sabato 20 maggio 2017
Quando Renzi si frego' i Rolex che gli Arabi diedero in regalo allo Stato Italiano
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Che fine fanno i regali che ministri, capi di Stato, Re e Regine portano in dono a Palazzo Chigi? In teoria i presidenti del Consiglio dovrebbero restituirli, soprattutto se questi superano il valore di 300 euro.
Bene. È sorto un giallo, però, sui beni ricevuti da Matteo Renzi quando era premier: secondo il Fatto Quotidiano, infatti, il segretario del Pd avrebbe restituito solo una statuetta. E i Rolex?
Facciamo un passo indietro. Nel registro dei doni di rappresentanza forniti dal Dipartimento per i Servizi strumentali di Palazzo Chigi risulta soltanto una restituzione da parte di Matteo Renzi: una statuetta, “senza indicazione di destinazione”, che gli era stata donata dal sovrano dell’Arabia Saudita durante la visita a Ryad del novembre del 2015. Si tratta dello stesso viaggio istituzionale che portò al giallo sui rolex, quando i funzionari italiani arrivarono quasi alle mani perché alcuni avevano ricevuto in regalo orologi meno preziosi di altri. Alcune scatole donate dai Sauditi contenevano Rolex da 20mila euro, altre orologi da 4mila. Gli sfortunati si arrabbiarono, tanto da rischiare una rissa. Così alla fine Renzi decise di sequestrare tutti i regali e di metterli “nella disponibilità della presidenza del Consiglio”.
Il fatto è che di tutti i regali ricevuti da Renzi non c’è traccia nel registro dei doni fornito da Palazzo Chigi. Non c’è la bicicletta donata dal giapponese Shinzo Abe, non c’è il Rolex donato dai sauditi insieme alla famosa statuetta, non ci sono gli altri orologi della “rissa a Ryad” né la torcia olimpica. Nel documento appaiono invece i regali restituiti nel tempo da Gianni Letta, Maria Carmela Lanzetta, Graziano Delrio e Enrico Costa. Il dipartimento ha precisato al Fatto che i doni che devono essere registrati nel documento inviato sono solo quelli ricevuti “in ragione dell’ufficio che ricoprono pro-tempore, in occasione di visite ufficiali o di incontri, da parte di autorità o delegazioni italiane o straniere e che, secondo gli usi di cerimoniale, abbiano carattere protocollare d’uso e cortesia”. Eppure una legge approvata da Romano Prodi prevede che i componenti del governo e i loro familiari non possono tenere omaggi di valore superiore ai 300 euro.
Il M5S è già andato all’attacco, chiedendo segretario del Pd di “dire la verità ed essere trasparente”. “Che fine hanno fatto e dove sono tutti i doni ricevuti da Renzi e dai suoi delegati nel corso del proprio incarico di governo e che appartengono a tutti i cittadini italiani?”, tuona la sentatrice Laura Bottici. “Il M5S ha ottenuto una sentenza del TAR che obbligava proprio palazzo Chigi a rendere pubblici i registri dei doni, ma Renzi ha preferito opporsi al Consiglio di Stato attraverso gli avvocati pagati da tutti i cittadini. Renzi impari a rispettare il Parlamento e i cittadini e sia trasparente. Mostri il registro integrale con la precisa indicazione delle missioni in cui ha ricevuto doni e dica finalmente la verità a tutti gli italiani”. Sul caso dei rolex ricevuti a Ryad, peraltro, il deputato di Sel Franco Bordo aveva presentato una interrogazione a risposta scritta diretta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’atto parlamentare porta la data dell’11 gennaio 2016 e un anno dopo ancora nessuno si è fatto sentire. Silenzio assoluto. Rimane solo il ticchettio dei Rolex.
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