L’immigrazione è il più grande fallimento dei partiti. Il Regolamento di Dublino e l’accordo sui migranti con la Turchia hanno trasformato l’Italia nel campo profughi d’Europa. I cittadini pagano l’incapacità dei partiti. L’immigrazione deve essere gestita, le leggi rispettate, così come i Trattati europei che prevedono la solidarietà fra gli Stati membri per la gestione delle emergenze. L’Italia
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deve lavorare per rimuovere le cause che costringono migliaia di essere umani a lasciare i propri Paesi di origine. Ecco perché serve un embargo alla vendita di armi ai Paesi in guerra civile, la fine dello sfruttamento dei Paesi terzi, una vera cooperazione internazionale e di sviluppo dei Paesi di origine. Con vie legali e sicure di accesso all'Unione europea diminuirebbero le traversate in mare, la pressione dei flussi sulle frontiere esterne e si contrasterebbe il traffico di esseri umani. Chiediamo il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo arrivati in Italia e la revisione del Regolamento di Dublino III che assegna gli oneri maggiori relativi all’esame delle domande di asilo e alle misure di accoglienza al primo Paese d'ingresso dell’Unione Europea. Ci deve essere certezza e velocità nelle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato. Le Commissioni territoriali che verificano le domande devono essere potenziate e messe nella condizione di lavorare al meglio. È indispensabile che la gestione dei fondi destinati al sistema di accoglienza sia assolutamente trasparente. Mai più Mafia Capitale e via la criminalità organizzata dalle strutture che accolgono i migranti.
1 - Le vie legali di accesso
Per arrivare allo storico obiettivo di scardinare il business degli scafisti e azzerare sbarchi e morti nel Mar Mediterraneo, bisogna rafforzare lo strumento delle vie legali e sicure di accesso per raggiungere l’Europa.
2 - Il ricollocamento dei richiedenti asilo
La gestione dei flussi, l’accoglienza, le responsabilità e gli oneri devono essere condivisi equamente tra tutti gli Stati Membri in base a parametri oggettivi e quantificabili, come popolazione, PIL e tasso di disoccupazione.
3 - Le Commissioni territoriali
Le Commissioni territoriali devono essere potenziate e messe nella condizione di lavorare al meglio. In Italia una procedura per il riconoscimento della protezione internazionale dura mediamente 18 mesi. Nel resto d’Europa 6 mesi.
4 - La cooperazione internazionale
La cooperazione internazionale allo sviluppo è una forma di collaborazione che avviene tra Stati con l’obiettivo di sostenere le aree più deboli del pianeta. Ripudiare le guerre e pretendere uno sviluppo economico dei Paesi terzi senza sfruttamento è un primo passo per prevenire le cause dirette dei flussi migratori.
lunedì 27 novembre 2017
Legge Fornero, il M5S all'attacco: "Dobbiamo abolirla"
"Non se ne può più della legge Fornero, non si può andare in pensione a 67 anni". "La dobbiamo abolire", ha rassicurato Di Maio riscuotendo gli applausi dei presenti. Il tema delle pensioni è intensamente sentito da nord a sud. La legge Fornero è la più contestata di sempre, un vero dramma sul fronte sociale, con ricadute negative su lavoratori, famiglie e imprese. "Sappiate - ha rassicurato
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Luigi Di Maio - che queste tre leggi, legge Fornero, Jobs act e Buona scuola noi abbiamo intenzione di abolirle". Sempre più ampio e determinato dunque il fronte per l'abolizione della legge Fornero. A volerci ragionare bene, unendo i numeri in Parlamento, pentastellati e leghisti potrebbero fare da traino agli altri parlamentari "dissidenti" sui vari partiti, chissà che non possa rivelarsi la volta buona in questo clima da campagna elettorale.
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Luigi Di Maio - che queste tre leggi, legge Fornero, Jobs act e Buona scuola noi abbiamo intenzione di abolirle". Sempre più ampio e determinato dunque il fronte per l'abolizione della legge Fornero. A volerci ragionare bene, unendo i numeri in Parlamento, pentastellati e leghisti potrebbero fare da traino agli altri parlamentari "dissidenti" sui vari partiti, chissà che non possa rivelarsi la volta buona in questo clima da campagna elettorale.
Lavoro, ecco cosa farà il M5S oltre il Reddito di Cittadinanza. Diffondete
Qualità, democrazia e diritti: ecco il lavoro del futuro
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L’innovazione, la digitalizzazione e l’avvento dell’economia dei beni immateriali ci spingono a rivedere il rapporto tra tempo di vita e tempo di lavoro, svincolando il concetto di produttività dal totem del cartellino da timbrare. Bisogna poi promuovere nuove forme di democrazia e di partecipazione dei lavoratori alla vita dell’azienda, sostenendo un rinnovamento radicale del funzionamento dei sindacati che devono abbandonare anacronistici privilegi. Infine c’è il grande tema della flessibilità previdenziale in uscita, delle tutele per i lavoratori precoci e per i mestieri più gravosi, perché sia le imprese che la Pubblica amministrazione hanno bisogno di ringiovanirsi per guadagnare efficienza e competitività.
1- RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO
Il MoVimento 5 Stelle favorirà processi di riorganizzazione produttiva, riducendo l’orario di lavoro al di sotto delle 40 ore settimanali. Bisogna incentivare una diversa distribuzione, più inclusiva, dello stock di lavoro, ad esempio incoraggiando il part-time e scoraggiando, al contrario, gli straordinari. Ma faciliteremo anche i contratti di solidarietà difensivi ed espansivi, rafforzando infine il sistema dei congedi. I Paesi europei in cui si lavora meno sono quelli ricchi del Nord Europa, mentre quelli in cui si lavora di più sono i Paesi dell'Est e del Sud. Un greco lavora il 50% in più di un tedesco. Questo dimostra la necessità di ripensare la divisione delle ore lavorate.
- Riducendo l'orario di lavoro al di sotto delle 40 ore settimanali 12.869
- Riducendo le giornate lavorative settimanali e/o annue: settimana di 4 giorni, aumento dei riposi, ecc. 10.167
- Disincentivando lo straordinario sul piano contributivo e fiscale 7.988
- Incentivando il part time lungo (> 30 ore) sul piano contributivo e fiscale 7.798
- Introducendo il diritto individuale al part time, salvo oggettiva impossibilita' organizzativa 7.345
- Estendendo i congedi genitoriali, assistenziali, di studio e per attivita' civiche, anche aumentando le relative indennita' economiche (es. dal 30% al 60% per i congedi parentali) 6.879
- Incentivando i contratti di solidarieta' difensivi, come strumento di riduzione dell'orario di lavoro e del salario, con lo scopo di mantenere l'occupazione in caso di crisi aziendale 6.831
- Incentivando i contratti di solidarieta' espansivi, come strumento di riduzione dell'orario di lavoro e del salario, con lo scopo di favorire nuove assunzione all'interno dell'azienda 5.961
- Incentivando il part time anche per i ruoli di responsabilita' 2.862
2 - Una pensione pensata per le esigenze del cittadino
Il MoVimento 5 Stelle aumenterà la libertà dei lavoratori di decidere, entro certe soglie e limiti, il livello di contribuzione (anzianità) e l’età anagrafica di uscita dal lavoro, consentendo loro di bilanciare esigenze differenti (logorio professionale, necessità di avere più tempo libero o esigenza, al contrario, di percepire un assegno previdenziale più ricco). Estenderemo le tutele previdenziali dei cosiddetti lavori “usuranti” a categorie professionali oggi non incluse e terremo conto delle esigenze dei cosiddetti “precoci”. Va ricalibrato anche l’incentivo legato alla “staffetta generazionale”.
Approfondisci sul blog
Hanno partecipato alle votazioni 24.050 iscritti certificati che hanno espresso 23.286 preferenze.
- Incentivando la staffetta generazionale, come strumento di riduzione dell'orario del lavoratore vicino alla pensione, a fronte dell'assunzione di giovani, al fine di favorire l'occupazione giovanile e accompagnare i lavoratori anziani verso la pensione, garantendo un passaggio di conoscenze ed esperienze tra generazioni 11.791
- Garantendo la liberta' dei lavoratori di decidere, entro certi limiti, il livello di contribuzione e l'eta'/anzianita' di uscita dal lavoro 4.695
- Garantendo comunque l'accesso alla pensione con 41 anni di contributi versati a prescindere dall'eta' anagrafica 4.548
- Estendendo le tutele previdenziali dei cosiddetti lavori "usuranti" a categorie professionali oggi non incluse 2.252
3 - Partecipazione dei lavoratori alle decisioni aziendali
Il MoVimento 5 Stelle favorirà il coinvolgimento dei lavoratori nell’elaborazione delle strategie, nell’organizzazione produttiva e nei processi decisionali della loro impresa. Si ragionerà su meccanismi che vanno dalla partecipazione a gruppi di miglioramento fino a un sistema di rappresentanza vicino alla cogestione di stampo tedesco, con eventuale partecipazione agli utili. Si tratta di un principio di disintermediazione che contribuisce anche ad accrescere il senso di appartenenza dell’addetto all’impresa.
- Avere dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione per discutere la strategia e le risorse aziendali (Es. Consigli di Sorveglianza come in Germania) 12.609
- Poter partecipare agli utili dell'azienda 8.079
- Poter partecipare a gruppi di miglioramento, composto da lavoratori, per l'innovazione organizzativa e la qualità del lavoro 7.312
- Poter dire la propria su come è organizzato il lavoro anche attraverso proposte e suggerimenti di cui il management deve tenere conto 6.649
- Avere spazio di scelta sul proprio orario di lavoro (Orario scelto) 6.460
- Avere dei rappresentanti eletti direttamente da tutti i lavoratori per la gestione quotidiana dei problemi organizzativi con l'azienda 5.934
4 - Stop ai privilegi dei sindacalisti
Il MoVimento 5 Stelle vuole tagliare gli assurdi privilegi che, all’interno del sistema sindacale, hanno contribuito a creare situazioni da casta parassitaria e completamente scollata dalla realtà del lavoro che cambia. Cercheremo di scoraggiare la commistione tra sindacato e grande imprenditoria o politica: troppi ex esponenti delle sigle dei lavoratori fanno poi generose carriere in Parlamento, nei partiti, al governo o grazie a posti di potere nella gestione di grandi aziende. Inoltre, stop ai finanziamenti pubblici più o meno occulti, basta ai distacchi retribuiti se non legati all’effettiva rappresentanza nei luoghi di lavoro e stop al rinnovo automatico delle tessere. Bisogna poi mettere ordine nell’esercizio di caf e patronati.
- STOP ai sindacalisti carrieristi della politica e nei consigli di amministrazione e gestione delle aziende 15.081
- STOP ai bilanci opachi senza obblighi di trasparenza 12.625
- STOP ai finanziamenti pubblici e alle quote di servizio dei contratti e degli enti bilaterali 7.549
- STOP al rinnovo automatico delle tessere degli iscritti al sindacato 5.796
- STOP ai distacchi retribuiti se non sono legati alla effettiva rappresentanza nei luoghi di lavoro 4.524
STOP all'esercizio di Caf e Patronati senza alcun reale controllo pubblico 2.134
5 - Libera rappresentanza sindacale
Il MoVimento 5 Stelle garantirà a tutti i lavoratori il diritto di poter eleggere le proprie rappresentanze sindacali e di essere eletti, con una competizione equa e aperta tra tutte le sigle dei lavoratori, indipendentemente dall’aver firmato l’accordo sindacale con le controparti. Si tratta in definitiva di applicare, finalmente, in modo compiuto l’articolo 39 della Costituzione sulla libera iniziativa sindacale.
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L’innovazione, la digitalizzazione e l’avvento dell’economia dei beni immateriali ci spingono a rivedere il rapporto tra tempo di vita e tempo di lavoro, svincolando il concetto di produttività dal totem del cartellino da timbrare. Bisogna poi promuovere nuove forme di democrazia e di partecipazione dei lavoratori alla vita dell’azienda, sostenendo un rinnovamento radicale del funzionamento dei sindacati che devono abbandonare anacronistici privilegi. Infine c’è il grande tema della flessibilità previdenziale in uscita, delle tutele per i lavoratori precoci e per i mestieri più gravosi, perché sia le imprese che la Pubblica amministrazione hanno bisogno di ringiovanirsi per guadagnare efficienza e competitività.
1- RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO
Il MoVimento 5 Stelle favorirà processi di riorganizzazione produttiva, riducendo l’orario di lavoro al di sotto delle 40 ore settimanali. Bisogna incentivare una diversa distribuzione, più inclusiva, dello stock di lavoro, ad esempio incoraggiando il part-time e scoraggiando, al contrario, gli straordinari. Ma faciliteremo anche i contratti di solidarietà difensivi ed espansivi, rafforzando infine il sistema dei congedi. I Paesi europei in cui si lavora meno sono quelli ricchi del Nord Europa, mentre quelli in cui si lavora di più sono i Paesi dell'Est e del Sud. Un greco lavora il 50% in più di un tedesco. Questo dimostra la necessità di ripensare la divisione delle ore lavorate.
- Riducendo l'orario di lavoro al di sotto delle 40 ore settimanali 12.869
- Riducendo le giornate lavorative settimanali e/o annue: settimana di 4 giorni, aumento dei riposi, ecc. 10.167
- Disincentivando lo straordinario sul piano contributivo e fiscale 7.988
- Incentivando il part time lungo (> 30 ore) sul piano contributivo e fiscale 7.798
- Introducendo il diritto individuale al part time, salvo oggettiva impossibilita' organizzativa 7.345
- Estendendo i congedi genitoriali, assistenziali, di studio e per attivita' civiche, anche aumentando le relative indennita' economiche (es. dal 30% al 60% per i congedi parentali) 6.879
- Incentivando i contratti di solidarieta' difensivi, come strumento di riduzione dell'orario di lavoro e del salario, con lo scopo di mantenere l'occupazione in caso di crisi aziendale 6.831
- Incentivando i contratti di solidarieta' espansivi, come strumento di riduzione dell'orario di lavoro e del salario, con lo scopo di favorire nuove assunzione all'interno dell'azienda 5.961
- Incentivando il part time anche per i ruoli di responsabilita' 2.862
2 - Una pensione pensata per le esigenze del cittadino
Il MoVimento 5 Stelle aumenterà la libertà dei lavoratori di decidere, entro certe soglie e limiti, il livello di contribuzione (anzianità) e l’età anagrafica di uscita dal lavoro, consentendo loro di bilanciare esigenze differenti (logorio professionale, necessità di avere più tempo libero o esigenza, al contrario, di percepire un assegno previdenziale più ricco). Estenderemo le tutele previdenziali dei cosiddetti lavori “usuranti” a categorie professionali oggi non incluse e terremo conto delle esigenze dei cosiddetti “precoci”. Va ricalibrato anche l’incentivo legato alla “staffetta generazionale”.
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Hanno partecipato alle votazioni 24.050 iscritti certificati che hanno espresso 23.286 preferenze.
- Incentivando la staffetta generazionale, come strumento di riduzione dell'orario del lavoratore vicino alla pensione, a fronte dell'assunzione di giovani, al fine di favorire l'occupazione giovanile e accompagnare i lavoratori anziani verso la pensione, garantendo un passaggio di conoscenze ed esperienze tra generazioni 11.791
- Garantendo la liberta' dei lavoratori di decidere, entro certi limiti, il livello di contribuzione e l'eta'/anzianita' di uscita dal lavoro 4.695
- Garantendo comunque l'accesso alla pensione con 41 anni di contributi versati a prescindere dall'eta' anagrafica 4.548
- Estendendo le tutele previdenziali dei cosiddetti lavori "usuranti" a categorie professionali oggi non incluse 2.252
3 - Partecipazione dei lavoratori alle decisioni aziendali
Il MoVimento 5 Stelle favorirà il coinvolgimento dei lavoratori nell’elaborazione delle strategie, nell’organizzazione produttiva e nei processi decisionali della loro impresa. Si ragionerà su meccanismi che vanno dalla partecipazione a gruppi di miglioramento fino a un sistema di rappresentanza vicino alla cogestione di stampo tedesco, con eventuale partecipazione agli utili. Si tratta di un principio di disintermediazione che contribuisce anche ad accrescere il senso di appartenenza dell’addetto all’impresa.
- Avere dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione per discutere la strategia e le risorse aziendali (Es. Consigli di Sorveglianza come in Germania) 12.609
- Poter partecipare agli utili dell'azienda 8.079
- Poter partecipare a gruppi di miglioramento, composto da lavoratori, per l'innovazione organizzativa e la qualità del lavoro 7.312
- Poter dire la propria su come è organizzato il lavoro anche attraverso proposte e suggerimenti di cui il management deve tenere conto 6.649
- Avere spazio di scelta sul proprio orario di lavoro (Orario scelto) 6.460
- Avere dei rappresentanti eletti direttamente da tutti i lavoratori per la gestione quotidiana dei problemi organizzativi con l'azienda 5.934
4 - Stop ai privilegi dei sindacalisti
Il MoVimento 5 Stelle vuole tagliare gli assurdi privilegi che, all’interno del sistema sindacale, hanno contribuito a creare situazioni da casta parassitaria e completamente scollata dalla realtà del lavoro che cambia. Cercheremo di scoraggiare la commistione tra sindacato e grande imprenditoria o politica: troppi ex esponenti delle sigle dei lavoratori fanno poi generose carriere in Parlamento, nei partiti, al governo o grazie a posti di potere nella gestione di grandi aziende. Inoltre, stop ai finanziamenti pubblici più o meno occulti, basta ai distacchi retribuiti se non legati all’effettiva rappresentanza nei luoghi di lavoro e stop al rinnovo automatico delle tessere. Bisogna poi mettere ordine nell’esercizio di caf e patronati.
- STOP ai sindacalisti carrieristi della politica e nei consigli di amministrazione e gestione delle aziende 15.081
- STOP ai bilanci opachi senza obblighi di trasparenza 12.625
- STOP ai finanziamenti pubblici e alle quote di servizio dei contratti e degli enti bilaterali 7.549
- STOP al rinnovo automatico delle tessere degli iscritti al sindacato 5.796
- STOP ai distacchi retribuiti se non sono legati alla effettiva rappresentanza nei luoghi di lavoro 4.524
STOP all'esercizio di Caf e Patronati senza alcun reale controllo pubblico 2.134
5 - Libera rappresentanza sindacale
Il MoVimento 5 Stelle garantirà a tutti i lavoratori il diritto di poter eleggere le proprie rappresentanze sindacali e di essere eletti, con una competizione equa e aperta tra tutte le sigle dei lavoratori, indipendentemente dall’aver firmato l’accordo sindacale con le controparti. Si tratta in definitiva di applicare, finalmente, in modo compiuto l’articolo 39 della Costituzione sulla libera iniziativa sindacale.
domenica 26 novembre 2017
ECCO IL PROGRAMMA DEL M5S AL GOVERNO 2018. DIFFONDETE
Scopri cosa stanno creando migliaia di cittadini come te che hanno condiviso idee e soluzioni per creare un Paese migliore. In Italia sta nascendo il primo e unico programma politico, basato sulla partecipazione e sulla democrazia diretta online grazie al Sistema Operativo Rousseau. Insieme, stiamo studiando, condividendo e discutendo tutti i temi che riguardano noi e il nostro futuro, dalla giustizia alle tasse, dalla sicurezza al lavoro.
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È la prima volta che una forza politica si presenta alle elezioni nazionali con soluzioni che sta scegliendo insieme ai cittadini. Il MoVimento 5 Stelle può farlo, per due motivi: primo, perché risponde alle esigenze delle persone comuni e non dei grandi gruppi che finanziano le campagne elettorali; e secondo, perché ragiona sul futuro a dieci, venti, trent’anni e non sul limitato orizzonte di una campagna elettorale, come fa la vecchia politica. Questa è la nostra ricchezza. Ma non finisce qui. Saremo nelle città di tutta Italia per presentare il programma e per ascoltare nuove proposte. Così il programma sarà ancora più tuo.
ECCO IL PROGRAMMA DEL M5S: www.movimento5stelle.it/programma
sabato 25 novembre 2017
Elezioni 2018, Di Maio lancia un allarme molto preoccupante. Diffondiamo
Luigi Di Maio: "Per le elezioni deve intervenire l'Osce per evitare le fake news del web e dei giornali"
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Scrive Luigi Di Maio sul suo account Facebook:
"Come per le Regionali in Sicilia, anche per le prossime elezioni politiche chiediamo il controllo dell'Osce. Lo facciamo perchè ci preoccupa l'allarme fake news, che rischiano di inquinare la campagna elettorale, ma ci preoccupano ancora di più il voto di scambio e la compravendita di voti, questi sì davvero capaci di inquinare il risultato definitivo. Basta guardare a ciò che è successo in Sicilia e alle inchieste che quotidianamente ci dimostrano che ci avevamo visto giusto e che se ci fossero state elezioni libere il risultato sarebbe stato diverso e il MoVimento 5 Stelle avrebbe vinto.
Il problema fake news esiste e il monitoraggio dell'informazione e del dibattito politico da parte dell'Osce durante la campagna elettorale per noi è necessario, abbiamo più volte sperimentato sulla nostra pelle cosa significa essere oggetto di notizie false, io stesso ne sono stato vittima anche sui quotidiani e sui tg. Perchè le bufale sono nate nei media tradizionali, oggi con la diffusione del web sono anche in rete dove però le bugie hanno le gambe corte e vengono individuate, smascherate e cancellate in breve tempo, proprio come dimostrano i casi di questi giorni. Difficilmente invece una testata si scusa o paga per aver diffuso una fake news, ma gli effetti di ciò che ha scritto o detto possono essere devastanti.
Per questo la lotta alle fake news interessa tutti, non è strumentale a un partito piuttosto che ad un altro, qui in ballo c'è la difesa della verità e quella appartiene a tutti. Attivare l'Osce subito! Non come in Sicilia."
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Scrive Luigi Di Maio sul suo account Facebook:
"Come per le Regionali in Sicilia, anche per le prossime elezioni politiche chiediamo il controllo dell'Osce. Lo facciamo perchè ci preoccupa l'allarme fake news, che rischiano di inquinare la campagna elettorale, ma ci preoccupano ancora di più il voto di scambio e la compravendita di voti, questi sì davvero capaci di inquinare il risultato definitivo. Basta guardare a ciò che è successo in Sicilia e alle inchieste che quotidianamente ci dimostrano che ci avevamo visto giusto e che se ci fossero state elezioni libere il risultato sarebbe stato diverso e il MoVimento 5 Stelle avrebbe vinto.
Il problema fake news esiste e il monitoraggio dell'informazione e del dibattito politico da parte dell'Osce durante la campagna elettorale per noi è necessario, abbiamo più volte sperimentato sulla nostra pelle cosa significa essere oggetto di notizie false, io stesso ne sono stato vittima anche sui quotidiani e sui tg. Perchè le bufale sono nate nei media tradizionali, oggi con la diffusione del web sono anche in rete dove però le bugie hanno le gambe corte e vengono individuate, smascherate e cancellate in breve tempo, proprio come dimostrano i casi di questi giorni. Difficilmente invece una testata si scusa o paga per aver diffuso una fake news, ma gli effetti di ciò che ha scritto o detto possono essere devastanti.
Per questo la lotta alle fake news interessa tutti, non è strumentale a un partito piuttosto che ad un altro, qui in ballo c'è la difesa della verità e quella appartiene a tutti. Attivare l'Osce subito! Non come in Sicilia."
Quella valanga di milioni esentasse che Renzi incassa ogni anno dalle multinazionali: un vero tesoro che non spartisce con nessuno
Da quando l’ex sindaco di Firenze è diventato segretario, le elargizioni private ricevute dal partito sono calate di un terzo. Ma sono cresciute quelle al giglio magico. E tra i finanziatori persino fiduciarie dal nome misterioso. Sull’Espresso in edicola da domenica 26 novembre l’inchiesta con tutti i finanziatori privati della politica
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di Giovanni Tiziani e Stefano Vergine per L’Espresso
C’è una strana tendenza iniziata in concomitanza alla sua ascesa ai vertici del Pd. Da quando Matteo Renzi è diventato segretario, le donazioni private ricevute dal partito sono calate di un terzo. Contemporaneamente sono quasi triplicate quelle incassate dalla sua fondazione. I numeri non lasciano spazio a interpretazioni. Dal 2013 al 2016 le contribuzioni liberali ricevute dalla fondazione Open sono passate da 672 mila a 1,9 milioni di euro, mentre quelle incassate dal Pd sono calate dagli 11,6 milioni del 2013 agli 8,1 milioni dell’anno scorso.
L’inchiesta dell’Espresso in edicola con Repubblica da domenica 26 novembre traccia il profilo dei grandi finanziatori della politica, analizzando i dati delle donazioni private di cui hanno beneficiato i partiti negli ultimi dieci anni. Una radiografia del passato per comprendere il futuro. Perché le prossime elezioni saranno le prime senza finanziamento pubblico. Con i capitali privati destinati a pesare più che mai sulla campagna elettorale.
Quello della fondazione renziana Open, organizzatrice in questi giorni della Leopolda, è solo uno dei tanti casi analizzati dal settimanale. Un caso sintomatico della strada intrapresa da diversi leader politici. Gli imprenditori hanno infatti preferito sostenere la creatura del giglio magico, piuttosto che il partito di cui l’ex sindaco di Firenze è segretario.
La tendenza potrebbe aver colpito anche altre forze politiche, ma è difficile verificarlo dato che la fondazione Open è una delle poche a pubblicare bilanci e liste dei donatori. O almeno di quelli che non si sono opposti a questa operazione di trasparenza. Spulciando i resoconti della fondazione che sostiene Renzi si legge che finora ha ricevuto donazioni pari a 5,5 milioni di euro. Tesoretto a cui hanno contribuito oltre un centinaio di imprese.
In cima alla classifica dei donatori di Matteo c’è il finanziere Davide Serra, 225 mila euro finora versati. Subito dietro – 200 mila euro – si piazza Vincenzo Onorato, armatore napoletano proprietario della compagnia di traghetti Moby, che da un paio d’anni ha acquisito anche il controllo dell’ex azienda pubblica Tirrenia. Operazione tuttora sotto i riflettori dell’Antitrust.
Al fianco dei grandi finanziatori convivono donatori poco noti. Tra i più recenti c’è per esempio la Assisi Project, tra i cui azionisti troviamo Giacomo Straffi, collega e socio, in un’altra impresa, del senatore Nicola Di Girolamo, condannato per la vicenda Fastweb-Telecom Sparkle.
C’è l’ex numero due del ministero dell’Economia, Lorenzo Codogno, che ha donato 30 mila euro attraverso una società inglese, la Mci Research and Management, il cui socio di maggioranza è il finanziere Claudio Zampa, italiano con base in Svizzera. E c’è pure una misteriosa fiduciaria: la S. Andrea Mf 1117, di cui non è possibile conoscere i soci, ma che di certo ha molti interessi in Italia essendo azionista di ben 51 aziende.
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di Giovanni Tiziani e Stefano Vergine per L’Espresso
C’è una strana tendenza iniziata in concomitanza alla sua ascesa ai vertici del Pd. Da quando Matteo Renzi è diventato segretario, le donazioni private ricevute dal partito sono calate di un terzo. Contemporaneamente sono quasi triplicate quelle incassate dalla sua fondazione. I numeri non lasciano spazio a interpretazioni. Dal 2013 al 2016 le contribuzioni liberali ricevute dalla fondazione Open sono passate da 672 mila a 1,9 milioni di euro, mentre quelle incassate dal Pd sono calate dagli 11,6 milioni del 2013 agli 8,1 milioni dell’anno scorso.
L’inchiesta dell’Espresso in edicola con Repubblica da domenica 26 novembre traccia il profilo dei grandi finanziatori della politica, analizzando i dati delle donazioni private di cui hanno beneficiato i partiti negli ultimi dieci anni. Una radiografia del passato per comprendere il futuro. Perché le prossime elezioni saranno le prime senza finanziamento pubblico. Con i capitali privati destinati a pesare più che mai sulla campagna elettorale.
Quello della fondazione renziana Open, organizzatrice in questi giorni della Leopolda, è solo uno dei tanti casi analizzati dal settimanale. Un caso sintomatico della strada intrapresa da diversi leader politici. Gli imprenditori hanno infatti preferito sostenere la creatura del giglio magico, piuttosto che il partito di cui l’ex sindaco di Firenze è segretario.
La tendenza potrebbe aver colpito anche altre forze politiche, ma è difficile verificarlo dato che la fondazione Open è una delle poche a pubblicare bilanci e liste dei donatori. O almeno di quelli che non si sono opposti a questa operazione di trasparenza. Spulciando i resoconti della fondazione che sostiene Renzi si legge che finora ha ricevuto donazioni pari a 5,5 milioni di euro. Tesoretto a cui hanno contribuito oltre un centinaio di imprese.
In cima alla classifica dei donatori di Matteo c’è il finanziere Davide Serra, 225 mila euro finora versati. Subito dietro – 200 mila euro – si piazza Vincenzo Onorato, armatore napoletano proprietario della compagnia di traghetti Moby, che da un paio d’anni ha acquisito anche il controllo dell’ex azienda pubblica Tirrenia. Operazione tuttora sotto i riflettori dell’Antitrust.
Al fianco dei grandi finanziatori convivono donatori poco noti. Tra i più recenti c’è per esempio la Assisi Project, tra i cui azionisti troviamo Giacomo Straffi, collega e socio, in un’altra impresa, del senatore Nicola Di Girolamo, condannato per la vicenda Fastweb-Telecom Sparkle.
C’è l’ex numero due del ministero dell’Economia, Lorenzo Codogno, che ha donato 30 mila euro attraverso una società inglese, la Mci Research and Management, il cui socio di maggioranza è il finanziere Claudio Zampa, italiano con base in Svizzera. E c’è pure una misteriosa fiduciaria: la S. Andrea Mf 1117, di cui non è possibile conoscere i soci, ma che di certo ha molti interessi in Italia essendo azionista di ben 51 aziende.
Marco Travaglio "sbeffeggia" Scalfari in un editoriale epico
Anche Marco Travaglio dice la sua dopo l'incredibile endorsement del giornalista, dichiarato uomo forte di sinistra, Scalfari sulla questione scelta tra Berlusconi e Di Maio.
Il giornalista de il Fatto nel suo editoriale lo sbeffeggia facendogli 10 domande
Ecco di cosa si tratta:
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"Marco Travaglio da Il Fatto Quotidiano 25 novembre 2017 – “Gentile Eugenio Scalfari, mi permetto di rivolgerle le 10 domande che le avrei posto vis-à-vis martedì prossimo a DiMartedì se lei avesse accettato di confrontarsi con me, anzichè rifiutare.
1) Ieri, immagino per trattenere i lettori di Repubblica sconcertati dal suo endorsement per B., lei ha scritto che non ha affatto “cambiato posizione su Berlusconi”, che rispondeva a “una domanda paradossale” sul rischio di un’Italia “ingovernabile”. E che dire il contrario – come farebbero “i grillini rappresentati nel Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio” – significa “ricoprirla di insulti”, che però lei considera “una sorta di Legion d’onore”. Ora, capisco che lei non sia proprio abituato all’idea di un giornale libero e indipendente da ogni partito, non avendone mai conosciuto uno, ma posso assicurarle che non abbiamo atteso la nascita del Movimento 5 Stelle per scrivere e dire di B. ciò che abbiamo sempre pensato e che anche lei pensava, scriveva e diceva fino a lunedì. Quanto poi alla sua retromarcia su Arcore, non è frutto della fantasia di chi vuole “insultarla”: è scolpita nelle parole da lei pronunciate a DiMartedì. Domanda di Giovanni Floris: “Lei se dovesse scegliere tra Di Maio e Berlusconi, affidare il Paese a uno dei due, quale sceglierebbe?”. Risposta: “Sceglierei Berlusconi”. Perché ora finge di aver detto che auspica “un’intesa non di natura politica” (e di che natura, allora? Gastronomica? Circense? Aerospaziale?) tra Pd e Forza Italia? Perché nega di aver detto ciò che ha detto, e cioè che preferirebbe affidare l’Italia a B. piuttosto che a Di Maio? Ha per caso cambiato idea un’altra volta? E, se sì, dipende forse dal fatto che martedì era un giorno pari e ieri un giorno dispari?
2) Lei, nella sua lunga carriera di giornalista, editore, finanziere e parlamentare, è stato fascista e antifascista, monarchico e repubblicano, radicale e socialista, filocomunista e filocraxiano, anticraxiano e demitiano, occhettiano e veltroniano, dalemiano e prodiano, ciampiano e napolitaniano, montiano e bersaniano, lettiano e antirenziano, mentre ora è renziano e dunque molto indulgente con B. In che senso considera “insulti” le critiche di chi ritiene che lei cambi spesso idea, con una curiosa predilezione per i leader più dannosi per l’Italia?
3) Lei scrive di aver “sempre votato Pd dai tempi di Berlinguer”, anche se il partito di Berlinguer si chiamava Comunista e non Democratico (il Pd è nato nel 2007). Nel 1981, subito dopo lo scandalo P2, lei fece a Berlinguer una memorabile intervista sulla “questione morale”.
Le veniva da ridere, mentre il segretario del Pci osservava che “quando si chiedono sacrifici al Paese e si comincia con il chiederli – come al solito – ai lavoratori, mentre si ha alle spalle una questione come la P2, è assai difficile ricevere ascolto ed essere credibili”; mentre spiegava che i partiti possono “essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale”; e mentre domandava, retoricamente, se non fosse “il momento di cambiare e di costruire una società che non sia un immondezzaio”? O la riabilitazione del piduista pregiudicato B. le pare più compatibile con l’etica che con l’immondezzaio? Non sarà che lei ha sempre strumentalizzato la questione morale, comprese le Dieci Domande di Repubblica, nella guerra di potere e affari fra gruppo Repubblica e gruppo B.?
4) “È una grande vergogna che provo per il mio Paese e per me stesso… Berlusconi ha alimentato i comportamenti e i sentimenti peggiori di quella parte del popolo italiano disponibile a farsi sedurre dalla demagogia o raccolto in clientele lobbistiche o addirittura para-mafiose. Il suo conflitto d’interessi sarebbe stato condannato in qualsiasi Paese democratico e invece perdura tuttora. I suoi comportamenti privati hanno leso l’obbligo costituzionale di onorare con la propria presenza adeguata le cariche pubbliche di cui si è titolari. Infine sono stati accertati o sono in corso di accertamento reati gravi, alcuni dei quali sono stati da lui resi leciti con apposite leggi ‘ad personam’, altri prescritti… Alcuni processi hanno già dato i primi risultati con pesanti condanne in primo grado ed anche in appello… Uno ha condotto ad una sentenza definitiva per frode fiscale ai danni dello Stato… materializzata in affidamento a servizi sociali… Potrà andare in televisione, alla radio o in qualunque altro luogo per occuparsi di politica con piena libertà di parola e di contatti con i suoi collaboratori… Ebbene, io provo vergogna per il mio Paese, per me che ne faccio parte ed anche per una magistratura che consente quanto sopra… Le persone perbene la pensano egualmente sui problemi dell’etica pubblica. Purtroppo non sono molte”. Queste parole non sono mie, ma sue, su Repubblica del 27.4.2014. La sua vergogna è per caso caduta in prescrizione negli ultimi 3 anni insieme all’etica pubblica?
5) Lei dice e scrive che, per l’“intesa” Pd-FI, B. deve scaricare Salvini. Quasi che, senza la Lega, B. diventasse buono e presentabile. Noi, come lei, pensiamo il peggio delle idee di Salvini. Ma non ci risulta che Salvini abbia mai corrotto finanzieri, giudici, politici, senatori, testimoni, né falsificato bilanci, né frodato il fisco, né che possegga tv o giornali coi relativi conflitti d’interessi. Lei lo sa che Gasparri, Brunetta, Letta, Tremonti, Cosentino, Schifani, Ghedini, Lunardi, Scajola, Moratti, Romani, Galan, Bonaiuti &C. non sono della Lega, ma di FI? Lei ora li rivorrebbe al governo?
6) Io non so come governerebbe Luigi Di Maio nel caso improbabile che riuscisse ad avere una maggioranza e a formare un esecutivo. Forse male, forse bene, forse così così. Non abbiamo mai provato un governo a 5Stelle, ma abbiamo provato tre governi B., che si sono rivelati il peggio del peggio, come lei ha sempre dimostrato per tabulas, per i danni che hanno causato all’Italia in politica economica, finanziaria, fiscale, edilizia, ambientale, sociale, giudiziaria, estera, migratoria, scolastica, sanitaria, televisiva, costituzionale, elettorale ecc. L’esperienza rende altamente improbabile che Di Maio, anche sforzandosi, riuscirebbe a fare peggio. O lei ha le prove del contrario?
7) B., oltre a essere un pregiudicato interdetto e ineleggibile, deve gran parte delle sue fortune alla complicità di Mangano, Bontate, Gelli, Craxi, Dell’Utri e Previti, tutti pregiudicati per gravissimi reati (infatti lei lo paragonava a Mackie Messer). Di Maio ha una denuncia per diffamazione: in che senso potrebbe mai essere peggio di B.?
8) Il 22.3.2009 lei scriveva che “Berlusconi è un uomo di gomma, laddove Mussolini si atteggiava a uomo di ferro”, ma il loro “fine è analogo”: “Un Capo carismatico, plebiscitato da un popolo che ha rinunciato ad essere popolo”; e, se Mussolini “distrusse la democrazia”, B. “galleggia e padroneggia la democrazia cercando di renderla invertebrata”. Se lei lo pensa ancora, come può dire che un Di Maio sarebbe più pericoloso?
9) Le corruzioni, giudiziarie e non, commesse dal gruppo B. negli anni 80 e 90 sono accertate (anche quella che portò allo scippo della Mondadori ai dan- ni dell’editore di Scalfari, Carlo De Benedetti). Le indagini su B. e Dell’Utri presunti mandanti delle stragi del ’93 sono in corso, ma i rapporti fra i due e Cosa Nostra (quella di Bontate e quella di Riina) sono accertati in via definitiva dalla Cassazione nella sentenza Dell’Utri, che parla di un “patto” stipulato nel 1974 da B. e Dell’Utri da una parte e i capimafia Bontate, Teresi, Cinà e Di Carlo dall’altra, che portò ad annuali “versamenti” in denaro dalle tasche di B. alle casse della mafia fino ad almeno il 1992 (l’anno delle stragi di Capaci e via D’Amelio). Il che, a prescindere dall’etica e dalla decenza, rende B. ricattabile non solo dalle olgettine, ma pure da Cosa Nostra. Che altro si deve accertare sul suo conto perché sia peggio di Di Maio?
10) Alla luce della sua riconsiderazione della figura di B., siamo poi sicuri che Karima el Mahrougalias Ruby Rubacuori non fosse davvero la nipote di Mubarak?
Il giornalista de il Fatto nel suo editoriale lo sbeffeggia facendogli 10 domande
Ecco di cosa si tratta:
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"Marco Travaglio da Il Fatto Quotidiano 25 novembre 2017 – “Gentile Eugenio Scalfari, mi permetto di rivolgerle le 10 domande che le avrei posto vis-à-vis martedì prossimo a DiMartedì se lei avesse accettato di confrontarsi con me, anzichè rifiutare.
1) Ieri, immagino per trattenere i lettori di Repubblica sconcertati dal suo endorsement per B., lei ha scritto che non ha affatto “cambiato posizione su Berlusconi”, che rispondeva a “una domanda paradossale” sul rischio di un’Italia “ingovernabile”. E che dire il contrario – come farebbero “i grillini rappresentati nel Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio” – significa “ricoprirla di insulti”, che però lei considera “una sorta di Legion d’onore”. Ora, capisco che lei non sia proprio abituato all’idea di un giornale libero e indipendente da ogni partito, non avendone mai conosciuto uno, ma posso assicurarle che non abbiamo atteso la nascita del Movimento 5 Stelle per scrivere e dire di B. ciò che abbiamo sempre pensato e che anche lei pensava, scriveva e diceva fino a lunedì. Quanto poi alla sua retromarcia su Arcore, non è frutto della fantasia di chi vuole “insultarla”: è scolpita nelle parole da lei pronunciate a DiMartedì. Domanda di Giovanni Floris: “Lei se dovesse scegliere tra Di Maio e Berlusconi, affidare il Paese a uno dei due, quale sceglierebbe?”. Risposta: “Sceglierei Berlusconi”. Perché ora finge di aver detto che auspica “un’intesa non di natura politica” (e di che natura, allora? Gastronomica? Circense? Aerospaziale?) tra Pd e Forza Italia? Perché nega di aver detto ciò che ha detto, e cioè che preferirebbe affidare l’Italia a B. piuttosto che a Di Maio? Ha per caso cambiato idea un’altra volta? E, se sì, dipende forse dal fatto che martedì era un giorno pari e ieri un giorno dispari?
2) Lei, nella sua lunga carriera di giornalista, editore, finanziere e parlamentare, è stato fascista e antifascista, monarchico e repubblicano, radicale e socialista, filocomunista e filocraxiano, anticraxiano e demitiano, occhettiano e veltroniano, dalemiano e prodiano, ciampiano e napolitaniano, montiano e bersaniano, lettiano e antirenziano, mentre ora è renziano e dunque molto indulgente con B. In che senso considera “insulti” le critiche di chi ritiene che lei cambi spesso idea, con una curiosa predilezione per i leader più dannosi per l’Italia?
3) Lei scrive di aver “sempre votato Pd dai tempi di Berlinguer”, anche se il partito di Berlinguer si chiamava Comunista e non Democratico (il Pd è nato nel 2007). Nel 1981, subito dopo lo scandalo P2, lei fece a Berlinguer una memorabile intervista sulla “questione morale”.
Le veniva da ridere, mentre il segretario del Pci osservava che “quando si chiedono sacrifici al Paese e si comincia con il chiederli – come al solito – ai lavoratori, mentre si ha alle spalle una questione come la P2, è assai difficile ricevere ascolto ed essere credibili”; mentre spiegava che i partiti possono “essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale”; e mentre domandava, retoricamente, se non fosse “il momento di cambiare e di costruire una società che non sia un immondezzaio”? O la riabilitazione del piduista pregiudicato B. le pare più compatibile con l’etica che con l’immondezzaio? Non sarà che lei ha sempre strumentalizzato la questione morale, comprese le Dieci Domande di Repubblica, nella guerra di potere e affari fra gruppo Repubblica e gruppo B.?
4) “È una grande vergogna che provo per il mio Paese e per me stesso… Berlusconi ha alimentato i comportamenti e i sentimenti peggiori di quella parte del popolo italiano disponibile a farsi sedurre dalla demagogia o raccolto in clientele lobbistiche o addirittura para-mafiose. Il suo conflitto d’interessi sarebbe stato condannato in qualsiasi Paese democratico e invece perdura tuttora. I suoi comportamenti privati hanno leso l’obbligo costituzionale di onorare con la propria presenza adeguata le cariche pubbliche di cui si è titolari. Infine sono stati accertati o sono in corso di accertamento reati gravi, alcuni dei quali sono stati da lui resi leciti con apposite leggi ‘ad personam’, altri prescritti… Alcuni processi hanno già dato i primi risultati con pesanti condanne in primo grado ed anche in appello… Uno ha condotto ad una sentenza definitiva per frode fiscale ai danni dello Stato… materializzata in affidamento a servizi sociali… Potrà andare in televisione, alla radio o in qualunque altro luogo per occuparsi di politica con piena libertà di parola e di contatti con i suoi collaboratori… Ebbene, io provo vergogna per il mio Paese, per me che ne faccio parte ed anche per una magistratura che consente quanto sopra… Le persone perbene la pensano egualmente sui problemi dell’etica pubblica. Purtroppo non sono molte”. Queste parole non sono mie, ma sue, su Repubblica del 27.4.2014. La sua vergogna è per caso caduta in prescrizione negli ultimi 3 anni insieme all’etica pubblica?
5) Lei dice e scrive che, per l’“intesa” Pd-FI, B. deve scaricare Salvini. Quasi che, senza la Lega, B. diventasse buono e presentabile. Noi, come lei, pensiamo il peggio delle idee di Salvini. Ma non ci risulta che Salvini abbia mai corrotto finanzieri, giudici, politici, senatori, testimoni, né falsificato bilanci, né frodato il fisco, né che possegga tv o giornali coi relativi conflitti d’interessi. Lei lo sa che Gasparri, Brunetta, Letta, Tremonti, Cosentino, Schifani, Ghedini, Lunardi, Scajola, Moratti, Romani, Galan, Bonaiuti &C. non sono della Lega, ma di FI? Lei ora li rivorrebbe al governo?
6) Io non so come governerebbe Luigi Di Maio nel caso improbabile che riuscisse ad avere una maggioranza e a formare un esecutivo. Forse male, forse bene, forse così così. Non abbiamo mai provato un governo a 5Stelle, ma abbiamo provato tre governi B., che si sono rivelati il peggio del peggio, come lei ha sempre dimostrato per tabulas, per i danni che hanno causato all’Italia in politica economica, finanziaria, fiscale, edilizia, ambientale, sociale, giudiziaria, estera, migratoria, scolastica, sanitaria, televisiva, costituzionale, elettorale ecc. L’esperienza rende altamente improbabile che Di Maio, anche sforzandosi, riuscirebbe a fare peggio. O lei ha le prove del contrario?
7) B., oltre a essere un pregiudicato interdetto e ineleggibile, deve gran parte delle sue fortune alla complicità di Mangano, Bontate, Gelli, Craxi, Dell’Utri e Previti, tutti pregiudicati per gravissimi reati (infatti lei lo paragonava a Mackie Messer). Di Maio ha una denuncia per diffamazione: in che senso potrebbe mai essere peggio di B.?
8) Il 22.3.2009 lei scriveva che “Berlusconi è un uomo di gomma, laddove Mussolini si atteggiava a uomo di ferro”, ma il loro “fine è analogo”: “Un Capo carismatico, plebiscitato da un popolo che ha rinunciato ad essere popolo”; e, se Mussolini “distrusse la democrazia”, B. “galleggia e padroneggia la democrazia cercando di renderla invertebrata”. Se lei lo pensa ancora, come può dire che un Di Maio sarebbe più pericoloso?
9) Le corruzioni, giudiziarie e non, commesse dal gruppo B. negli anni 80 e 90 sono accertate (anche quella che portò allo scippo della Mondadori ai dan- ni dell’editore di Scalfari, Carlo De Benedetti). Le indagini su B. e Dell’Utri presunti mandanti delle stragi del ’93 sono in corso, ma i rapporti fra i due e Cosa Nostra (quella di Bontate e quella di Riina) sono accertati in via definitiva dalla Cassazione nella sentenza Dell’Utri, che parla di un “patto” stipulato nel 1974 da B. e Dell’Utri da una parte e i capimafia Bontate, Teresi, Cinà e Di Carlo dall’altra, che portò ad annuali “versamenti” in denaro dalle tasche di B. alle casse della mafia fino ad almeno il 1992 (l’anno delle stragi di Capaci e via D’Amelio). Il che, a prescindere dall’etica e dalla decenza, rende B. ricattabile non solo dalle olgettine, ma pure da Cosa Nostra. Che altro si deve accertare sul suo conto perché sia peggio di Di Maio?
10) Alla luce della sua riconsiderazione della figura di B., siamo poi sicuri che Karima el Mahrougalias Ruby Rubacuori non fosse davvero la nipote di Mubarak?
venerdì 24 novembre 2017
"Favori sessuali in cambio di fondi". Indagato il sindaco Pd di Mantova
Il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, Pd, è indagato dalla procura di Mantova per concussione. L'accusa è di aver chiesto favori sessuali ad una rappresentante di un'associazione culturale cittadina, in cambio di contributi comunali da erogare allo stesso sodalizio. Ne dà notizia la Gazzetta di Mantova nell'edizione in edicola oggi.
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"Non ho mai chiesto favori a nessuno abusando del mio ruolo di sindaco, conosco quella signora ma non vi è mai stato nulla di privato con lei. Alla fine il Comune concesse solo il patrocinio ad una iniziativa dell'associazione". Il sindaco Mattia Palazzi, che ha confermato alla Gazzetta di Mantova l'inchiesta a suo carico, ha precisato che il Comune concesse il patrocinio ad un'iniziativa
dell'associazione di cui fa parte la donna che lo accusa "lo scorso inverno, ma - si è difeso - senza dare soldi".
I carabinieri del nucleo investigativo di Mantova ieri hanno sequestrato, nell'abitazione del primo cittadino, cellulare, pc e tablet; sequestro del telefonino anche per la donna coinvolta nella vicenda e per la presidente dell' associazione.
La vicenda del sindaco Mattia Palazzi, indagato per concussione per aver chiesto favori sessuali in cambio di un contributo ad un'associazione, si tingerebbe di giallo. La presunta vittima, di cui la Gazzetta di Mantova non fa il nome ma che ha sentito, nega di essere l'autrice della denuncia contro il sindaco: "Non ho mai mosso nulla contro Palazzi – ha detto al quotidiano la vice presidente dell'associazione -. Anzi, dico di più: se emergeranno falsità sul suo conto lo difenderò. Lo conosco, ci siamo incontrati in occasioni pubbliche. Dal Comune di Mantova non abbiamo ricevuto neanche un euro, ma solo il patrocinio che neanche abbiamo mai usato". Presidente e vice presidente dell'associazione culturale ieri mattina sono state sentite come persone informate dai fatti dal sostituto procuratore Donatella Pianezzi. Al momento, dunque, non è ancora chiaro chi abbia presentato denuncia contro il sindaco.
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"Non ho mai chiesto favori a nessuno abusando del mio ruolo di sindaco, conosco quella signora ma non vi è mai stato nulla di privato con lei. Alla fine il Comune concesse solo il patrocinio ad una iniziativa dell'associazione". Il sindaco Mattia Palazzi, che ha confermato alla Gazzetta di Mantova l'inchiesta a suo carico, ha precisato che il Comune concesse il patrocinio ad un'iniziativa
dell'associazione di cui fa parte la donna che lo accusa "lo scorso inverno, ma - si è difeso - senza dare soldi".
I carabinieri del nucleo investigativo di Mantova ieri hanno sequestrato, nell'abitazione del primo cittadino, cellulare, pc e tablet; sequestro del telefonino anche per la donna coinvolta nella vicenda e per la presidente dell' associazione.
La vicenda del sindaco Mattia Palazzi, indagato per concussione per aver chiesto favori sessuali in cambio di un contributo ad un'associazione, si tingerebbe di giallo. La presunta vittima, di cui la Gazzetta di Mantova non fa il nome ma che ha sentito, nega di essere l'autrice della denuncia contro il sindaco: "Non ho mai mosso nulla contro Palazzi – ha detto al quotidiano la vice presidente dell'associazione -. Anzi, dico di più: se emergeranno falsità sul suo conto lo difenderò. Lo conosco, ci siamo incontrati in occasioni pubbliche. Dal Comune di Mantova non abbiamo ricevuto neanche un euro, ma solo il patrocinio che neanche abbiamo mai usato". Presidente e vice presidente dell'associazione culturale ieri mattina sono state sentite come persone informate dai fatti dal sostituto procuratore Donatella Pianezzi. Al momento, dunque, non è ancora chiaro chi abbia presentato denuncia contro il sindaco.
Renzi dalla gruber su Di Battista: "Bella scelta, ci sono passato anch'io"
“Alessandro Di Battista? Rispetto molto la sua decisione. Credo che sia una scelta personale, non vedo dietrologie. Anche io ci sono passato. Non prendere lo stipendio da parlamentare è una scelta eticamente bella. Come me deve trovarsi un lavoro e rimettersi in gioco, non è che lo può pagare la Casaleggio. Gli faccio di cuore un ‘in bocca al lupo’ sincero e do un abbraccio a lui, alla sua compagna e al suo bambino“.
GUARDA IL VIDEO:
(FONTE VIDEO: www.ilfattoquotidiano.it
Sono le parole del segretario del Pd, Matteo Renzi, ospite di Otto e Mezzo (La7). Il leader dem afferma di non conoscere la vicenda dei dipendenti Amazon che stanno scioperando per il Black Friday: “Se scioperano, avranno le loro ragioni. In generale in Italia c’è un problema di salari. Ecco perché mi colpisce chi mi accusa di aver introdotto gli 80 euro. Anzi, io ho fatto poco. La Cgil scenderà in piazza con Mdp sulle pensioni? Non credo che sia uno sciopero politico. Penso che la Cgil meriti rispetto. Mi dispiace, però, quando i sindacati si dividono. Credo che Gentiloni si sia comportato correttamente, facendo una proposta per trovare un accordo”. Poi si rivolge ironicamente alla conduttrice Lilli Gruber: “Voleva che litigassi con il sindacato e stavolta mi sa che l’ho fregata“
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(FONTE VIDEO: www.ilfattoquotidiano.it
Sono le parole del segretario del Pd, Matteo Renzi, ospite di Otto e Mezzo (La7). Il leader dem afferma di non conoscere la vicenda dei dipendenti Amazon che stanno scioperando per il Black Friday: “Se scioperano, avranno le loro ragioni. In generale in Italia c’è un problema di salari. Ecco perché mi colpisce chi mi accusa di aver introdotto gli 80 euro. Anzi, io ho fatto poco. La Cgil scenderà in piazza con Mdp sulle pensioni? Non credo che sia uno sciopero politico. Penso che la Cgil meriti rispetto. Mi dispiace, però, quando i sindacati si dividono. Credo che Gentiloni si sia comportato correttamente, facendo una proposta per trovare un accordo”. Poi si rivolge ironicamente alla conduttrice Lilli Gruber: “Voleva che litigassi con il sindacato e stavolta mi sa che l’ho fregata“
mercoledì 22 novembre 2017
"Ode a Di Battista, gesto bello e raro" giornlista de "il Tempo" elogia la scelta del pentastellato"
Maurizio Veneziano è un giornalista de "il Tempo", quotidianoche non ha di certo molte simpatie per il M5S. Ma dinnanzi all'evidenza, anche il più acerrimo nemico del M5S deve togliersi il cappello. Ecco cos'ha scritto nel suo editoriale il giornalista:
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" L’avrà fatto come voi dite per ripicca perché a lui, benché il più amato dopo Grillo, è stato preferito come candidato premier Di Maio.
L’avrà fatto per promuovere il suo nuovo libro e poi rientrare trionfalmente in politica, a pressante richiesta della Rete.
L’avrà fatto per farsi pregare, per non assistere al possibile flop di Di Maio e risultare la carta di riserva, anzi il jolly dei grillini, sapendo che si tornerà a votare molto presto.
Sarà tutto vero, ma a me il gesto di Alessandro Di Battista di ritirarsi dalla politica attiva, anzi dal Parlamento, piace.
È un gesto bello e romantico che dà al bel giovanottone a 5 stelle quell’aura mitico-rivoluzionaria da Cheguevara all’amatriciana che lui ha sempre voluto rappresentare. E poi siccome è italiano prima che rivoluzionario, Di Battista ha detto di averlo fatto perché tiene famiglia, c’è il figlio neonato che è piezz’e core e se lo vuole spupazzare, c’è la voglia di godersi la moglie e la creatura e alternare il passeggino alla motocicletta.
Bello il gesto di Ale anche perché raro, e leggermente perverso, se si pensa che non solo Di Battista non si candida, si ritira, lascia il posto; ma lo fa quando non ha ancora quarant’anni. E qui viene stridente il confronto col vecchio ceto politico che torna alla carica e si mangia i rottamatori e i delfini: Prodi, Fassino, Bersani, D’Alema, Casini e sopra tutti Silviosauro, il mitico, rinato Berlusconi VII, alla sua settima vita come i gatti e i sovrani taumaturghi"
Hai del contante in casa? Per la Boschi sei un ladro! Così la figlia di chi ha rovinato migliaia di risparmiatori si permette di offendere gli italiani
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Vi riportiamo in maniera integrale uno stralcio virgolettato del “Sole 24 Ore” di oggi, a firma di Giovanni Parente.
La signorina al Governo per grazia ricevuta dall’ebete di Rignano, il cui papà si è dichiarato nullatenente per non pagare la mega multa dopo aver contribuito a gettare nel lastrico migliaia di famiglie con il fallimento di Banca Etruria, così ha mancato di rispetto agli Italiani che tengono contante in casa anzichè regalarlo ai suoi amici ladroni delle banche.
ecco il testo riportato dal Sole 24 ore:
«Nella legge di bilancio di quest’anno insisteremo su alcune misure come sulla fattura elettronica e stiamo valutando l’opportunità di estendere lo split payment». Ad affermarlo è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, intervenendo al convegno «A Cesare quel che è di Cesare», organizzato a Milano dall’Università europea di Roma.
Boschi ha parlato anche delle misure da mettere in campo in uno scenario un più ampio per il contrasto all’evasione.
«Dobbiamo porci il problema di come incentivare l’utilizzo della moneta elettronica in Italia. Valutare leggi fiscali che possano aumentare in una prima fase l’utilizzo della moneta elettronica. E dobbiamo porci il problema di come aggredire il contante che è presente nelle case: utilizzare il contante senza consentire operazioni di pulizia di chi ha ottenuto quel denaro in modo illecito». L’obiettivo deve essere perseguito in modo semplice: «Bisogna cercare di avere risposte semplici, anche nella prossima legislatura, in modo di andare verso una maggiore chiarezza del sistema fiscale».
martedì 21 novembre 2017
"Voto di scambio", lo scoop de "Le Iene" che fa tremare la politica
Questa sera a Le Iene l'inchiesta di Ismaele La Vardera Journalist e Massimo Cappello che documenterà il voto di scambio che sarebbe avvenuto durante le ultime elezioni regionali in Sicilia.
ECCO L'ANTEPRIMA:
SERVIZIO INTEGRALE QUI: www.iene.mediaset.it
Quando Di Battista in piazza scoppiò in lacrime vedendo i lavoratori disperati
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Alessandro Di Battista, dopo una durissima giornata in Parlamento, si lasciò andare in un pianto sofferente. In questa foto lo si vede, in ginocchio, dopo aver parlato con un gruppo di cittadini precari che non percepivano lo stipendio da mesi. L’immagine fu pubblicata su Facebook da un cittadino li presente e riporta la seguente descrizione: “Questo è un momento che tocca il cuore. Alessandro Di Battista torna commosso dopo aver parlato con un gruppo di manifestanti di Caserta”.
Il motivo? La stabilizzazione degli stessi, che attendono ormai da anni e che il Governo Renzi/Gentiloni ignora più che mai."
Virginia Raggi memorabile! Floris k.o. Ecco l'intervista a "DiMartedi"
Applausi infiniti per la nostra Virginia Raggi! Sempre impeccabile nonostante la scorrettezza di Floris. Zittito in tutto, dalle balle su Di Battista, al codice etico del M5S, fino al gran lavoro che si sta facendo a Roma censurato vigliaccamente dai media.
ECCO L'INTERVISTA:
Di Battista ha dato una lezione storica all'Italia e a tutti i politici
Ci sono moltissimi personaggi della politica italiana che farebbero carte false pur di entrare in Parlamento. C’è chi invece, per libera scelta, decide di lasciarlo ancor prima del termine dei due mandati, previsti dal non statuto del M5S. Credo stia anche in questo la differenza tra questa forza politica e la partitocrazia.
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La scelta di Alessandro Di Battista di non candidarsi alle prossime elezioni potrà sembrare ad alcuni militanti del M5S un po’ egoista, ma credo vada comunque rispettata. Lascerà un grande vuoto, essendo indubbiamente una delle sue punte di diamante, un esempio, per tanti giovani, di come ancora si può fare politica, lottando per il bene del Paese, con onestà, impegno e passione autentica. Mi chiedo solo quali ripercussioni potrà avere, in termini elettorali, questa decisione anche se sono sicuro che Di Battista non farà mancare il suo contributo nella prossima campagna elettorale. Dopo le elezioni siciliane, perse per poco, quelle di Ostia, vinte nonostante tutte le campagne mediatiche anti-Raggi, con l’approvazione della legge elettorale anti-M5S, targata Pd-Pdl-Lega, il quadro confuso della politica italiana sembra essersi d’altra parte semplificato pur lasciando intravvedere un orizzonte incerto.
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La scelta di Alessandro Di Battista di non candidarsi alle prossime elezioni potrà sembrare ad alcuni militanti del M5S un po’ egoista, ma credo vada comunque rispettata. Lascerà un grande vuoto, essendo indubbiamente una delle sue punte di diamante, un esempio, per tanti giovani, di come ancora si può fare politica, lottando per il bene del Paese, con onestà, impegno e passione autentica. Mi chiedo solo quali ripercussioni potrà avere, in termini elettorali, questa decisione anche se sono sicuro che Di Battista non farà mancare il suo contributo nella prossima campagna elettorale. Dopo le elezioni siciliane, perse per poco, quelle di Ostia, vinte nonostante tutte le campagne mediatiche anti-Raggi, con l’approvazione della legge elettorale anti-M5S, targata Pd-Pdl-Lega, il quadro confuso della politica italiana sembra essersi d’altra parte semplificato pur lasciando intravvedere un orizzonte incerto.
lunedì 20 novembre 2017
Morte Riina, giornalista tedesca sbeffeggia i nostri politici: "Preparano funerale di Stato?"
La giornalista tedesca, Petra Reski lancia una bomba contro la classe politica italiana. Infatti, tramite il suuo profilo Facebook, l'agguerita giornalista parla di Toto' Riina, boss di Cosa Nostra e la politica italiana.
Riportiamo il tutto:
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"Per decenni di silenzio, il capo Totò Riina si è guadagnato un funerale di stato. Mentre lui, venerdi mattina, faceva l'ultimo respiro, molti politici e agenti segreti italiani hanno tirato un sospiro di sollievo..."
Riportiamo il tutto:
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"Per decenni di silenzio, il capo Totò Riina si è guadagnato un funerale di stato. Mentre lui, venerdi mattina, faceva l'ultimo respiro, molti politici e agenti segreti italiani hanno tirato un sospiro di sollievo..."
FONTE: https://www.facebook.com/Petra-Reski-204130696289860/?fref=ts
Luigi Di Maio lascia un messaggio commovente a Di Battista
Di Battista non si ricandida con il M5S, e il suo compagno di mille battaglie e avventure Luigi Di Maio gli lascia un messaggio sul proprio profilo Facebook:
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"Alessandro Di Battista ha fatto una scelta: ha deciso di continuare a fare politica fuori dal Parlamento, quella Politica con la P maiuscola che piace a tutti noi.
Mi ha assicurato che già tra qualche settimana sarà in tour insieme a tutti i parlamentari per presentare il nostro programma a tutti gli italiani e sarà assieme a noi, pancia a terra, fino a marzo per raggiungere il nostro obiettivo comune.
Il MoVimento 5 Stelle è fatto di uomini e donne che si mettono al servizio della comunità, che si impegnano ogni giorno per il bene del Paese e dei cittadini. Essere del MoVimento 5 Stelle significa prima di tutto sentirsi responsabili e impegnarsi per un Paese più giusto, più equo, più efficiente, per un’Italia migliore, sia da dentro che fuori le istituzioni. Migliaia di attivisti fanno politica pur non essendo nè candidati né eletti, Alessandro sarà il primo attivista d'Italia!
Mancano 104 giorni alle elezioni. Tutti insieme, con il massimo impegno, ce la faremo. Forza!"
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"Alessandro Di Battista ha fatto una scelta: ha deciso di continuare a fare politica fuori dal Parlamento, quella Politica con la P maiuscola che piace a tutti noi.
Mi ha assicurato che già tra qualche settimana sarà in tour insieme a tutti i parlamentari per presentare il nostro programma a tutti gli italiani e sarà assieme a noi, pancia a terra, fino a marzo per raggiungere il nostro obiettivo comune.
Il MoVimento 5 Stelle è fatto di uomini e donne che si mettono al servizio della comunità, che si impegnano ogni giorno per il bene del Paese e dei cittadini. Essere del MoVimento 5 Stelle significa prima di tutto sentirsi responsabili e impegnarsi per un Paese più giusto, più equo, più efficiente, per un’Italia migliore, sia da dentro che fuori le istituzioni. Migliaia di attivisti fanno politica pur non essendo nè candidati né eletti, Alessandro sarà il primo attivista d'Italia!
Mancano 104 giorni alle elezioni. Tutti insieme, con il massimo impegno, ce la faremo. Forza!"
mercoledì 15 novembre 2017
Aiutare gli italiani poveri è corruzione elettorale: il delirio si è impossessato della Morani, la PD leccapiedi di Renzi
Siamo al delirio: Alessia Morani denuncia Casapound per corruzione elettorale ad Ostia. La parassita PD ritiene che l’attività di “colletta alimentare” che i militanti della tartaruga attuano sia “voto di scambio". Peccato che la signorina da 20mila Euro al mese dimentichi che i militanti di Casapound distribuiscano pacchi alimentari da almeno 2 o 3 anni tutte le settimane.
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Senza voler dimenticare che il “suo” partito, a spese degli italiani si sia comprato il voto dei gonzi alle Europee con la famosa mancia degli 80 Euro e oggi stia provando a fare il blitz dello “ius soli” per papparsi di bò tto il voto di milioni di clandestini.
E’ proprio vero che un bel silenzio non fu mai scritto
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Senza voler dimenticare che il “suo” partito, a spese degli italiani si sia comprato il voto dei gonzi alle Europee con la famosa mancia degli 80 Euro e oggi stia provando a fare il blitz dello “ius soli” per papparsi di bò tto il voto di milioni di clandestini.
E’ proprio vero che un bel silenzio non fu mai scritto
Luigi Di Maio negli USA: "Faremo conoscere il M5S anche qui"
Ieri è cominciata la mia prima giornata qui a Washington in veste di candidato premier del MoVimento 5 Stelle.
In questo breve video riassumo la mia visita al Dipartimento di Stato americano, dove ho incontrato il Vice Assistente Segretario, Conrad Tribble e la serie di incontri al Congresso degli Stati Uniti con Steve Scalise, Francis Rooney, Albio Sires e Eliot Engel.
Le tematiche principali affrontate con i deputati sono state raccontare il MoVimento 5 Stelle e chiarire tutti gli eventuali pregiudizi su di noi. Confermare la solidità dell'Alleanza Atlantica e l'impegno italiano in europa.
GUARDA IL VIDEO DI MAIO:
Poi con ognuno di loro si sono approfondite tematiche specifiche alle loro materie.
Steve Scalise: riforma delle tasse e Nato.
Francis Rooney: mi ha aggiornato sul viaggio di Trump in Asia. In particolare sulla collaborazione della Cina rivolta a contrastare la minaccia Nord Coreana.
Albio Sires: gestione dell'immigrazione.
In fine con Engel si è parlato di politica estera.
Ho voluto spiegare che il MoVimento 5 Stelle non è una forza da demonizzare, ma a cui guardare con interesse per le proposte e la nuova idea di Paese di cui siamo portatori. I feedback che ho ricevuto sono stati tutti positivi. Ho incontrato anche personalità della comunità scientifica italiana ed esponenti italiani del mondo economico e finanziario.
Più tardi vi aggiornerò sul proseguimento della missione. Un abbraccio da Washington!
In questo breve video riassumo la mia visita al Dipartimento di Stato americano, dove ho incontrato il Vice Assistente Segretario, Conrad Tribble e la serie di incontri al Congresso degli Stati Uniti con Steve Scalise, Francis Rooney, Albio Sires e Eliot Engel.
Le tematiche principali affrontate con i deputati sono state raccontare il MoVimento 5 Stelle e chiarire tutti gli eventuali pregiudizi su di noi. Confermare la solidità dell'Alleanza Atlantica e l'impegno italiano in europa.
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Poi con ognuno di loro si sono approfondite tematiche specifiche alle loro materie.
Steve Scalise: riforma delle tasse e Nato.
Francis Rooney: mi ha aggiornato sul viaggio di Trump in Asia. In particolare sulla collaborazione della Cina rivolta a contrastare la minaccia Nord Coreana.
Albio Sires: gestione dell'immigrazione.
In fine con Engel si è parlato di politica estera.
Ho voluto spiegare che il MoVimento 5 Stelle non è una forza da demonizzare, ma a cui guardare con interesse per le proposte e la nuova idea di Paese di cui siamo portatori. I feedback che ho ricevuto sono stati tutti positivi. Ho incontrato anche personalità della comunità scientifica italiana ed esponenti italiani del mondo economico e finanziario.
Più tardi vi aggiornerò sul proseguimento della missione. Un abbraccio da Washington!
martedì 14 novembre 2017
Cittadino in studio disperato attacca Renzi: "Ha fatto peggio delle bombe di Hiroshima"
Paolo Veronesi è un ex operaio 52-enne dell’acciaieria Aferpi di Piombino, dove ha lavorato per 20 anni: lo stabilimento siderurgico fu ceduto da Lucchini all’imprenditore algerino Issad Rebrab, il cui gruppo è stato messo in mora. Non essendo stata salvata l’azienda, dal 2014 inizia il calvario lavorativo di Paolo, intervistato da Myrta Merlino nel corso de L’Aria che Tira (La7): “Trentatré anni fa, come militare, fui mandato a Beirut all’epoca della famosa crisi dell’Achille Lauro. C’era uno scenario pauroso, perché c’era stata la guerra e la notte si sparava sempre. Ma non ho avuto mai paura del mio futuro e soprattutto di quello di mio figlio come oggi. Mio figlio ha 23 anni, fa l’università e gli dico sempre di finire di studiare e di andar via da questo Paese”.
GUARDA IL VIDEO:
E aggiunge: “Per colpa di pochi bisogna pagare in milioni. Le bombe di Hiroshima e a Nagasaki hanno fatto meno danni di quelli creati dal signor Renzi a Piombino. Renzi ha fatto dei danni incommensurabili”. Merlino obietta che Renzi è solo il capro espiatorio, ma Paolo Veronesi ribatte: “Gli accordi di programma su Piombino li ha firmati Renzi. Ora ho un sussidio di 640 ‘euroni’. L’altro giorno ho visto che l’amico mio Matteino (Matteo Renzi, ndr) si è detto non favorevole al reddito di cittadinanza di 1000 euro al mese, proposto da Di Maio e dal M5s. Renzi ha detto che è contrario, perché non bisogna tenere la gente a casa senza fare niente. Lui invece mi tiene a casa senza fare niente e mi sta dando l’elemosina”.
GUARDA IL VIDEO:
E aggiunge: “Per colpa di pochi bisogna pagare in milioni. Le bombe di Hiroshima e a Nagasaki hanno fatto meno danni di quelli creati dal signor Renzi a Piombino. Renzi ha fatto dei danni incommensurabili”. Merlino obietta che Renzi è solo il capro espiatorio, ma Paolo Veronesi ribatte: “Gli accordi di programma su Piombino li ha firmati Renzi. Ora ho un sussidio di 640 ‘euroni’. L’altro giorno ho visto che l’amico mio Matteino (Matteo Renzi, ndr) si è detto non favorevole al reddito di cittadinanza di 1000 euro al mese, proposto da Di Maio e dal M5s. Renzi ha detto che è contrario, perché non bisogna tenere la gente a casa senza fare niente. Lui invece mi tiene a casa senza fare niente e mi sta dando l’elemosina”.
Torino. Bimbo si sente male in metro, in soccorso arriva l'Appendino
Un bambino di nove anni si sente male in metropolitana. Gli assistenti alla clientela del Gtt, l’azienda del trasporto pubblico di Torino, si avvicinano per prestare soccorso, quando ad un tratto compare una «signora gentile» per sapere se può essere d’aiuto. «All’inizio – racconta un addetto del metrò – non avevamo fatto caso a chi fosse, ma poi ci siamo accorti che era la sindaca Chiara Appendino».
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L’episodio risale a sabato scorso ed è avvenuto attorno alle 19 nell’atrio della stazione Principi d’Acaja, a pochi passi dall’abitazione della prima cittadina, che in quel momento si trovava con il marito e la figlia. Un bambino di 9 anni e sua sorella di 11 si aggirano senza genitori mano nella mano. La circostanza non sfugge agli addetti Gtt, che li fermano per capire se è tutto a posto e come mai si trovano da soli: «Sono andata a prendere mio fratello in piscina – si sentono rispondere dalla bambina – I nostri genitori sono a un funerale».
A un certo punto, però, il più piccolo si sente male, diventa pallido, e si accascia a terra. I quattro assistenti alla clientela lo soccorrono. «Mi sono allenato troppo, a volte capita» si sentono dire dal bambino. «Gli compriamo uno snack al cioccolato e dell’acqua alle macchinette, e mentre sono chino su di lui – ricorda uno degli addetti – si avvicina una signora gentile: era Chiara Appendino».
La sindaca si inginocchia sul bambino chiedendo se c’è bisogno di aiuto. «Come ti chiami? Bravo, vai in piscina», dice al ragazzino. «Mi complimento con te. Sei una bimba coraggiosa», raccontano che abbia detto alla sorellina. Appendino resta con i controllori e con i due fratellini per oltre 40 minuti, fino a quando non interviene la polizia e non sono stati chiamati i genitori dei bambini. «È rimasta tutto il tempo con noi e si è messa completamente a disposizione. È andata via – racconta l’addetto dell’azienda del trasporto pubblico – solamente quando la situazione era tutta risolta».
FONTE: http://www.corriere.it/cronache/17_novembre_14/torino-bimbo-si-sente-male-metro-soccorso-sindaca-appendino-de65f02a-c961-11e7-8a54-e86623f761be.shtml
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L’episodio risale a sabato scorso ed è avvenuto attorno alle 19 nell’atrio della stazione Principi d’Acaja, a pochi passi dall’abitazione della prima cittadina, che in quel momento si trovava con il marito e la figlia. Un bambino di 9 anni e sua sorella di 11 si aggirano senza genitori mano nella mano. La circostanza non sfugge agli addetti Gtt, che li fermano per capire se è tutto a posto e come mai si trovano da soli: «Sono andata a prendere mio fratello in piscina – si sentono rispondere dalla bambina – I nostri genitori sono a un funerale».
A un certo punto, però, il più piccolo si sente male, diventa pallido, e si accascia a terra. I quattro assistenti alla clientela lo soccorrono. «Mi sono allenato troppo, a volte capita» si sentono dire dal bambino. «Gli compriamo uno snack al cioccolato e dell’acqua alle macchinette, e mentre sono chino su di lui – ricorda uno degli addetti – si avvicina una signora gentile: era Chiara Appendino».
La sindaca si inginocchia sul bambino chiedendo se c’è bisogno di aiuto. «Come ti chiami? Bravo, vai in piscina», dice al ragazzino. «Mi complimento con te. Sei una bimba coraggiosa», raccontano che abbia detto alla sorellina. Appendino resta con i controllori e con i due fratellini per oltre 40 minuti, fino a quando non interviene la polizia e non sono stati chiamati i genitori dei bambini. «È rimasta tutto il tempo con noi e si è messa completamente a disposizione. È andata via – racconta l’addetto dell’azienda del trasporto pubblico – solamente quando la situazione era tutta risolta».
FONTE: http://www.corriere.it/cronache/17_novembre_14/torino-bimbo-si-sente-male-metro-soccorso-sindaca-appendino-de65f02a-c961-11e7-8a54-e86623f761be.shtml
Di Battista in diretta ammutolisce i giornalisti presenti! Ecco cos'è successo a "DiMartedi"
Alessandro Di Battista ospite a "DiMartedi" su la7 è una furia. Nel confronto coon Floris, e altri giornalisti, il pemtastellato risponde a tutte le domande ammutolendo tutti. Dal caso del candidato in Sicilia arrestato, ai programmi del m5s, da Berlusconi a Renzi.
ECCO L'INTERVISTA:
ECCO L'INTERVISTA:
Di Battista: "Alleanze? Mai. Loro pensano alle poltrone, noi ai cittadini"
In un lungo posta rilasciato sul suo profilo Facebbon, Alessandro Di Battista dice la sua sul tema di cui in tanti hanno parlato: Allearsi per governare.
Ecco cosa dice il pentastellato:
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"Domani andrò a DiMartedì su La7. Ci saranno molti giornalisti ad intervistarmi. Ebbene vedrete che mi domanderanno, ancora una volta, qualcosa sulle alleanze. “Pensate di raggiungere il 51% da soli?”; “allearsi significa scendere a compromessi e il compromesso è il sale della democrazia”; “se non vi alleate significa che non volete governare”. Eccolo il punto! Se non ci alleiamo significa – per loro – che non vogliamo governare.
Quindi le alleanze servono a prendere voti, non a risolvere problemi infatti le accozzaglie hanno permesso a certi soggetti di arrivare ai posti che contano ma mai a governare sul serio perché nascono veti, ricatti politici incrociati, discussioni infinite sull'assegnazione delle poltrone. Ebbene il Movimento non è questa roba qui! Potete accettarlo sì o no?
Oggi si riunirà la direzione del PD. Punto all'ordine del giorno? Le alleanze. Perché riparlano di alleanze? Per risolvere un problema dei cittadini? Ma quando mai! Le alleanze gli servono per risolvere un loro problema, quello di finire terzi alle prossime elezioni politiche. Noi non ci stiamo a questo gioco.
Io in TV ci vado ma non voglio parlare della politica che parla della politica. Abbiamo idee per contrastare mafia e corruzione. E' lecito o no volerne parlare in TV (come faccio da 5 anni in tutte le pizze d'Italia?). Abbiamo un pacchetto a sostegno dei risparmiatori e contro la “bancocrazia”. E' lecito volerne e poterne parlare anche in TV o mi toccherà – ancora una volta – parlare del perché non facciamo alleanze o smentire – per l'ennesima volta – fantomatiche aperture di Salvini?
Io un tempo votavo il PD, lo sapete. Lo votavo perché credevo che volesse fare opposizione a Berlusconi. Mi sbagliavo di grosso. Ma sapete perché ho smesso di votarli oltre che per il loro consociativismo con il centro-destra? Proprio perché li ho visti discutere per anni di alleanze, correnti, poltrone etc etc. Insomma dei loro problemi, non dei problemi delle persone. Per questo il Movimento va da solo. Buona giornata a tutti."
Ecco cosa dice il pentastellato:
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"Domani andrò a DiMartedì su La7. Ci saranno molti giornalisti ad intervistarmi. Ebbene vedrete che mi domanderanno, ancora una volta, qualcosa sulle alleanze. “Pensate di raggiungere il 51% da soli?”; “allearsi significa scendere a compromessi e il compromesso è il sale della democrazia”; “se non vi alleate significa che non volete governare”. Eccolo il punto! Se non ci alleiamo significa – per loro – che non vogliamo governare.
Quindi le alleanze servono a prendere voti, non a risolvere problemi infatti le accozzaglie hanno permesso a certi soggetti di arrivare ai posti che contano ma mai a governare sul serio perché nascono veti, ricatti politici incrociati, discussioni infinite sull'assegnazione delle poltrone. Ebbene il Movimento non è questa roba qui! Potete accettarlo sì o no?
Oggi si riunirà la direzione del PD. Punto all'ordine del giorno? Le alleanze. Perché riparlano di alleanze? Per risolvere un problema dei cittadini? Ma quando mai! Le alleanze gli servono per risolvere un loro problema, quello di finire terzi alle prossime elezioni politiche. Noi non ci stiamo a questo gioco.
Io in TV ci vado ma non voglio parlare della politica che parla della politica. Abbiamo idee per contrastare mafia e corruzione. E' lecito o no volerne parlare in TV (come faccio da 5 anni in tutte le pizze d'Italia?). Abbiamo un pacchetto a sostegno dei risparmiatori e contro la “bancocrazia”. E' lecito volerne e poterne parlare anche in TV o mi toccherà – ancora una volta – parlare del perché non facciamo alleanze o smentire – per l'ennesima volta – fantomatiche aperture di Salvini?
Io un tempo votavo il PD, lo sapete. Lo votavo perché credevo che volesse fare opposizione a Berlusconi. Mi sbagliavo di grosso. Ma sapete perché ho smesso di votarli oltre che per il loro consociativismo con il centro-destra? Proprio perché li ho visti discutere per anni di alleanze, correnti, poltrone etc etc. Insomma dei loro problemi, non dei problemi delle persone. Per questo il Movimento va da solo. Buona giornata a tutti."
“Vattene, non sei degno di venire tra di noi, hai raso al suolo il Veneto”: Renzi salvato dalla Polizia dalla furia dei truffati dalle banche dei suoi amichetti
Matteo Renzi è arrivato a Thiene, in provincia di Vicenza, per visitare lo stabilimento della Estel, azienda del mobile. Nella prima tappa del suo viaggio nel Nord-est dell’Italia la contestazione dei risparmiatori travolti dal fallimentodi Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. “Avete raso al suolo il Veneto, vergognatevi”. E ancora: “Mafiosi, Pd mafia. Duecentomila famiglie… Non siete degni di venire tra di noi, tra il popolo veneto…”, grida una manifestante.
GUARDA IL VIDEO:
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Bufera nel PD. Condannato per firme false. Ecco cosa stta succedendo
TORINO, 14 NOV - Il tribunale civile di Torino ha accertato la falsità di alcune delle firme che accompagnarono la presentazione di liste pro Sergio Chiamparino alle ultime regionali. Il dispositivo è stato depositato oggi e chiude la causa attivata da una querela di falso presentata da alcuni ricorrenti. La decisione dovrà ora essere esaminata dal Tar, che dovrà verificare la regolarità della lista in questione per pronunciarsi sulla eventuale decadenza di un numero di consiglieri del Pd che potrebbe arrivare fino a 8.
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Lo scorso 4 maggio, dopo una lunghissima camera di consiglio, i giudici amministrativi avevano sospeso il giudizio sulla decadenza dei consiglieri Pd proprio in attesa della decisione del tribunale civile.
Al voto, come precisato dallo stesso Tar in una tappa precedente della vicenda, non si tornerà. Ma l'eventuale decadenza di otto consiglieri Pd, tra cui ci sarebbero figure di spicco dei democratici, finirebbe per rimpicciolire la maggioranza di centrosinistra.
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Lo scorso 4 maggio, dopo una lunghissima camera di consiglio, i giudici amministrativi avevano sospeso il giudizio sulla decadenza dei consiglieri Pd proprio in attesa della decisione del tribunale civile.
Al voto, come precisato dallo stesso Tar in una tappa precedente della vicenda, non si tornerà. Ma l'eventuale decadenza di otto consiglieri Pd, tra cui ci sarebbero figure di spicco dei democratici, finirebbe per rimpicciolire la maggioranza di centrosinistra.
domenica 12 novembre 2017
CLAMOROSO! Le "Iene" sputtanano i giornalisti e le loro balle sul M5S
Vi ricordate la vicenda di qualche settimana fa a Palermo, dove i giornali scrivevano ad unisono che il M5S abbia buttato fuori da un ristorante dei giornalisti? Tenetevi forte, ci sono volete "Le Iene" per sputtanarli.
GUARDA IL VIDEO:
GUARDA IL VIDEO INTEGRALE: www.iene.mediaset.it
Di Maio intervistato da Fazio: "Noi siamo per i cittadini deboli che hanno perso tutto"
Luigi Di Maio è stato ospite della trasmissione di Fabio Fazio, "Che tempo che fa". Il candidatto Premier del M5S, ancora una volta, ha dimostrato tutta la sua competenza in campo politico, parlando del programma del M5s.
ECCO L'INTERVISTA:
sabato 11 novembre 2017
Di Maio scatenato: "Hanno imbrogliato. 40%? Si può fare"
Luigi Di Maio scatenato. Dopo gli ultimi scandali scoppiati in Sicilia, il candidato premier del M5S tira una riga e annuncia:
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"Siciliani, non sapete quanto mi dispiaccia vedere due eletti all'assemblea regionale siciliana, uno già arrestato e l'altro indagato per associazione a delinquere e voto di scambio.
Se ci hanno battuti così, imbrogliando e barando, come sembra emergere dalle prime indagini, allora al 40% ci possiamo arrivare davvero! Senza i voti comprati, non ci avrebbero neanche impensieriti. Li avremmo staccati di 10 punti.
Una settimana fa si è chiusa la campagna elettorale in Sicilia. Penso ai tanti siciliani che hanno avuto fiducia in noi, a coloro che hanno riempito le piazze in questi mesi con me e Giancarlo. Penso agli attivisti, ai candidati, ai nostri sindaci e consiglieri comunali che hanno dato l'anima per farci arrivare al risultato straordario del 35%. Penso alle bellezze di quella terra di cui sono profondamente innamorato e di cui la mia vista ha goduto durante questa campagna, e mi viene da dire con certezza che la Sicilia non meritava tutto questo.
Credo che molti di coloro che si sono astenuti si staranno pentendo di averlo fatto. A quelle persone non dico di votare il MoVimento. Chiedo di prendere posizione, di iniziare a mettere la faccia nelle battaglie per la propria terra. Di iniziare a partecipare e a credere che le cose possano cambiare.
Buona partecipazione a tutti."
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"Siciliani, non sapete quanto mi dispiaccia vedere due eletti all'assemblea regionale siciliana, uno già arrestato e l'altro indagato per associazione a delinquere e voto di scambio.
Se ci hanno battuti così, imbrogliando e barando, come sembra emergere dalle prime indagini, allora al 40% ci possiamo arrivare davvero! Senza i voti comprati, non ci avrebbero neanche impensieriti. Li avremmo staccati di 10 punti.
Una settimana fa si è chiusa la campagna elettorale in Sicilia. Penso ai tanti siciliani che hanno avuto fiducia in noi, a coloro che hanno riempito le piazze in questi mesi con me e Giancarlo. Penso agli attivisti, ai candidati, ai nostri sindaci e consiglieri comunali che hanno dato l'anima per farci arrivare al risultato straordario del 35%. Penso alle bellezze di quella terra di cui sono profondamente innamorato e di cui la mia vista ha goduto durante questa campagna, e mi viene da dire con certezza che la Sicilia non meritava tutto questo.
Credo che molti di coloro che si sono astenuti si staranno pentendo di averlo fatto. A quelle persone non dico di votare il MoVimento. Chiedo di prendere posizione, di iniziare a mettere la faccia nelle battaglie per la propria terra. Di iniziare a partecipare e a credere che le cose possano cambiare.
Buona partecipazione a tutti."
Corruzione e voto di scambio, M5S protesta per le elezioni "falsate" in Sicilia
Di Battista e Cancelleri su Facebook fanno sentire la propria rabbia. "Il voto di scambio è la zavorra della Sicilia, catena che tiene imprigionati i cittadini"
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"Elezioni inquinate". "Voto falsato". Il Movimento 5 Stelle protesta con forza dopo le notizie dell'arresto di Cateno De Luca e delle indagini su Edy Tamajo, due dei più votati alle recenti elezioni regionali siciliane, il primo nel centrodestra, il secondo nel centrosinistra.
"Il voto di scambio è la zavorra che porta giù la Sicilia... e non solo. È la catena che tiene imprigionati i cittadini. È il doping che determina un esito, piuttosto che un altro, alle elezioni" scrive su Facebook Alessandro Di Battista, dopo l'avviso di garanzia che ha raggiunto il neo eletto deputato regionale siciliano Edy Tamajo di Sicilia Futura, il movimento dell'ex ministro Salvatore Cardinale. Per il pentastellato le elezioni in Sicilia sono state "inquinate". "Il voto di scambio le ha condizionate - scrive ancora su Facebook - Il voto di scambio è una montagna di merda ed è una delle tante armi in mano alle cosche. Le cosche possiedono fiumi di denaro provenienti da traffici illeciti e questo denaro oltre a ripulirlo lo investono nel politico di turno. Questi lo utilizza per la propria campagna elettorale. Noi ce la stiamo mettendo tutta per liberare l'Italia da queste catene ma senza il sostegno dei cittadini, soprattutto dei giovani, sarà impossibile vincere questa battaglia durissima. Anche perché il voto di scambio si nutre della povertà, dell'ignoranza, delle condizioni sociali disagiate. Più gli eletti saranno gentaglia che compra i voti - conclude Di Battista - e più le condizioni di vita dei cittadini peggioreranno riducendo, di fatto, le tariffe del voto di scambio. Anche per questo non vogliono il reddito di cittadinanza, perché spezzerebbe in un istante queste catene".
Per il candidato M5S uscito sconfitto alle urne per pochi punti percentuali, Giancarlo Cancelleri, "si sta delineando uno scenario inquietante", "gravissimo", perché "i voti degli impresentabili a queste elezioni sono stati 100.000, adesso iniziano ad esserci indagini su come questi voti siano stati acquisiti. La vittoria di Musumeci è sicuramente contaminata, ma ora emerge la probabilità che il risultato elettorale sia stato falsato dalla compravendita di voti e ancora non sappiamo quanto questa pratica sia stata diffusa". Cancelleri annuncia "un'altra lettera all'Osce dove racconterò gli scandali che si stanno scoprendo in questi giorni, il fondamentale ruolo di impresentabili e il comportamento dei media che ha influito negativamente sull'affluenza alle urne e sulla scarsa sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul tema degli impresentabili. Chiederò che vengano al più presto in Sicilia per monitorare fin da subito tutti i movimenti in vista delle Politiche. Non possono continuare a farla franca".
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"Elezioni inquinate". "Voto falsato". Il Movimento 5 Stelle protesta con forza dopo le notizie dell'arresto di Cateno De Luca e delle indagini su Edy Tamajo, due dei più votati alle recenti elezioni regionali siciliane, il primo nel centrodestra, il secondo nel centrosinistra.
"Il voto di scambio è la zavorra che porta giù la Sicilia... e non solo. È la catena che tiene imprigionati i cittadini. È il doping che determina un esito, piuttosto che un altro, alle elezioni" scrive su Facebook Alessandro Di Battista, dopo l'avviso di garanzia che ha raggiunto il neo eletto deputato regionale siciliano Edy Tamajo di Sicilia Futura, il movimento dell'ex ministro Salvatore Cardinale. Per il pentastellato le elezioni in Sicilia sono state "inquinate". "Il voto di scambio le ha condizionate - scrive ancora su Facebook - Il voto di scambio è una montagna di merda ed è una delle tante armi in mano alle cosche. Le cosche possiedono fiumi di denaro provenienti da traffici illeciti e questo denaro oltre a ripulirlo lo investono nel politico di turno. Questi lo utilizza per la propria campagna elettorale. Noi ce la stiamo mettendo tutta per liberare l'Italia da queste catene ma senza il sostegno dei cittadini, soprattutto dei giovani, sarà impossibile vincere questa battaglia durissima. Anche perché il voto di scambio si nutre della povertà, dell'ignoranza, delle condizioni sociali disagiate. Più gli eletti saranno gentaglia che compra i voti - conclude Di Battista - e più le condizioni di vita dei cittadini peggioreranno riducendo, di fatto, le tariffe del voto di scambio. Anche per questo non vogliono il reddito di cittadinanza, perché spezzerebbe in un istante queste catene".
Per il candidato M5S uscito sconfitto alle urne per pochi punti percentuali, Giancarlo Cancelleri, "si sta delineando uno scenario inquietante", "gravissimo", perché "i voti degli impresentabili a queste elezioni sono stati 100.000, adesso iniziano ad esserci indagini su come questi voti siano stati acquisiti. La vittoria di Musumeci è sicuramente contaminata, ma ora emerge la probabilità che il risultato elettorale sia stato falsato dalla compravendita di voti e ancora non sappiamo quanto questa pratica sia stata diffusa". Cancelleri annuncia "un'altra lettera all'Osce dove racconterò gli scandali che si stanno scoprendo in questi giorni, il fondamentale ruolo di impresentabili e il comportamento dei media che ha influito negativamente sull'affluenza alle urne e sulla scarsa sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul tema degli impresentabili. Chiederò che vengano al più presto in Sicilia per monitorare fin da subito tutti i movimenti in vista delle Politiche. Non possono continuare a farla franca".
Tassa sui rifiuti gonfiata in tutta Italia: per anni pagata il doppio per un errore di calcolo
Almeno negli ultimi cinque anni la Tari, la tariffa sui rifiuti, è stata pagata dai contribuenti fino al doppio in molte città italiane, da Milano a Napoli. Prezzi molto più alti per i cittadini a causa di un errore di calcolo avvenuto in molti comuni sulla quota variabile della bolletta.
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I cittadini di molti comuni italiani potrebbero aver pagato molto più del dovuto per la Tari, la tariffa dei rifiuti applicata da ogni singola municipalità italiana. Un problema che riguarda almeno gli ultimi cinque anni e che nasce da un errato calcolo dei comuni della Tari: l’errore deriva dal conteggio sbagliato della quota variabile del tributo e ha comportato prelievi decisamente superiori al dovuto, anche il doppio in alcuni casi. A denunciarlo è la Repubblica (grazie al M5S), riportando quanto emerso durante un question time che si è svolto alla Camera e a cui ha risposto il sottosegretario all’Economia Pier Carlo Baretta.
Baretta ha risposto a una interrogazione parlamentare del deputato Giuseppe L’Abbate del MoVimento 5 Stelle. L’interrogazione è nata dalle segnalazioni ricevute da più città italiane e fa riferimento a un articolo del Sole 24 Ore del 2014 nel quale già si denunciavano errori nel calcolo della Tari. Un errore che riguarderebbe comuni di tutta Italia: da Milano a Napoli, da Genova a Catanzaro, passando per Ancona e Cagliari.
Il calcolo sbagliato
In bolletta, oltre alla quota fissa legata ai metri quadri della casa, è prevista anche una quota variabile che è legata al numero degli abitanti della casa. Questa quota variabile è stata moltiplicata – nel caso dei conteggi sbagliati – per ogni singola pertinenza, ovvero anche sulla base di garage e cantina. Per capire meglio, prendiamo come esempio una casa di 125 metri metri quadrati in totale, di cui 100 di abitazione, 15 di garage e 10 di cantina. La quota variabile, in questo caso, non sarebbe stata pagata una sola volta come previsto da legge, ma tre volte, arrivando quindi quasi al raddoppio della tariffa.
Baretta, spiegando qual è la normativa vigente, fa riferimento al regolamento della Tares applicabile anche alla Tari, una norma che stabilisce che “le cantine, le autorimesse o altri simili luoghi di deposito si considerano utenze domestiche condotte da un occupante, se persona fisica priva nel comune di utenze abitative. In difetto di tale condizione i medesimi luoghi si considerano utenze non domestiche”.
Le associazioni dei consumatori si sono mobilitate e hanno portato all’attenzione di molti il problema. Il Movimento Difesa del cittadino parla di truffa ai danni dei contribuenti e lancia una campagna dal nome ‘Sos Tari’ chiedendo ai comuni che hanno applicato la tariffa sbagliata di rimborsare le famiglie. Attraverso gli sportelli territoriali raccoglierà le denunce dei contribuenti per poi richiedere il rimborso.
Come funziona la Tari
La Tari è la TAssa RIfiuti, l’imposta comunale sulla gestione dei rifiuti istituita con la legge di stabilità del 2014. È la bolletta pagata dai cittadini che serve a finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ha preso il posto della Tares e deve essere pagata da chiunque detenga a qualsiasi titolo (quindi anche gli inquilini e non solo i proprietari) locali, abitazioni e aree scoperte che producono rifiuti. È composta, come detto, di una quota fissa che varia in base ai metri quadri e di una quota variabile basata sul numero di occupanti dell’utenza a cui fa riferimento la bolletta.
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I cittadini di molti comuni italiani potrebbero aver pagato molto più del dovuto per la Tari, la tariffa dei rifiuti applicata da ogni singola municipalità italiana. Un problema che riguarda almeno gli ultimi cinque anni e che nasce da un errato calcolo dei comuni della Tari: l’errore deriva dal conteggio sbagliato della quota variabile del tributo e ha comportato prelievi decisamente superiori al dovuto, anche il doppio in alcuni casi. A denunciarlo è la Repubblica (grazie al M5S), riportando quanto emerso durante un question time che si è svolto alla Camera e a cui ha risposto il sottosegretario all’Economia Pier Carlo Baretta.
Baretta ha risposto a una interrogazione parlamentare del deputato Giuseppe L’Abbate del MoVimento 5 Stelle. L’interrogazione è nata dalle segnalazioni ricevute da più città italiane e fa riferimento a un articolo del Sole 24 Ore del 2014 nel quale già si denunciavano errori nel calcolo della Tari. Un errore che riguarderebbe comuni di tutta Italia: da Milano a Napoli, da Genova a Catanzaro, passando per Ancona e Cagliari.
Il calcolo sbagliato
In bolletta, oltre alla quota fissa legata ai metri quadri della casa, è prevista anche una quota variabile che è legata al numero degli abitanti della casa. Questa quota variabile è stata moltiplicata – nel caso dei conteggi sbagliati – per ogni singola pertinenza, ovvero anche sulla base di garage e cantina. Per capire meglio, prendiamo come esempio una casa di 125 metri metri quadrati in totale, di cui 100 di abitazione, 15 di garage e 10 di cantina. La quota variabile, in questo caso, non sarebbe stata pagata una sola volta come previsto da legge, ma tre volte, arrivando quindi quasi al raddoppio della tariffa.
Baretta, spiegando qual è la normativa vigente, fa riferimento al regolamento della Tares applicabile anche alla Tari, una norma che stabilisce che “le cantine, le autorimesse o altri simili luoghi di deposito si considerano utenze domestiche condotte da un occupante, se persona fisica priva nel comune di utenze abitative. In difetto di tale condizione i medesimi luoghi si considerano utenze non domestiche”.
Le associazioni dei consumatori si sono mobilitate e hanno portato all’attenzione di molti il problema. Il Movimento Difesa del cittadino parla di truffa ai danni dei contribuenti e lancia una campagna dal nome ‘Sos Tari’ chiedendo ai comuni che hanno applicato la tariffa sbagliata di rimborsare le famiglie. Attraverso gli sportelli territoriali raccoglierà le denunce dei contribuenti per poi richiedere il rimborso.
Come funziona la Tari
La Tari è la TAssa RIfiuti, l’imposta comunale sulla gestione dei rifiuti istituita con la legge di stabilità del 2014. È la bolletta pagata dai cittadini che serve a finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ha preso il posto della Tares e deve essere pagata da chiunque detenga a qualsiasi titolo (quindi anche gli inquilini e non solo i proprietari) locali, abitazioni e aree scoperte che producono rifiuti. È composta, come detto, di una quota fissa che varia in base ai metri quadri e di una quota variabile basata sul numero di occupanti dell’utenza a cui fa riferimento la bolletta.
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