giovedì 22 novembre 2018

E' finita la pacchia per i politici corrotti: il DDL Anticorruzione è legge!




Il divieto di finanziamento ai partiti sarà  esteso alle cooperative social e ai consorzi. Lo prevede un emendamento al ddl Anticorruzione di Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia approvato dall’Aula della Camera. Montecitorio, infatti, ha approvato l’intero provvedimento con 288 voti a favore, 143 contrari. Il testo passa ora al Senato.


La Camera ha a anche dato il via libera anche all’articolo 10 del testo, quello riguardante la norma per la trasparenza dei partiti: i nomi dei finanziatori che donano più di  500 euro andranno pubblicati online. Era un punto dell’accordo raggiunto mercoledì da Lega e M5s, dopo il ko sul peculato del giorno precedente: la maggioranza battuta con il voto segreto. Il premier Giuseppe Conte ha assicurato che la questione verrà risolta al Senato, ma, secondo le indiscrezioni di alcuni quotidiani, tra cui Repubblica, i sospetti dei 5 stelle si sarebbero ora concentrati sul sottosegretario Giancarlo Giorgetti: sarebbe lui il regista del “tradimento” della Lega. Il diretto interessato smentisce: “Io non c’entro proprio niente”. Ed è lo stesso M5s che interviene per difenderlo, con Luigi Di Maio che commenta: “Non è così, smentisco. In questo momento vedo Giorgetti nell’occhio del ciclone, forse perché sta dando fastidio a Malagò e al Coni“.

Giorgetti: “Ko? Io non c’entro” – Sospetti M5s su di me? “Sono come Andreotti”, scherza il Richelieu del Carroccio arrivando alla Camera. Per poi aggiungere: “Secondo me non c’è alcun tipo di problema“. Se Matteo Salvini ha parlato di un semplice “inciampo“, Giorgetti ripete: “Confermo, è un inciampo”. Ma in aula ha deciso di sedersi tra i banchi della Lega, lasciando il solo ministro Alfonso Bonafede tra quelli del governo. Oltre a Di Maio, a intervenire per tentare di placare sul nascere la polemica è stato anche il capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli: “Ancora una volta siamo costretti a smentire categoricamente ricostruzioni e retroscena fantasiosi, che ci attribuiscono cose false. Quello che dovevamo dire su quel voto a scrutinio segreto lo abbiamo detto ieri, come sempre pubblicamente e con chiarezza”. Il suo parigrado alla Camera, Francesco D’Uva è d’accordo: “I retroscena pubblicati da diversi quotidiani su liti furibonde all’interno della maggioranza e notti passate a investigare su presunte congiure orchestrate da Giorgetti sono assolutamente privi di fondamento. Quello che è accaduto in aula con il voto sul ddl anticorruzione è un fatto sicuramente grave, ma non è possibile usare un incidente di percorso parlamentare, al quale abbiamo già trovato il modo di rimediare, per costruire la fantasiosa ipotesi di un complotto da parte della Lega. Quelle scritte sui giornali sono solo falsità”. Insomma dopo le parole dei 5 stelle, interviene direttamente Salvini: “Non è esistita nessuna polemica. Il caso è chiuso”.

Fraccaro: “Noi a volte pivelli” – Ad ammettere gli errori dell’esecutivo è il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, che in un colloquio con il Messaggero dice: “La verità è che noi, a volte, siamo dei pivelli, siamo troppo innocenti. Questa è stata una cosa studiata”. Come è stato possibile andare sotto con una maggioranza solidissima? “Tutto è avvenuto in segreto, nel magma“, ha risposto Fraccaro al quotidiano romano. Sottolineando poi le differenze tra M5s e Lega e la presenza di correnti interne al Carroccio: “Noi quando abbiamo dei problemi interni finiscono con gli elenchi e le lettere sui giornali. Loro invece, no. Magari sono divisi tra salviniani, maroniani, giorgettiani, ma poi si confrontano nel segreto dell’urna. Senza appunto uscire sui giornali“.

Pentiti della mazzette avranno 4 mesi per collaborare – Mentre proseguono le agitazioni nella maggioranza, dopo l’impasse di ieri il lavoro dell’Aula è andato avanti spedito: la votazione di articoli ed emendamenti è finita alle 15 e 30 per le dichiarazioni di voti. L’obiettivo è finire prima delle 17, quando è prevista l’informativa del presidente Conte sulla bocciatura della manovra da parte della Commissione Ue. Oltre al divieto per le cooperative di finanziare partiti, tra le novità approvate quellla sul tempo a disposizione dei “pentiti delle mazzette”: dai sei inizialmente previsti ora avranno quattro mesi dalla commissione del fatto per offrire la loro collaborazione alla magistratura.

La trasparenza – Sono passati senza problemi molti articoli del ddl che riformano il finanziamento ai partiti politici. L’emendamento approvato dall’Assemblea salva l’attività dei volontari, che secondo il testo originale del ddl veniva considerata come una prestazione lavorativa o professionale. Fondazioni e associazioni sono equiparate ai partiti e ai movimenti politici. La norma, inizialmente inserita all’interno della nuova formulazione dell’articolo 10, viene ora spostata nelle disposizioni finali. Il testo riscrive, pur confermandola, anche la norma che prevede l’obbligo della pubblicazione su internet del curriculum e del certificato penale dei candidati alle elezioni politiche e amministrative per i comuni con più di 15mila abitanti. Oltre che sul sito del partito, curriculum e certificato penale, dovranno essere pubblicati sul sito del ministero dell’Interno in una apposita sezione denominata “elezioni trasparenti”.

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