lunedì 4 febbraio 2019

"Ecco i nomi e cognomi dei giornalisti che stanno con il potere e non con i cittadini". Capolavoro Paragone, finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di smascherare i "pennivendoli" al servizio dei poteri forti



“Quando vi parlo dei giornalisti, voce e penna del sistema, intendo esattamente quello che è accaduto a Piazza Pulita”.

Così Gianluigi Paragone in un post pubblicato sulla propria pagina Facebook in cui ha raccontato che “Federico Fubini vicedirettore del Corriere della Sera, nonché ospite più o meno fisso dato che l’editore di La7 e del Corriere della Sera è lo stesso, ha parlato a Barbara Venuti che è una risparmiatrice della popolare di Vicenza che ha perso 150 mila euro”.

Fubini ha detto che Barbara Venuti è “imprudente” e secondo Paragone questa parola “è molto insidiosa, subdola, perché sta quasi sottintendendo che è stata più una speculatrice che una risparmiatrice. Federico Fubini è penna del sistema, è voce del sistema, perché vorrebbe tentare di mettere fuori gioco cioè di togliere il senso della battaglia di questi risparmiatori anche attraverso una sola parola” ha osservato.

“Ma siccome queste persone hanno decisamente più forza, più scorza, hanno le cicatrici cosa che una fighetta come Federico Fubini che è penna del sistema non può avere, ecco che lei risponde dicendo che ‘nel 2019 non posso più accettare che sia dell’imprudente a figure come la mia, quella di mia madre e di altre 210mila persone'” ha proseguito il giornalista.

“Io aggiungo altre due considerazioni: ieri vi abbiamo raccontato la storia di Roberta, una storia che Libero, Vittorio Feltri, ha avuto il coraggio di mettere in prima pagina; questa signora non era più in grado di onorare il debito contratto con Unicredit e verrà sloggiata, non c’è più il senso della pietas ma mica Federico Fubini si può occupare di storie del genere, i giornali come Corriere, Repubblica, devono raccontare la disperazione degli altri ultimi che conviene loro raccontare” ha detto ancora l’esponente pentastellato.

La secondo considerazione è che “nessuno ha il coraggio di mettere nero su bianco il dispositivo della sentenza con cui vengono sloggiate queste persone” perché “l’interesse del creditore è più importante della sofferenza del debitore” ha concluso.

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