venerdì 25 agosto 2017

Il M5S presenta una mozione, i partiti la respingono e si scatena l'ira della Gabanelli. Guardate cosa è successo..


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Scrive Milena Gabanelli sul Corriere della Sera:
“Notizia buona: qualche settimana fa la Camera ha approvato le mozioni della maggioranza per aumentare la trasparenza sui contratti derivati del Tesoro. D’ora in poi il ministero dell’ Economia dovrà pubblicare sul sito del Dipartimento del Tesoro con maggiore frequenza, «preferibilmente trimestrale», i


Notizia cattiva: bocciata la mozione del M5S che chiedeva di vedere cosa c’è scritto nei singoli contratti. Il ministero si è appellato al segreto di Stato.
La storia comincia a marzo 2012, quando Bloomberg-news rende noto che il Tesoro Italiano, a fine 2011, ha chiuso in anticipo un contratto con Morgan Stanley liquidando senza batter ciglio 2,57 miliardi di euro. Si poteva negoziare e pagare meno, o abbiamo esaudito i desiderata della banca d’ affari?
Senza conoscere le clausole ti puoi solo fidare. Subito dopo però emergono indiscrezioni su altre operazioni in derivati con perdite miliardarie per il Tesoro, proprio mentre il ministro Fornero produceva «esodati» per mancanza di fondi.
Parte una commissione di indagine parlamentare, una raffica di interrogazioni e question time . Le dichiarazioni dei ministri pro-tempore e del direttore del debito Maria Cannata sono sempre state rassicuranti qualificando il tema derivati di Stato come un problema estemporaneo e comunque sotto controllo.
Purtroppo i dati del Def ed Eurostat mostrano che il problema non è per niente sotto controllo e che le perdite effettive sono una costante nel bilancio dello Stato. In soldoni: 32 miliardi dal 2011 al 2016. Ma in essere ci sono ancora un centinaio di contratti per un controvalore di poco meno di 150 miliardi di euro e che possono produrre perdite negli anni a venire per 40 miliardi di euro.
Lo stesso Tesoro le ha già stimate in 15 miliardi tra il 2017 e il 2020. Ma come fa il ministero a quantificare in modo così preciso le perdite, se ha sempre dichiarato di aver usato i derivati per proteggere il debito pubblico dal rischio di rialzo dei tassi di interesse?
Che senso ha se la maggior parte del debito è già a tasso fisso?”

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