lunedì 16 luglio 2018
“Stipendi mostruosi a vita per far nulla o al massimo raccontare balle” scandalo in Rai, Milena Gabanelli svela le folli prebende dei nullafacenti della tv di Stato
Milena Gabanelli per “Dataroom – Corriere della Sera”
Svincolata dai partiti, doveva decollare tre anni fa. Invece la più grande azienda culturale del Paese è rimasta nel parcheggio, invischiata nelle clientele e nelle inefficenze di sempre.
Mamma Rai impiega 13.058 dipendenti, di cui 1.760 giornalisti, suddivisi in 8 diverse testate: Tg1, Tg2, Tg3, TgR, Rainews 24, Il Giornale Radio, Rai Parlamento e Rai Sport. Il contratto giornalistico Rai è il più «blindato» d’ Italia: il costo azienda medio annuo è di 200.000 euro per ciascuno dei 210 capiredattori, 140.000 euro per i 300 capiservizio, 70.000 euro per i neoassunti.
Nel mondo, nessuna Tv pubblica ha tanti telegiornali nazionali. Un’ anomalia che risale ai tempi della «lottizzazione»: a ogni partito la sua area di influenza. Negli anni ha generato costi enormi poiché ogni testata ha un direttore, i vicedirettori, i tecnici, i giornalisti. E tutte le testate a coprire lo stesso evento.
Che senso ha, visto che ogni rete ha già gli spazi dedicati agli approfondimenti e ai talk, proprio per rappresentare le diverse letture dei fatti? La Bbc, una delle più grandi e influenti istituzioni giornalistiche al mondo, diffonde in Gran Bretagna un solo Tg: BBC news.
La Rai, con le tre testate nazionali, realizza ogni giorno oltre 25 edizioni di Tg; in Francia e Germania le edizioni quotidiane sono 7, nel Regno Unito e in Spagna 6. All’ offerta ipertrofica si aggiunge il canale Rainews 24, che trasmette notizie 24 ore al giorno. Abbiamo la più grande copertura informativa d’ Europa e un esercito di giornalisti, eppure, nonostante i telespettatori siano inesorabilmente in calo perché si informano sul mondo digitale, la Rai non ha un sito di news online.
Poi c’ è il tema delle sedi regionali: i 660 giornalisti fanno capo alla direzione Tgr, mentre le 22 sedi, con altrettanti direttori, che si occupano solo dei muri e dei tecnici, fanno capo a una fantomatica Direzione per il coordinamento delle sedi regionali ed estere.
Gli edifici sono faraonici, con interi piani inutilizzati, ma la qualità della cronaca locale non è sempre brillante: potenzialità enormi, inefficienza cronica. Ma, essendo i Tg regionali luoghi in cui sindaci e governatori esercitano la loro influenza, oltre che bacino di consenso per il potente sindacato Usigrai, si tira a campare.
Qualche esempio. In Emilia Romagna non c’ è una buona copertura del segnale e, in alcune zone, si vede il Tgr Veneto o il Tgr Marche; è presente una obsoleta «esterna 1» per le dirette, un mastodonte costoso usato solo per la messa della domenica, con una squadra di 5 persone che, per ragioni sindacali, non può fare altro quando il mezzo è fermo.
Al Tgr Lazio regna il degrado: dalle luci al neon fulminate alle cuffie della radiofonia fuori uso; tutti i giornalisti stanno a Saxa Rubra, nessun corrispondente dalle province. A Torino, per poter usare un mezzo satellitare leggero, adatto alle dirette, la Tgr deve chiedere l’ assenso a 4 diversi responsabili, una procedura che non si adatta ai tempi delle news. In Puglia, i due redattori territoriali hanno la telecamerina in dotazione, ma non la usano perché il sindacato non vuole.
A Sassari, 4 specializzati di ripresa non escono con la troupe, non guidano la macchina e stanno in studio, per quei due movimenti di camera che potrebbero anche fare i tecnici. Il caporedattore non può decidere sul loro utilizzo, perché dipendono dal direttore di sede. In Sicilia, gli impiegati di segreteria sarebbero disponibili e qualificati per archiviare e metadatare le immagini, ma non hanno accesso al sistema.
La Tgr Lombardia (con 50 giornalisti) è quella che collabora di più con i Tg nazionali; però Tg1, Tg2, Tg3, Rainews e Rai Sport hanno comunque tutti i propri giornalisti a Milano. Il materiale grezzo viene buttato, perché nessuno lo cataloga. Poi c’ è un aspetto che la dice lunga sulle competenze dei dirigenti: le testate nazionali e quelle regionali sono state digitalizzate con sistemi che non comunicano fra loro, per cui è difficile lo scambio di immagini.
Il Consiglio d’ amministrazione insediato nel 2015 è partito in quarta dando vita a Ray Play, ma la mission era proprio quella di rendere più efficiente la TgR, riorganizzare l’ offerta informativa nazionale e colmare il gap digitale. In questi 3 anni, il Cda è riuscito a far naufragare tutti i progetti.
Incluso quello per la nascita del sito unico di news online, già sviluppato dalla Direzione Digital e con la formazione presso le redazioni regionali già avviata (oggi sei regioni hanno il loro sito). Il motivo? Prima di dar vita a una nuova testata, bisognava ridurre il numero di quelle già esistenti.
Sta di fatto che il sito nazionale esistente è dentro a Rainews 24 e produce un traffico irrilevante. Questa è la classifica Audiweb degli utenti unici giornalieri, nell’ ultima settimana di giugno: RaiNews 95.000, TgCom 967.000, Corriere della Sera 1.300.000, Repubblica 1.400.000.
In sostanza tutti i cittadini sono obbligati a pagare il canone (1 miliardo e 700 milioni l’ incasso del 2017), ma chi si informa soltanto online non ha un servizio pubblico degno di questo nome. In compenso, lo stesso Cda ha portato avanti uno studio di fattibilità di un nuovo canale tradizionale in lingua inglese.
Ad occuparsene in prima persona la presidente Monica Maggioni, a fine mandato, e quindi in cerca di una futura direzione.
Questa è la Rai, che attende il prossimo giro di giostra. Il capitale umano che lavora ai piani bassi, dove si realizza il prodotto, ha bisogno di una forte spinta; speriamo che la giostra sia un «calcinculo». Con un management esperto e libero dai condizionamenti della politica, potrebbe uscirne un’ azienda leader in Europa.
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tutti ladri .....ridurre drasticamente questi stipendi
RispondiEliminaInsomma una vera schifezza...soldi buttati al vento e ...gente che in pratica Non lavora....
RispondiEliminaBella Italia....
È arrivato il momento di sfoltire organizzare e soprattutto ridimensionare gli stipendi.
RispondiEliminaDirei
EliminaDal titolone mi aspettavo una disamina della Gabanelli su prebende a nullafacenti e altro ancora.Ma quello che leggo è alracosda,solo un avvicinamento alla grande scalata per i rinnovi del c.d.a e tutto quello che vi ruota intorno.
RispondiEliminaQuindi va bene così?
EliminaLa migliore "soluzione"???...PRIVATIZZARE TUTTO!!
RispondiEliminaNo, rendere efficiente il pubblico è ancora possibile
Elimina..cacciare i parassiti....chiudere i programmi mediocri...ridurre gli stipendi.... investire su prodotti decenti....eliminare radicalmente il peso politico dalle fonti di informazione!
RispondiEliminai TG 1 --2 -3 sono stati creati dalla DC PC PSI ..sono stati ereditati anche nel " cambiamento" HANNO EREDIDATO E SOSTENUTO A SPDA TRATTA IL ..PEGGIO... ADESSO BISOGNA AVERE LA FORZA DI FARE PULIZIA , LICENZIANDO SOPRATUTTO GLI INCAPACI ,NON VERITIERI E COLORATI PROTETTI DALLE FORZE POLITICHE ..il sottogoverno è il MALE assoluto ..
RispondiEliminaInformarsi on line!
EliminaUno degli scandali della partitocrazia, è proprio il servizio pubblico radiotelevisivo.
RispondiEliminaNon solo per la moltiplicazione e la spartizione, un tempo ideologica delle reti, ma per il livello infimo dei contenuti culturali. Dopo 60 anni di quel becero ritornello progressista, della “destra e della sinistra”, che tanto successo ha avuto per l’eliminazione degli avversari, ci ritroviamo a pagare per tre reti, tutte ad impronta piddina, dove gli pseudo “valori intellettuali” progressisti, sono spalmati su tre reti, tre telegiornali, tre redazioni centrali, tre reti radiofoniche, tutte sostanzialmente uguali, semmai una peggiore dell’altra. Ma che gravano sulle spalle dei malcapitati spettatori (sempre più scarsi...), con costi triplicati, spese per i “conduttori” faraoniche, con contenuti, spesso strumenti e modelli di vera e propria mala vita, egemonizzati da produzioni ideologiche che riflettono esclusivamente quel pensiero unico, che proprio le elezioni del 4 di Marzo, hanno nella sostanza, bocciato.
Per me potrebbe pure chiudere!
RispondiEliminainformazione zero notizie solo x le loro cazzate e x l lecchinaggio non vale il costo del canone prima avevamo lo sport adesso abbiamo la belen le stronzate della Litizetto e il suo compagno falso come giuda . io vorrei x pagare questo canone la formula 1 il calcio ma un notiziario degne di questo nome allora funzionerebbe la rai e fuori sindacati e politici della politica voglio solo il vangelo di comportamento dei dipendenti e se non lo fanno licenziamento subito grazie di avermi letto
RispondiEliminaAlitalia 2 ??
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