giovedì 22 novembre 2018
“Il popolo italiano non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni” Il Governo non ci sta, così tappa la bocca a Moscovici dopo gli ennesimi insulti dell’europarassita
Continua lo scontro a distanza tra Pierre Moscovici ed il Governo italiano Uno scontro fatto di accuse e dichiarazioni al vetriolo, con la manovra italiana sullo sfondo.
Stamattina Moscovici è al leader della Lega che si è rivolto quando ha definito la manovra “contro l’interesse del popolo italiano”. Ed è al vicepremier leghista che pensava quando ha ribatido con parole dure che “non sono Babbo Natale”. Insomma: dalla Commissione Ue non arriveranno sconti. Né oggi ne in futuro. Almeno finché non si aprirà una qualche trattativa.
Da Uno Mattina il segretario del Carroccio aveva già replicato a Moscovici, mantenendo tuttavia toni abbastanza pacati. “Mi dicono dall’Europa che non posso smontare la Fornero? Io porto rispetto ma viene prima il diritto al lavoro e alla pensione degli italiani – aveva spiegato – L’unica cosa che l’Europa non può chiedermi è di lasciare immutata la legge Fornero, ho visto quanta sofferenza ha causato agli italiani”. Davanti alle telecamere il ministro dell’Interno aveva assicurato di non voler “litigare con nessuno”, ma se deve scegliere “tra Bruxelles e gli italiani la scelta è facile”. “Chiedo rispetto per il popolo italiano, che dà ogni anno 5 miliardi a Bruxelles – aveva chiosato il leghista – Sulle manovre del passato non hanno avuto nulla da eccepire e il debito è aumentato di 300 miliardi”.
Ma i toni tutto sommato “pacati” della mattina si sono trasformati in scontro a viso aperto nel primo pomeriggio. A far scattare la reazione del ministro dell’Interno è la frase pronunciata da Moscovici e riportata dal Corriere della Sera. Mentre Conte continuava a ripetere che “siamo responsabili” e che non c’è alcuna “ribellione” dell’Italia a Bruxelles, da Moscovici (che però continua a parlare di “dialogo”) arrivava una netta chiusura a “trattative” con Roma: “Con l’Italia possiamo avere un accordo sulle regole, avvicinarci a queste regole, ma non può esserci una trattativa da mercanti di tappeti”, ha affermato al Parlamento francese.
Dura la replica di Salvini: “Il popolo italiano non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni. Moscovici continua a insultare l’Italia, ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani. Ora basta: la pazienza è finita”.
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