domenica 25 giugno 2017

SE TUTTI CONDIVIDIAMO QUESTA NOTIZIA ADESSO, MEZZA ITALIA SCENDE IN PIAZZA A PROTESTARE.


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Per il salvataggio delle banche: così vanno via i soldi di molti italiani verso pochi italiani.


Non i molti piccoli imprenditori spazzati via dalla crisi che non hanno potuto restituire i prestiti delle banche, ma pochi grandi squali predatori dentro le banche, i dirigenti di queste banche che hanno percepito maxi stipendi e maxi liquidazioni e poi i grandi affaristi casinisti per gli altri ma non per se stessi alla De Benedetti.
E i fake media cosa fanno nel frattempo? Fanno gossip sulla Raggi, la Appendino, Di Maio, Di Battista, il padre di Di Battista, eccetera eccetera.
Gianluca Paolucci su La Stampa svela gli sprechi e i costi abnormi del salvataggio delle banche, che pesano sui cittadini italiani:
“Non è la cifra in sé, dice Stefano Caselli, docente di economia degli intermediari finanziari all’Università Bocconi. Piuttosto, «sono le risorse sprecate con il temporeggiamento». Sono più di 31 miliardi i soldi spesi per evitare il collasso di sistema bancario definito per anni «solido» nelle dichiarazioni ufficiali. Soldi delle banche sane e dei loro correntisti, soldi dei contribuenti e soldi dello Stato. Poco meno di due punti di Pil. O, se si preferisce, abbastanza per tagliare di quasi un punto e mezzo il debito pubblico. Soo numeri ancora provvisori ma rendono bene l’idea. Più di un miliardo e mezzo di euro al mese, se si considera il primo intervento quello fatto su quattro piccole banche dell’Italia centrale nel novembre del 2015”.
Ed ecco i costi nei dettagli:
“«Se la soluzione sono i soldi dei depositanti alla fine si tratta sempre dei soldi dei contribuenti», dice Caselli. Perché i soldi bruciati da Atlante erano soldi delle banche, come erano soldi del sistema bancario quelli spesi per le quattro banche e per tre piccole casse di risparmio in crisi (San Miniato, Rimini e Cesena). Il totale dei soldi spesi dal sistema bancario per evitare il collasso del sistema bancario sono stati pari a circa 12 miliardi di euro. Soldi almeno in parte recuperati grazie agli aumenti dei costi dei conti correnti.
Si arriva così ai soldi pubblici, cioè dei contribuenti, senza intermediazioni. Per Montepaschi serviranno almeno 6,6 miliardi, per le due banche venete addirittura di più: forse fino a nove miliardi. Non bastano: altri tre o quattro miliardi arriveranno dall’azzeramento del patrimonio e delle obbligazioni subordinate.”


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