giovedì 6 dicembre 2018

Non ha mai lavorato in vita sua e si porta a casa una pensione da 3 mila euro. Vittorio Sgarbi parassita da Record




Cinquant'anni di contributi, ma figurativi: dal 1985 il critico d'arte è in aspettativa gratuita. Così percepirà «fra i 2,5 e i 3,5 mila euro», nonostante la Fornero


Vittorio Sgarbi va in pensione. No, non nel senso che non lo vedremo più in parlamento come deputato, a Sutri come sindaco o in televisione come opinionista. Nel senso che, a partire dal prossimo anno, il famoso politico e critico d'arte percepirà l'assegno previdenziale, a 66 anni d'età. «Vado in pensione con la Fornero, cioè con le regole più severe, per limite anagrafico», rivela in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Panorama.

Posto sì, lavoro no
L'aspetto curioso della sua vicenda, semmai, sta nel fatto di essere, come titola lo stesso settimanale: «L’uomo che è andato in pensione senza lavorare un giorno». O meglio, precisa lo stesso Sgarbi, avendo ricoperto un posto di lavoro «per cui non sono mai stato retribuito, a voler essere pignoli. È diverso. Ero sempre in aspettativa gratuita. Non mi pagavano. Quasi sempre, negli ultimi 25 anni. Ma allo Stato non sono costato un solo centesimo di stipendio». Di stipendio no, ma di contributi figurativi sì. Perché, dal 1985 ad oggi, ha mantenuto il suo ruolo di funzionario dei Beni culturali, ma quasi sempre in aspettativa gratuita. Dunque non svolgeva quel lavoro, non veniva pagato, ma nel frattempo maturava la contribuzione: oggi sono 45 anni, che salgono a 50 con il riscatto della laurea e del perfezionamento.

Quanti soldi prenderà di pensione
In questo modo, Vittorio Sgarbi ha conquistato legalmente il diritto alla pensione. Anche piuttosto ricca: «Il conto ancora non lo so: fra i 2,5 e i 3,5 mila euro, immagino», afferma lui. Giudicate voi se questi soldi siano meritati o meno. Di sicuro gli serviranno, visto che le spese in casa sua non sono poche: «A occhio e croce? Poco più di 30 mila euro. Assistenti, dipendenti della Fondazione... 7 mila solo di affitto. I soldi della pensione li metterò nella Fondazione, che dà lavoro a sei dipendenti nel campo delle Belle arti». Un intento certamente lodevole. Resta il fatto che andare in pensione con la «quota Sgarbi» si rivelerà sicuramente più vantaggioso che con la famosa quota 100.

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