mercoledì 28 febbraio 2018
Cannonate contro la Boschi e papà Tiziano. Alessandro Di Battista accende la piazza a Rignano, a due passi da casa di Matteo Renzi
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C'è un grado a Rignano sull'Arno quando Alessandro Di Battista arriva a bordo del suo camper. In piazza ci sono quattrocento persone. "Mai viste tante da queste parti", dice la signora Maria. "Poco tempo fa è venuta Roberta Pinotti, il ministro della Difesa. Eravamo 36, 37, non si arrivava a 40". In piazza Martiri della libertà, dove è stato montato il palchetto sul quale la star 5 stelle sale accolto dall'ormai consueto coro "Dibba, Dibba, Dibba", si affaccia la Casa del popolo, ribattezzata ottimisticamente "People's House Rignano". Sulla bacheca i manifesti elettorali del Pd, di Liberi e Uguali e di Potere al Popolo. Giovedì è annunciata una "colazione con il ministro Luca Lotti", alla quale "è invitata tutta la cittadinanza". "Ma non ci sarà mai tutta questa gente, nemmeno la metà", spiega un ragazzo.
Eppure questa è la terra di Matteo Renzi. "La sua casa è quella, sopra la macelleria - indica la signora Maria - è nato qui ed è stato qui fino a quando ha avuto ventidue o ventitré anni. Di Battista non lo nomina: "A quello là non c'è nulla da dire, è politicamente morto". Dalla folla si leva una salva di fischi e buuu nei confronti del segretario del Pd. "Quando ho progettato il tour ho sbagliato - continua il deputato M5s - Per contrastare lui sarei dovuto andare due volte ad Arcore, perché chi lo vota è come se votasse Berlusconi".
Di Battista è nel suo elemento naturale. E lo dice. "La piazza è la mia sede, la nostra sede". La gente accorsa lo adora. "Ho dato per trent'anni il mio voto alla sinistra, ora mi sono rotto i c....", dice Francesco. Vicino a lui i suoi amici annuiscono. Si respira una voglia di rivalsa nei confronti di una terra rossa che Dibba auspica diventi almeno "rosè". L'empatia è alle stelle. Gli consegnano un pacco di pannolini incartato come fosse una strenna natalizia, olio, cioccolato, lenticchie, fagioli, miele. Un ragazzo gli porta il suo cd, "lo ascolterò, ma io faccio un altro mestiere". Il deputato, ancora per poco. L'animale da palco, probabilmente per sempre.
"Quanti sono qui per la prima volta? E dov'eravate prima?" Chiede mentre la luna viene velata da nuvole che promettono neve. Tanti rispondono "nel Pd". "Vi siete pentiti?". Boato. Qualche applauso si leva anche dalla casa del popolo. Alcuni anziani ("Io voto Pd, non rompermi le balle") giocano a carte. Ma in tanti si affacciano incuriositi. "Io lui lo voterei - ragiona un signore di mezz'età con un amico - Di Maio no, proprio non ce la faccio. Se candidavano lui agli altri gli facevano un cappotto foderato di pelliccia".
Qualche compagno vaga nella piazza, viene apostrofato con la tipica ironia fiorentina: "Mariooooo, traditore, non ti far più rivedere". Di Battista martella duro: "La nostra è una battaglia contro quei politicanti che dovevano sparire entro il 4 dicembre e invece sono ancora qui a romperci i c....". La signora Maria racconta che davvero qui Renzi lo chiamavano il Bomba: "Sì, i ragazzi. Perché? Embé, secondo lei dice sempre la verità?".
Due signore al bar chiedono a un forestiero se è un politico: "Perché io e mio marito abbiamo lavorato a quarant'anni, e in due non arriviamo a mille euro di pensione. E i politici non fanno nulla". Il vento, almeno per una sera, sembra spirare nettamente contro Renzi, "anche se lui qui lo vediamo poco, ma il suo babbo e la sua mamma vivono molto il paese". Dal palco cannonate anche contro Tiziano, contro Consip, contro "l'imprenditore Romeo, che faceva affari con tutti". C'è Alfonso Bonafede, sommerso da applausi quando dice che "in Toscana se dici che voti Movimento ti si chiudono tutte le porte, c'è un vero e proprio sistema".
Di Battista attacca "il voto clientelare che la sinistra ha creato con le cooperative rosse", se la prende con le tv e i giornali "complici del sistema": "Solo Barbara D'Urso mi ha fatto parlare, è stata corretta. Voterà M5s, sono convinto". Giovedì sarà a Laterina: "Speravo di incontrare la Boschi, ma l'hanno vestita da Heidi e spedita a Bolzano, solo che invece delle caprette fa ciao ai risparmiatori di Banca Etruria".
A cinquanta metri c'è la sede del Pd. È chiusa. Passano due ragazzi. "Ma tu ci vai domani dal Lotti?". "Ma tu sei scemo, vacci te da quello là". La luna è stata mangiata dalle nuvole. Nella notte, probabilmente, nevicherà.
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