giovedì 15 giugno 2017

Immigrazione, Travaglio difende Grillo e la Raggi dalle bufale dei media


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(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – “Ci risiamo. È bastato che Virginia Raggi chiedesse (dopo le amministrative) al prefetto una moratoria sull’arrivo di nuovi migranti a Roma e annunciasse (prima delle amministrative) l’inizio del percorso – promesso un anno fa in campagna elettorale – per il graduale superamento dei campi rom, e che Grillo dicesse basta ad accattonaggi e borseggi in metropolitana “con minorenni al seguito” – per riscatenare il solito ritornello dei 5Stelle lepenisti,


 trumpisti, razzisti, fascisti e naturalmente populisti – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano nell’editoriale di oggi 15 giugno 2017, dal titolo “Il post-vocabolario”. E le solite voci sul patto di governo fra il napoletano Di Maio e il padano Salvini, che fino a qualche anno fa cantava “senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani”. Come scrive Antonio Padellaro a pagina 13, gli elettori non hanno l’anello al naso e sapranno distinguere fra le cose serie e le strumentalizzazioni politico-elettorali di tre temi che vengono spesso assimilati e invece vanno separati. Cioè: l’accoglienza a chi ha diritto d’asilo; l’applicazione della legge a chi non può stare in Italia; e la repressione di fenomeni criminali come i bambini costretti a mendicare, i furti sui mezzi pubblici e i servizi sociali a finti poveri con Mercedes e refurtive da favola.
Vedremo se i 5Stelle sapranno garantire la legalità e la sicurezza evitando i due opposti estremismi. Da un lato quello della sinistra fighetta e parolaia, che vive nei quartieri-bene e può permettersi di ignorare i problemi di convivenza causati dai centri d’accoglienza pieni di migranti (tutti, non a caso, nelle periferie “invisibili”). Dall’altro quello leghista, che promette ciò che non può mantenere, spaccia soluzioni impraticabili e illusorie per ricette pret à porter, e condisce il tutto con toni e slogan della più bieca xenofobia. I problemi sono enormi e le risposte tutte da inventare (salvo disporre di 15-20 miliardi, come la Germania, che li ha investiti per accogliere in un anno un milione e mezzo di profughi, garantendo abitazioni e corsi linguistici e professionali, ma ora ha raggiunto anch’essa il livello di saturazione). Possibilmente partendo dai dati. La Raggi dice che Roma è al limite, il Viminale replica che può ospitare altri 2mila migranti, ma fra i dati ufficiali e quelli reali c’è un abisso: in mezzo c’è un mare di immigrati non censiti, compresi quelli “in transito” che alzano a dismisura il numero dei presenti. Dopodiché ogni parere è legittimo, purché valga sempre e per tutti. Il sindaco Sala e il ministro Minniti prendono applausi per la “svolta Pd sulla sicurezza” quando chiedono più rimpatrii e vanno per le spicce con sgomberi nelle stazioni.
Dunque ci sarebbe da attendersi lo stesso trattamento per Grillo e Raggi, che non fanno blitz né abbattono nottetempo baracche rom (come nella Roma di Veltroni), ma si limitano a scrivere una lettera al prefetto e un post su furti e minori sfruttati. E invece no: nel doppiopesismo all’italiana, c’è chi può e chi non può. Indovinate chi l’ha detto: “La cultura dello sceriffismo non ci appartiene. Ma non possiamo neppure accettare che le famiglie… siano importunate… né che il travestimento divenga un comodo alibi per agire impuniti. Dopo molte segnalazioni abbiamo deciso di intervenire contro due tipi di problemi di degrado. Uno, gli abusivi che molestano le persone nei parcheggi degli ospedali. Due, i finti mimi che in centro si avvicinano ai passanti con abbracci e baci (e spesso… rubano)”. È lo stesso che l’altroieri ha definito il post di Grillo sui furti nella metro “le classiche dichiarazioni a presa in giro degli italiani”. Uno che di classiche prese in giro se ne intende: Matteo Renzi, che il 26.11.2009, sindaco di Firenze, annunciò una tragicomica ordinanza per multare (da 80 a 480 euro) i mimi e i musicisti da ristorante o da bar (ladri e non), i mendicanti negli ospedali o agli incroci (molesti e non). Uno che, a leggere i giornaloni di ieri, dovrebbe essere l’alleato naturale di Salvini.
Volete ridere un altro po’? “Con la stessa lucidità di un ultras (uno solo sarebbe un ultra, ma fa niente, ndr) che torna a casa furibondo per una sconfitta nel derby e litiga col vicino afferrando il primo randello che gli capita, all’indomani della batosta alle comunali Grillo ha dato ordine ai suoi di aprire il fuoco contro i rom e i migranti… Di Battista da tempo ripete che bisogna espellere subito (verso quali Paesi?) chi sbarca in Italia senza avere diritto all’asilo politico… Ormai dobbiamo prendere atto che il M5S da ieri è in gara con la Lega. Due populismi che si incrociano, due demagogie che oggi si fanno concorrenza sulla pelle dei disperati. E che domani, chissà, potrebbero persino allearsi”. Perbacco, che grinta: del resto è Sebastiano Messina di Repubblica. Qualcuno potrebbe pensare che Repubblica sia fieramente contraria al rimpatrio degli irregolari, previsto dalla legge Turco-Napolitano (governo Prodi-1) ben prima che dalla Bossi-Fini, nonché dalle norme di tutta Europa e dalla giurisprudenza delle Corti europee. Opinione legittima, per carità, purché sostenuta sempre, nei giorni pari e in quelli dispari. Invece no. Sentite che piglio in questo titolo di Repubblica del 31.12.2016: “Svolta sulle espulsioni: ‘Vanno raddoppiate’. Minniti e Gabrielli: immigrati irregolari, più controlli, nuovi Cie, identificare e allontanare chi non ha diritto a rimanere. La svolta nella circolare firmata dal ministro Minniti e dal capo della polizia”. Non è meraviglioso? Basta usare due vocabolari. Quando lo dicono i 5Stelle, è razzismo, leghismo, populismo. Quando lo dice il governo, è “la svolta”.

Ps. Ieri il governatore sardo Francesco Pigliaru (Pd) ha comunicato a Minniti che la Sardegna non può sopportare altri aumenti nelle quote dei migranti. Che voglia allearsi con Grillo e Salvini? Si attende un vibrante editoriale di Repubblica.

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