dalla parte dell’Italia, e si concentra su Napolitano, “studente fascista, poi il comunista favorito di Kissinger”, che mise la firma sul Lodo Alfano, entrò in guerra con la Libia violando leggi e trattati e tramò con Monti e Passera per sostituire Berlusconi…

1. IL SAGGIO INTEGRALE DI PERRY ANDERSON: “THE ITALIAN DISASTER”
Dalla “London Review of Books”

2. THE LONDON REVIEW OF BOOKS: “NAPOLITANO, ANOMALIA ITALIANA”

Caterina Soffici per “il Fatto Quotidiano”
La vera anomalia italiana? Giorgio Napolitano. Sulla prestigiosa London Review of Books, lo storico britannico Perry Anderson analizza la crisi europea in un lungo saggio dal titolo: The Italian Disaster. Non c’è bisogno di traduzione ed è interessante che per parlare del futuro dell’Europa e delle falle nel sistema della democrazia del vecchio continente, si parli del disastro italiano, raccontato con la secchezza degli storici inglesi: una sequenza di fatti, date, pochi commenti e molti argomenti.
Quello che Denis Mack Smith ha fatto con i suoi saggi sul Risorgimento e la nascita del fascismo, Anderson, storico di formazione marxista, lo fa con gli anni recenti della storia patria. Secondo Anderson è il capo dello Stato la vera minaccia della democrazia italiana. Visto in patria come il salvatore, “la roccia su cui fondare la nuova Repubblica”, Napolitano è invece una vera pericolosa anomalia, un politico che ha costruito tutta la carriera su un principio: stare sempre dalla parte del vincitore.
Così da studente aderisce al Gruppo Universitario Fascista, poi diventa comunista tutto d’un pezzo: nel 1956 plaude l’intervento sovietico in Ungheria, nel 1964 si felicita per l’espulsione di Solgenitsyn, sostenendo che “solo i folli e i faziosi possono davvero credere allo spettro dello stalinismo”. Fedele alla linea del più forte, vota sì all’espulsione del Gruppo del Manifesto per i fatti di Cecoslovacchia e negli anni Settanta diventa “il comunista favorito di Kissinger”, perché il nuovo potere da coltivare sono ora gli Stati Uniti.
Gli Usa e Craxi sono i nuovi fari di Napolitano e dei miglioristi (la corrente era finanziata con i soldi della Fininvest) e nel 1996 il nostro diventa ministro degli Interni (per la prima volta uno di sinistra), garantendo agli avversari che “non avrebbe tirato fuori scheletri dall’armadio”.Ma il meglio Napolitano lo dà da presidente della Repubblica: nel 2008 firma del lodo Alfano, che “garantisce a Berlusconi come primo ministro e a lui stesso come presidente l’immunità giudiziaria”, dichiarato poi incostituzionale e trasformato nel 2010 nel “legittimo impedimento”, anch’esso dichiarato incostituzionale nel 2011.
E poi una gragnuola di fatti: il mancato scioglimento delle Camere nel 2008, l’entrata in guerra contro la Libia del 2011 (scavalcando costituzione, senza voto parlamentare, violando un trattato di non aggressione), le trame con Monti e Passera per sostituire Berlusconi, modo – secondo Anderson – “completamente incostituzionale”.
Per non parlare della vicenda della ri-elezione al secondo mandato (“a 87 anni, battuto solo da Mugabe, Peres e dal moribondo re saudita”) e delle ultime vicende, con il siluramento del governo Letta. Napolitano, che dovrebbe essere “il guardiano imparziale dell’ordine parlamentare e non interferire con le sue decisione”, scrive lo storico britannico, rompe ogni regola. “La corruzione negli affari, nella burocrazia e nella politica tipiche dell’Italia sono adesso aggravate dalla corruzione costituzionale”.
E poi il caso Mancino e la richiesta di impeachment contro il presidente da parte di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso, e l’invocazione della totale immunità nella trattativa Stato-mafia, che Anderson definisce “Nixon-style”, termine che evoca scandali come il Watergate. Ma gli esiti italiani sono stati diversi, come ben sappiamo.



FONTE: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/the-italian-disaster-anomalia-italiana-non-berlusconi-ma-77697.htm

CONDIVIDETE SUBITO: IL PD VUOLE CENSURARE QUESTA PORCATA MA IL M5S HA LE PROVE. GUARDATE COSA HANNO FATTO..


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Leggiamo dalla pagina ufficiale del M5S, questo messaggio rivolto ai cittadini, che nelle ultime ore tra vari giornali e tv, stanno ricevendo soltanto una realtà ben diversa da come si siano andate realmente le cose, quello che doveva essere un emendamento segreto alla Camera, riguardante la nuova legge elettorale. Riportiamo il messaggio e la foto che incastra il PD:

QUALCUNO HA CAMBIATO IDEA E NON È STATO IL MOVIMENTO 5 STELLE
La propensione alla menzogna da parte del Partito Democratico è patologica!
Quello che vedete è “l’errore tecnico” che ha reso palese un voto che doveva essere segreto.Come si può notare, il “rosso”, ovvero il voto negativo, prevale sugli altri.
Quando il voto viene ripetuto, invece, prevale il voto favorevole. Qualcuno ha cambiato idea e non è stato il MoVimento 5 Stelle. Fatevi due conti.
Poi ancora interviene Di Battista con questo intervento sul suo profilo:

Buona giornata a tutti. Vi spiego quel che è successo in aula. Il M5S presenta un emendamento (a firma Fraccaro) che prevede l’applicazione della legge elettorale in tutta Italia, dalla Sicilia all’Alto-Adige (dove c’è un partito, il Südtiroler Volkspartei, che era contrario). Questo emendamento passa. Noi ovviamente abbiamo votato a favore proprio perché è un emendamento giusto ma l’hanno votato tantissimi del PD! Ora il PD (che aveva tanti assenti in aula) dice che è colpa nostra. Ma sono loro ad avere i franchi tiratori (già dai tempi dell’elezione di Prodi al Quirinale ricordate?). Ora il PD affosserà questa legge elettorale perché è passato un emendamento che prevede la sua applicazione in tutta Italia, dal sud al nord. Vi rendete conto? Questa si chiama schizofrenia. Renzi è incapace di gestire le miliardi di correnti del suo partito. Avrebbe fatto davvero bene (come aveva detto) a ritirarsi a vita privata dopo la sconfitta del referendum del 4 dicembre.

La bomba di Travaglio contro il PD è virale sul web. Guardate cosa ha scritto l’autorevole giornalista..


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(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Siccome nello scaricabarile della Camera non si capisce niente (chi ha cominciato? chi ha continuato? chi ha fregato chi? chi voleva fregare chi ed è rimasto

 fregato? e perché, poi? boh), partiamo da una domanda: mentre deridono i 5Stelle che ogni due per tre consultano il sacro blog, anche prima di fare la pipì, Renzi&C. ci spiegano che c’è di male a consultare la base su scelte fondamentali come la nuova legge elettorale e perché non lo fanno anche loro? – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano nell’editoriale di oggi 9 giugno 2017, dal titolo “Asilo Renzuccia”.
Se li fa sbellicare la piattaforma Rousseau (per ora: poi magari fra qualche mese, come han fatto col blog, creeranno una piattaforma Voltaire o Diderot), ci sono sistemi altrettanto rapidi e a costo zero. Il Pd ha i nomi e gli indirizzi di posta elettronica dei suoi iscritti: perché non invia loro una email con tre domande semplici-semplici?
1) Siete favorevoli a un sistema elettorale come il tedesco, che assegna i seggi su base proporzionale mediante una scheda con due diversi voti (anche disgiunti, volendo): quello al candidato nel collegio uninominale e quello al listino bloccato?
2) Preferite avere due possibilità di scelta, sulla persona e sulla lista, anche di due partiti diversi, o volete mettere una sola croce su un solo simbolo che poi fa scattare tutto il blocco a scatola chiusa, cioè il candidato di collegio e quelli del listino?
3) Le preferenze non sono previste nel sistema tedesco; ma questo ha metà dei parlamentari davvero eletti nei collegi e metà nominati dai partiti (che sono tutt’altra cosa dai nostri, fra l’altro), mentre noi per motivi tecnici abbiamo dovuto ridurre gli eletti al 38% e aumentare i nominati dei listini al 62%: sareste favorevoli a introdurre la preferenza unica per decidere voi chi, nei listini, viene eletto e chi no, o preferite che lo decidano i capi-partito fissando l’ordine di piazzamento dei candidati?
Gli iscritti al Pd potrebbero rispondere a stretto giro e dare un’indicazione di massima ai loro sedicenti rappresentanti, che così avrebbero la certezza di votare la legge elettorale più gradita alla loro base.
Perché non lo fanno? La risposta non può essere che una: anche Renzi e B. vogliono nominarsi i due terzi dei parlamentari, come del resto avevano previsto per la Camera nell’Italicum; quanto ai senatori, volevano nominarseli tutti, attraverso i consigli regionali, e ci sarebbero riusciti se il 4 dicembre gli italiani non avessero maciullato la “riforma” costituzionale. Si spiega così anche lo psicodramma da Asilo Mariuccia andato in scena ieri a Montecitorio. È passato un emendamento della forzista Michaela Biancofiore che estendeva la nuova legge elettorale anche al Trentino-Alto Adige.
Qualcuno può spiegare perché mai il Trentino-Alto Adige dovrebbe esserne esentato? Dice: la Südtiroler Volkspartei non vuole. E chi se ne frega? L’emendamento era sacrosanto ed è stato votato dai 5Stelle alla luce del sole (avevano presentato un emendamento gemello a firma Fraccaro), ma anche da molti deputati Pd e FI. Allora i renziani han messo su il broncio e se ne sono andati via col pallone, come i bambini capricciosi dell’oratorio: “Tu mi hai detto cacca e io non gioco più. E, se io non gioco più, non giocate più neanche voi”. Tiè, anzi gnè-gnè. Così, tra accuse reciproche di inaffidabilità e tradimento (ma, per bocciare l’emendamento, bastava che i 36 deputati Pd assenti si fossero presentati e avessero votato contro), la legge è tornata in commissione: cioè sul binario morto, salvo ripensamenti dopo le Amministrative di domenica. Ora, chi non ha proprio l’anello al naso capisce benissimo che le sorti del Trentino-Alto Adige e gli umori del partito tirolese (che, paradosso dei paradossi, non vuole il modello tedesco!) non c’entrano nulla con la ritirata renziana. Al netto dei franchi tiratori (largamente minoritari) che puntano ad affossare la legge perché non vogliono le elezioni anticipate o perché temono di non superare il 5%, c’è un’ampia maggioranza che vuole il modello tedesco, comunque più razionale del guazzabuglio dei due Consultellum (uno per la Camera e uno, parecchio diverso, per il Senato, nati dalle due sentenze della Consulta sull’Italicum e sul Porcellum).
Ma è molto probabile che quella maggioranza, annusando gli umori degli elettori, fosse pronta ad approvare nel prosieguo delle votazioni l’emendamento 5Stelle sulle preferenze (anche lì c’è il voto segreto), per espropriare le segreterie dei partiti del diritto di vita o di morte sui due terzi degli eletti al prossimo Parlamento. Perciò il Pd ha preso a pretesto il Trentino-Alto Adige per far saltare il banco: per non dover affossare la legge dopo l’approvazione delle preferenze, mossa che Renzi avrebbe avuto parecchi problemi a spiegare agl’italiani. Salvo dire la verità: “Cari amici, mi spiace ma due deputati su tre voglio nominarmeli io fra i miei amici, piazzandoli ai primi posti in lista, altrimenti col cavolo che sarebbero eletti”. Altre spiegazioni alla tragicommedia di ieri non riusciamo a trovarne. Se però Renzi vuole allontanare il sospetto, non ha che da consultare gli iscritti: vedrà che la stragrande maggioranza di loro, come di tutti gli italiani, vuole il voto disgiunto e le preferenze per contare di più. Con queste due clausole, la legge elettorale sarebbe quasi perfetta. E il Pd avrebbe buon gioco a pretendere che gli altri contraenti del patto a quattro (5Stelle, FI e Lega) ritirino tutti i loro emendamenti, per approvarla in tempi rapidi e senza più intoppi. E, se B. non ci stesse perché è affezionato ai suoi nominati, pazienza: la legge passerebbe lo stesso con ampia maggioranza. Questa è la via maestra, sempreché l’intenzione di tutti sia quella dichiarata: portarci alle urne, anche entro fine anno, con una buona legge. Se invece è il governo Renzusconi, vabbè: allora abbiamo capito tutto.

NON ERA MAI ACCADUTO PRIMA, E' UFFICIALE: NEI SONDAGGI IL MOVIMENTO 5 STELLE..


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Dopo le intenzioni di voto di Piepoli, oggi riportiamo i sondaggi elettorali di Piazza pulita, realizzati da Index research.

Al contrario di quanto potevano far pensare i risultati deludenti delle amministrative, il Movimento 5 Stelle a livello nazionale non risulta minimamente scalfito.

Il dato sui grillini registrato negli ultimi sondaggi di Piazza pulita è identico a quello della settimana scorsa.

Il Partito Democratico guadagna tre decimi di punto percentuale, ma il controsorpasso sui pentastellati è ancora a distanze siderali.

Sta bene invece il centro-destra, che come somma aritmetica resta una forma una forza da non sottovalutare, come le ultime elezioni comunali hanno dimostrato. La somma aritmetica dei tre principali partiti di quest’area politica, Lega Nord, Forza Italia e fratelli d’Italia, super addirittura il Movimento 5 Stelle.
Ma il M5S, pur essendo il primo partito italiano, non avrà vita facile nel riuscire a governare.

Sara indispensabile l’appoggio di altre parti politiche. Ma i partiti saranno disponibili per dare i loro voti in Parlamento, senza ricevere poltrone in cambio dal Movimento 5 Stelle?

Di alleanze e accordi, lo ha ribadito oggi per l’ennesima volta Grillo sul blog, M5S non vuole saperne.

Un atteggiamento coerente, ma che potrebbe portare M5S – se i dati dei sondaggi politici saranno confermati – a vincere le elezioni, per poi far governare a una mega-coalizione dei perdenti.

E' STORIA! LA RAGGI "CONVINCE" PAPA FRANCESCO SULL'IMU ALLE CHIESE


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“È stata avviata una interlocuzione con la Chiesa per pagamento dell’Imu sugli immobili commerciali”, ammette l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo, precisando però che la trattativa è solo all’inizio perché “la Santa Sede è uno stato estero” e dunque sarebbe stato prematuro inserire il presunto introito nel documento di programmazione finanziaria appena varato in giunta. Ma “c’è l’impegno formale da parte delle autorità ecclesiastiche di definire questa situazione”, assicura il giovane responsabile dei conti.

Di più però dice l’assessore alle Attività Produttive Adriano Meloni: “Nel corso del loro ultimo incontro, Virginia lo ha chiesto direttamente al Papa e lui si è dimostrato disponibile”. Dunque il contenzioso tra Roma e il Vaticano è stato affrontato ai massimi livelli. In linea con quanto affermato da Francesco due anni e mezzo fa, quando, aprendo l’ennesimo fronte interno, disse con chiarezza: “I conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi”. (FONTE: Repubblica.it)

mercoledì 28 giugno 2017

BOOM M5S! ECCO IL PIANO CHE FA TREMARE LA CASTA E I CORROTTI! DIFFONDETE


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Se è ormai quasi certo che si voterà alla scadenza naturale della legislatura, non si conosce ancora la legge elettorale che consentirà agli italiani di eleggere il prossimo Parlamento, ma Luigi Di Maio svela, durante una conferenza stampa alla ‘Stampa Estera’ a Roma, cosa farà il M5S qualora risultasse primo partito alle elezioni: “Se, come spero, raggiungessimo il 40%, avremo l’incarico di governo e chiederemo la fiducia alle Camere su un programma di governo, senza nessuno scambio di poltrone”.

Di Maio spiega: “Il nostro approccio sarà semplice: prima delle elezioni ci presenteremo con un programma di governo a quindici anni e con una squadra di governo composta da ministri e dal presidente del Consiglio. Quella squadra, con quel programma, si presenterà alle Camere per chiedere la fiducia: chi vorrà potrà partecipare alla creazione di un’Italia differente, senza aspettarsi alcun tornaconto”. Il deputato pentastellato chiude a ipotesi di alleanze: “Lega, Bersani? Il Movimento non deve guardare a forze politiche specifiche, ma ad un programma di Paese. Chi voterà contro una seria riforma fiscale, una riforma per le piccole e medie imprese, il reddito di cittadinanza, una seria legge anticorruzione se ne prenderà la responsabilità di fronte al popolo italiano.

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