giovedì 2 novembre 2017

In arrivo il ‘regalo’ del Governo nazionale: la tassa sui morti, 30 euro all’anno per ogni caro estinto

Bisogna pure trovare il modo per risanare il Bilancio dello Stato e, soprattutto, dei Comuni. Non c’è molto da scegliere: o portare l’IVA al 24%, o trovare metodi alternativi per scippare altri soldi dalle tasche degli italiani.

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Quale migliore modo se non quello di far pagare i morti? O meglio, i familiari del ‘caro estinto’? Se poi la sanità pubblica peggiorerà, facendo aumentare i morti, soprattutto gli anziani si pagheranno anche meno pensioni…


Morire? Non lo dite nemmeno per scherzo! Perché il Governo nazionale di centrosinistra e il Parlamento nazionale di ‘nominati’, prima di togliere il disturbo, hanno in serbo una bella sorpresa per gli italiani: una tassa sull’Aldilà. Sì, ogni morto, se la riforma dei servizi funerari – in questi giorni in discussione al Senato – verrà approvata, dovrà pagare almeno 30 euro all’anno per il mantenimento dei cimiteri. La ‘tassa sul caro estinto’ è ormai dietro l’angolo, anzi, dietro il loculo, per dirla con il giornale on line Secolo d’Italia.

La permanenza nella ‘Grande Europa dell’euro’ costa un sacco di soldi (oltre 90 miliardi di euro all’anno solo di interessi sul debito). Più gli oltre 20 miliardi all’anno per mantenere le varie burocrazie (Parlamento europeo e ‘ammennicoli’ vari). Da qualche parte i soldi debbono arrivare. Si parla di portare l’IVA al 24%. Ma una scelta del genere vanificherebbe tutti gli sforzi fatti nell’ultimo anno per far credere agl’italiani che in Italia è iniziata la ripresa economica…

E allora? E allora ecco la trovata geniale: tassare i morti. Ma come faranno i morti, in quanto tali, a pagare? Se sono proprietari di beni immobili o mobili, beh, tali beni verranno ‘aggrediti’. Sui soldi sarà un po’ difficile, perché farli sparire prima, per i familiari, è piuttosto semplice.

Ma i beni immobili, beh, quelli si possono sempre acciuffare, anche se ci saranno passaggi di proprietà. Ci saranno contenziosi? Certo. A meno che i familiari, per levare lite, non consegneranno – supponiamo ai Comuni – 30 euro all’anno per ogni parente defunto…

Papà, mamma e quattro nonni? Sono 180 euro all’anno per riposare in eterno. Spesa da dividere tra gli eredi. Chi vive di più, paga di più. Via, non è geniale ‘sta trovata?

In prospettiva – grosso modo in un decennio – i Comuni italiani dovrebbero risanare i propri conti, facendo pagare ai cittadini i soldi che lo Stato ha tagliato agli stessi Comuni (nel caso della Sicilia, anche i soldi che la Regione non eroga più ai Comuni).

I tempi del ‘risanamento’ dei bilanci comunali con la ‘tassa sul caro estinto’ dipenderanno molto dalla sanità: più peggiorerà la sanità pubblica (e, sotto questo profilo, l’Italia sta lavorando ‘molto bene’… .la Sicilia benissimo…), più aumenterà il numero dei morti e maggiori saranno le ‘entrate’.

Questo passaggio è delicatissimo perché, contemporaneamente – sempre per ‘risparmiare’ – bisognerà aumentare l’età pensionistica, portandola, com’è noto a 67 anni. Ma l’età pensionistica si può aumentare solo se aumenta l’aspettativa di vita, cioè se la gente vive di più.

Ma se vive di più come si fa a far aumentare la ‘tassa sul caro estinto’ che presuppone, invece, un robusto aumento della mortalità?

Qui sarà molto importante la disinformazione per ottenere la quadratura del cerchio. Una soluzione potrebbe essere rappresentata dall’aumento della mortalità, soprattutto tra gli anziani: questo darà luogo a un risparmio sulle pensioni e, contemporaneamente, a un aumento degli introiti della ‘tassa sul caro estinto’.

Ma bisognerà evitare di mettere assieme le due cose…

Il disegno di legge per far pagare le tasse anche ai morti non piace al presidente nazionale del Movimento Difesa del Cittadino, Francesco Luongo:

“Si tratta di una proposta che vuole riorganizzare il settore dei funerali, riordinare il sistema cimiteriale e combattere l’evasione fiscale, ma che in sostanza introduce nuovi costi per i cittadini per il funerale e la sepoltura dei propri cari – denuncia Luongo -. La nuova ‘tassa’ prevede innanzitutto l’applicazione dell’Iva al 10% sui servizi funerari, fino a oggi esenti dall’imposta e persino il pagamento di una sorta di affitto sulla tomba”.

Qui arriva la notizia che abbiamo già illustrato: un contributo annuale che dovrebbe essere pari a 30 euro, “destinato – scrive Longo – a finanziare la vigilanza e il controllo da parte delle aziende locali. Il disegno di legge introduce anche l’obbligo per i Comuni di destinare il 20% della TASI incassata ai cimiteri monumentali affinché possano coprire i loro costi”.

Brutte notizie anche per le Agenzie funebri. Ricordiamoci che la ‘Grande Europa dell’euro’ è liberista. Che significa? Semplice: concentrazione in poche mani degli affari.

“Le aziende che “non si adegueranno alle nuove norme – dice sempre Luongo – saranno inesorabilmente costrette a chiudere o a essere assorbite da altre imprese più grandi. Tutto questo comporterà inevitabilmente un aumento dei costi dei funerali e del mantenimento dei loculi e cappelle in cui sono sepolti i nostri cari estinti. Se un funerale tipo, ad esempio, oggi costa in media 2.000 euro, con la nuova norma la spesa aumenterà a 2.200 euro”.


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