venerdì 4 gennaio 2019

"I sindaci disobbedienti possono essere rimossi, lo dice la Costituzione". Cosi il costituzionalista Ainis smentisce i parassiti che vogliono violare la legge di questo Governo



PALERMO – Lo scontro istituzionale tra il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il ministro dell’Interno Matteo Salvini non accenna a esaurirsi e le conseguenze potrebbero essere serie. Le indica con precisione, parlando con l’Ansa, il costituzionalista Michele Ainis, includendo nel ragionamento Orlando e tutti gli altri sindaci che intendono non applicare il cosiddetto “decreto sicurezza”.

“Il rischio da un lato è l’incriminazione per abuso ufficio, se i prefetti li denunciassero. Dall’altro la rimozione dalla loro carica. L’articolo 142 testo unico degli enti locali prevede che il ministro dell’Interno possa rimuovere i sindaci se colpevoli di gravi e persistenti violazioni di legge. E se ci fosse un’urgenza potrebbe lo stesso prefetto a sospenderli dalla carica”.

“La democrazia – continua Ainis – è fatta di procedure. Nel caso in cui le leggi offendano il nostro senso di giustizia, il rimedio è interrogare la Corte costituzionale”. Il costituzionalista si dice “perplesso sulla possibilità di un’obiezione di coscienza generalizzata sulle leggi dello Stato” e dunque sulla decisione del sindaco di Palermo Leoluca Orlando di sospendere nel suo Comune gli effetti della legge ordinando ai dirigenti dell’anagrafe di continuare a iscrivere nel registro dei residenti i migranti richiedenti asilo. “Se però le direttive di Orlando sono uno strumento per consentire attraverso un successivo contenzioso di interpellare la Corte costituzionale, allora il sistema si riassetta”

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