lunedì 3 dicembre 2018

Le ultime sulla Manovra: ecco i cambiamenti del Governo. Non si toccano RDC e quota 100



Raddoppia il taglio dell'Imu per i capannoni così come promesso da Matteo Salvini e arrivano 4 mila assunzioni per i centri per l'impiego, primo tassello per la realizzazione del reddito di cittadinanza tanto caro a Luigi Di Maio. E poi ancora, paletti per i furbetti della flat tax, più fondi per ridurre le liste d'attesa della sanità e la proroga della concessione per il Superenalotto. Sono tante le novità in arrivo (fino anche alla nascita del catasto della frutta) nella cinquantina di emendamenti di governo e relatore alla manovra depositati in commissione alla Camera, ma non c'è traccia delle modifiche attese sulle misure di bandiera di Lega e M5S, pensioni e reddito di cittadinanza. Correttivi su cui si sta giocando la partita con Bruxelles e che sono al centro di un ennesimo braccio di ferro fra i due partiti azionisti del governo giallo-verde.

L'iter parlamentare
L'obiettivo dell'esecutivo, ribadito più volte dal premier Giuseppe Conte in occasione del G20 di Buenos Aires, è quello di evitare la procedura di infrazione sulla manovra italiana. Un negoziato che si gioca proprio sulle correzioni che si intende apportare alla manovra ma di cui al momento non c'è traccia. Sembra ormai evidente da giorni che i nodi verranno affrontati in seconda lettura al Senato, e ad avvalorare questa strada è stato il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio Claudio Borghi che, dopo i continui slittamenti dell'esame, ha chiarito che alla Camera non ci sono più i tempi per intervenire. Oggi, infatti, riprenderanno no-stop i lavori della commissione che proseguiranno ad oltranza domani a partire dalle 10 con l'obiettivo di licenziare il provvedimento martedì e consentire l'approdo in aula mercoledì. Il calendario è fittissimo. Solitamente la prima settimana di dicembre le ex Finanziarie erano già state approvate da un ramo del Parlamento e si accingevano ad iniziare l'iter nell'altro ramo. Quest'anno il rischio di uno slittamento del via libera finale della manovra a dopo Natale è concreto.

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