Si dice che “Nessuno può essere profeta a casa propria”, eppure qualcuno ci riesce, soprattutto quando si tratta di società farlocche. Oggi hanno arrestato i vertici di Blutec, società che aveva rilevato il sito ex FIAT di Termini Imerese e che ivi avrebbe dovuto produrre auto elettriche. Come narra Il Fatto Quotidiano dei 21 milioni destinati da Invitalia 16 sarebbero stati distratti verso altri usi, tra cui la speculazione finanziaria, e non utilizzati nel rilancio del sito industriale.
Ora la guardia di Finanza ha provveduto ai sequestri e vedremo come procederà la situazione, ma l’accaduto non era prevedibile?
Nel 2015, come riportava il sito Livesicilia in un articolo del 28 settembre 2015 Ricordava come il Blog di Beppe scrivesse :
Blutec è un bluff così come si era dimostrata una scatola vuota la Grifa Srl – scrive il M5S – e la riconversione del sito ex Fiat di Termini Imerese resta un miraggio. Lo avevamo denunciato già tempo fa, ora chiediamo al ministro Guidi di poter partecipare al tavolo presso lo Sviluppo economico.
Tutto questo era rivolto al Ministro Guidi, dello Sviluppo Economico, che invece assegno Termini Imerese, insieme a 350 milioni di aiuti, alla Blutec, la stessa i cui amministratori ora sono indagati.
Tra l’altro il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture dell’epoca, Graziano Delrio, fu interrogato dalla stampa sulla questione, rifiutandosi di rispondere.
Nel frattempo il Fiat Fiorino elettrico verrà prodotto in Turchia, e la 500 elettrica a Mirafiori. quindi che facciamo a Termini Imerese?
Ora il suggerimento: a fine mese arriva il Presidente cinese Xi e si parla di Memorandum da firmare. Visto che ci siamo perchè non far assemblare, adattata al mercato europeo, una qualche macchina elettrica cinese? Ad esempio la Changan CS15EV
Questa macchina viene venduta al dettaglio in Cina per 25 mila euro, con 300 km di autonomia. Bisogna adattarla al mercato europeo, ma perchè non far partire una Joint Venture, con maggioranza italiana, che inizialmente soprattutto assembli, per poi, progressivamente, passare ad una produzione parzialmente in Italia e quindi a modelli nazionali? Non si inventa un’automobile dal nulla.
Nessun commento:
Posta un commento