Di Tommaso Merlo, giornalista
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Comunque vada a finire lo stallo, il passo indietro di Di Maio sulla premiership è stata una mossa politica da gigante della politica in un mondo di miseri nani. Erano due mesi che i resti del vecchio sistema calunniavano Di Maio a reti unificate sostenendo che fosse animato solo da ambizioni personali e gli importasse solo diventare premier. Lui rispondeva che lo avevano votato undici milioni di italiani e che era una questione di correttezza verso gli elettori l’assumersi quella responsabilità. Niente da fare, la voce dei protagonisti è un dettaglio quando si tratta d’infangare il Movimento 5 Stelle. Consueti spruzzi di fango spazzati via da un clamoroso “passo indietro” fatto davanti al paese intero. Roba da applausi eppure chi fino a ieri infamava Di Maio fa spallucce ed è già al lavoro per trovare altro fango con cui imbrattare un cambiamento che rifiuta senza nemmeno fare lo sforzo di capire. Problemi loro, la verità li supera sempre. E la verità dice che lo storico “passo indietro” deciso dal Movimento sul fotofinish delle consultazioni, è innanzitutto una mossa politica molto intelligente che ha messo in ulteriori difficoltà la coalizione di centrodestra. Ha tolto cioè a Salvini ogni alibi e lo ha stanato costringendolo a smetterla di tergiversare e a prendersi le sue responsabilità davanti al paese. Ma c’è anche un aspetto più profondo in questa vicenda: Di Maio si fa da parte mettendo prima “le cose da fare” e gli interessi del paese rispetto ad una poltrona che comunque spetterebbe politicamente a lui come capo del “partito” che ha stravinto le elezioni col suo nome nel simbolo. E una poltrona che si sarebbe ampiamente meritato. Ma Luigi Di Maio, preso atto di uno stallo creato da una legge elettorale voluta per boicottare il Movimento, invece di lavarsene le mani, dopo mesi in cui le ha provate tutte, compie un ennesimo ed estremo tentativo anteponendo il progetto politico che rappresenta. Questa è politica come servizio verso la comunità, questa è politica fatta per il bene comune, questa è politica che si contrappone plasticamente alla politica devastata dalle meschine bizze egocentriche e che ha rovinato l’Italia. La politica come carriera personale e come campo di battaglia dove imporre i propri interessi e le proprie vanità anche a costo di trascinare nel baratro un intero paese. Proprio come fatto da Renzi e Berlusconi anche in questi ultimi due mesi. Due miseri nani rispetto a Di Maio. Da una parte Renzi, un politico di professione che ha il fegato di non fare passi indietro nemmeno dopo essere stato artefice di un fallimento epocale sancito dalle urne e che al contrario continua ad imporre i suoi deliri egoarchi ad un partito che ha ridotto in miseria. Dall’altra Berlusconi, un affarista prestato alla politica il cui malconcio ego persiste ad inquinare la vita pubblica incapace di provare vergogna per i disastri compiuti e che sfida il ridicolo pur di difendere la selva di conflitti d’interessi con cui infesta il paese. Renzi e Berlusconi ma intorno a loro intere classi dirigenti che sfruttano e alimentano tali folli personalismi. Un altro mondo, il passato. Luigi Di Maio ha compiuto con serenità uno storico passo indietro perché non è un sovrano, non è un boss che controlla bande di affiliati, non è un magnate che deve difendere la sua roba, non è un mestierante della politica che deve difendere una poltrona, Di Maio è un cittadino italiano che sta servendo il suo paese per un periodo limitato di tempo ed è stato scelto da un movimento di cittadini come lui per gestire questa fase storica. In questa crisi, il cittadino Di Maio (e con lui tutto il gruppo dirigente del Movimento) non solo ha dimostrato capacità politiche nettamente superiori ai politicanti di professione che hanno rovinato l’Italia, ma ha anche dimostrato come solo un movimento davvero democratico possa far emergere uomini liberi dalle lusinghe dell’ego e capaci di mettere sempre prima il bene della collettività. Una lezione per tutti, anche per gli spargitori di fango.
sempre più fiero di essere del movimento 5 stelle. Di Maio un grandissimo come tutta la dirigenza
RispondiEliminaNon c'è paragone tra Renzi e Di Maio é come il diavolo (Renzi) e l'acqua santa (Di Maio)!
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