martedì 23 gennaio 2018

Clamoroso, il condannato Sgarbi lancia la sfida a Di Maio. Ecco cosa sta succedendo


Vittorio Sgarbi sfiderà il candidato premier del M5S Luigi Di Maio nell’uninominale di Pomigliano D’Arco.


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Lo ha annunciato il critico d’arte, il quale correrà con Forza Italia e si aspetta una “campagna elettorale scoppiettante”.

Ne parla Adolfo Pappalardo su Il Mattino:

“Nella battaglia frontale contro i grillini, sia il Pd che Forza Italia considerano strategico (almeno dal punto di vista dell’immagine e della ribalta nazionale) il collegio per la Camera di Pomigliano D’Arco, l’ex roccaforte rossa dove si dovrebbe candidare Luigi Di Maio (per ora solo nel proporzionale di Campania 1). Matteo Renzi ha chiesto un nome di alto profilo («Uno scienziato o un docente universitario», l’ordine prerentorio del segretario ai democrat napoletani) ma sinora nessuna indicazione. Forza Italia invece il cerchio l’ha chiuso blindando l’accordo con Vittorio Sgarbi. «Sì mi candido contro Di Maio. Sarà uno scontro frontale e ne vedremo delle belle….», conferma il critico d’arte annunciando «una campagna elettorale scoppiettante». E c’è da giurarci. Ieri la firma ufficiale del patto tra Forza Italia e Sgarbi che, a sua volta, rinuncia a presentare per le prossime politiche liste del suo neomovimento «Rinascimento» e una decina di nomi saranno accolti nelle liste azzurre: «Sarebbe stato complicato raccogliere le firme e presentarci anche solo nel Lazio e Lombardia».”

Sgarbi ha aggiunto: “È stato Berlusconi a chiedermelo – continua Sgarbi – e quando ha subordinato tutto allo scontro diretto con Di Maio ho accettato. Sarà fantastico scontrarsi con lui e anche l’occasione per far valutare ad un elettore del luogo la sfida messa in campo. Un intellettuale, un professore contro uno in

cassa integrazione permanente…”. Il leader di “Rinascimento” ha definito “geniale” la trovata di Berlusconi di offrirgli quella piazza.
Solo qualche mese fa avevano suscitato polemiche le dichiarazioni di Sgarbi sui napoletani:

“I napoletani non hanno voglia di lavorare. […] A Napoli si vive una condizione di disagio sociale e assenza di lavoro e i napoletani devono andare oltre la creatività come valore assoluto che da solo non basta, mettendolo a regime e rendendolo produttivo”.

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