giovedì 13 settembre 2018
I pm all’Unicef: “Presentate una denuncia contro i parenti di Renzi o niente soldi”
La Procura di Firenze ha aperto un'inchiesta su una somma di denaro di 6,6 milioni di euro che doveva essere destinata ad attività benefiche e che invece è finita su conti correnti privati
La Procura di Firenze ha aperto un’inchiesta su una somma di denaro che sarebbe stata destinata ad attività benefiche e che invece è finita su conti correnti privati.
La somma contestata è pari a 6,6 milioni di euro. I soldi fanno parte dei finanziamenti che Unicef, Fondazione Pulitzer e alcune onlus americane e australiane avevano destinato all’associazione Play Therapy Africa Limited per attività di assistenza a bambini africani.
Tra gli indagati c’è Andrea Conticini, cognato dell’ex premier Matteo Renzi.
I pm hanno però lanciato un avvertimento a Unicef e alle associazioni coinvolte, specificando che senza una denuncia non potranno avere indietro i soldi contestati.
Una recente riforma ha infatti modificato le norme sulle inchieste per appropriazione indebita aggravata, prevedendo che il reato possa essere perseguito solo se la parte lesa sporge querela.
Secondo gli inquirenti, il denaro sarebbe finito su conti privati riconducibili, a vario titolo, ad Andrea Conticini e ai suoi fratelli Alessandro e Luca per l’acquisto di una casa in Portogallo e per finanziare alcune società riconducibili alla famiglia Renzi o a sostenitori dell’ex premier.
La Procura ritiene che il valore della somma non possa essere considerato un compenso per l’attività svolta da Alessandro Conticini, titolare della Play Therapy Africa Limited ed ex direttore dell’Unicef di Addis Abeba, e dai suoi collaboratori.
Le ipotesi di reato vanno dall’appropriazione indebita al riciclaggio.
L’inchiesta è partita nel 2016 sulla base di alcuni segnalazioni bancarie su trasferimenti di denaro sospetti.
Interpellato dal quotidiano La Repubblica, l’avvocato Bagattini, che difende i tre fratelli con la collega Chiara Zecchi di Bologna, ha assicurato che tutto è puntualmente spiegato in una memoria che verrà depositata alla conclusione delle indagini preliminari.
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