mercoledì 14 febbraio 2018
i giornaloni nazionali contro il M5S: Ecco perchè
La cagnara scatenata dai giornaloni contro qualche 5 Stelle che non ha restituito soldi peraltro suoi, dimostra che gli addetti ai lavori non si rendono conto nel baratro in cui stanno cadendo. La notizia c’era, nessuno lo nega.
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Ma come al solito è stata messa in piedi una violenta e spietata macchina del fango ormai rodata per colpire più possibile il nemico pentastellato. E cioè coloro che osano sostenere che una democrazia pulita sia possibile. Già, i giornaloni non si scatenano con tale veemenza contro ladri e malfattori in uno dei paesi occidentali più corrotti, no, lo fanno contro chi osa pensare che sia possibile costruire un paese migliore. Perché tale follia? In parte per ragioni politiche contingenti, i padroni dei giornali sono uomini d’affari che – come usanza in Italia – vivono di cattiva politica e quindi di cattivo giornalismo. La logica è basilare. I padroni vedono i 5 Stelle reggere nei sondaggi e quindi danno l’ordine di colpirli con ferocia attaccandosi a qualunque cosa. In questo senso i giornalisti si sono ridotti a dei sicari, colpiscono su commissione il nemico deciso dal loro padrone. E c’è da giurarsi che più colpiscono duro, più faranno carriera. Ma c’è una ragione più profonda per questa cloaca giornalistica. I giornaloni e le loro truppe, di questo sistema marcio ne sono parte integrante. Sono cresciuti e sono emersi con certe concezioni, con certe logiche distorte e spesso cedendo a compromessi col lato oscuro di questo paese. Riconoscere, quindi, che i 5 Stelle siano diversi e che sia possibile una democrazia più pulita, significa per loro ammettere il porcile in cui sguazzano da sempre. Vorrebbe dire ammettere chi davvero sono, come davvero operano e quanto siano arretrati rispetto alle democrazie dove vige una piena libertà di stampa e la deontologia professionale non è un vago ricordo scolastico. Distruggere i 5 Stelle per loro è una esigenza esistenziale per riuscire a continuare a tapparsi il naso e tirare avanti nonostante il loro fallimento storico sia ormai drammaticamente palese. Il crollo di copie vendute dei giornali è devastante e non cessa, i loro padroni e partiti di riferimento attraversano una crisi ormai irreversibile e la rabbia della popolazione sta travolgendo anche loro negandogli il bene più prezioso per colui che svolge quella professione: la credibilità. Un giornalista senza credibilità, un giornale senza credibilità, non ha senso di esistere. Possono vegetare sulla faziosità del proprio giardinetto di lettori ma il loro destino è segnato. Questa è la ragione di tanta rabbia contro i 5 Stelle: se il 4 marzo vincono rischia di crollare tutto anche per i giornaloni e le loro truppe. Se infatti i giornaloni non riuscissero ad azzoppare i 5 Stelle nonostante le campagne denigratorie continue o se addirittura ottenessero l’effetto boomerang, che senso ha buttar via tutti quei milioni in pagine d’inchiostro che non legge nessuno e che non hanno nessun impatto politico, nessun ritorno? Che senso ha mantenere eserciti di giornalisti che sparano a salve? Se dovessero sfondare i 5 Stelle, potrebbe essere una grande opportunità per il giornalismo italiano. Crollerebbe un sistema editoriale figlio di una cultura ipocrita e succube della peggiore politica affaristica. Crollerebbero i castelli di carta su cui certi personaggi hanno costruito le loro carriere. Ad avvantaggiarsene sarebbe il paese intero. Solo recuperata dignità e credibilità, la stampa può svolgere il ruolo fondamentale che gli spetta in una democrazia avanzata. Il resto è solo cagnara.
Tommaso Merlo
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