venerdì 1 settembre 2017

Rolex in regalo e voti in cambio di formaggio: in questo modo gli uomini di Alfano prendono voti insieme al PD in sicilia


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Sicilia, il Fatto Quotidiano ha provato a fare un elenco dei “bravi ragazzi” che appartengono al partito di Alfano. E’ emerso un “elenco” da brividi: dai Rolex in cambio di un emendamento taglia Iva, a chi è stato riconosciuto colpevole di aver ottenuto lavori gratuiti nella sua villa in cambio di


finanziamenti pubblici. C’è chi non ha nessuna accusa ma in gioventù è finito addirittura immortalato in una fotografia con Matteo Messina Denaro e chi invece è diventato suo malgrado il simbolo del sistema che gestiva il centro per richiedenti asilo più grande d’Europa: il Cara di Mineo.

Robe che scandalizzerebbero chi vive nel terzo mondo, mentre in Sicilia, questo partito che nel resto d’Italia vale zero voti, arriva spesso a superare il 20%.

Gli uomini d’oro – Intanto tra Alternativa popolare e il Partito democratico è riscoppiata la pace. E dire che solo all’inizio dell’estate Matteo Renzi e il suo ex ministro dell’Interno non se le mandavano certo a dire. “Considero conclusa la nostra collaborazione con il Pd”, sentenziava Alfano quando dal Nazareno non sembravano intenzionati a cedere sulla soglia di sbarramento della nuova legge elettorale (peraltro nel frattempo mai nata). Problemi superati, evidentemente, visto che ormai l’accordo tra Renzi e l’ex delfino di Silvio Berlusconi per correre insieme alle regionali di Sicilia sembra cosa fatta. Ma chi sono gli uomini del numero uno della Farnesina? Che sembianze hanno gli Alfaniani di Sicilia, corteggiati in questi mesi dagli ex sodali di Forza Italia e alla fine concupiti dallo stato maggiore dem? E poi: cosa portano in dote di tanto prezioso, se il Pd pur di accaparrarsene il sostegno ha preferito lasciare ai margini gli ex compagni di Mdp e di Sinistra Italiana?

Castiglione, pistacchi e voti – Di sicuro si portano dietro una lista di indagini, inchieste e addirittura condanne non indifferente. Caratteristica che a onor del vero è molto diffusa nei ranghi di Ap. In Sicilia, però, gli Alfaniani sono titolari di una caratteristica molto rara dalle parti del ministro degli Esteri: i voti. Sissignore: mentre nel resto d’Italia il minuscolo partito di Alfano colleziona percentuali risibili, in Sicilia i suoi uomini sono considerati da sempre ras delle preferenze. Non si può certo dire il contrario di uno come Giuseppe Castiglione, genero ed erede del potentissimo Pino Ferrarello, ex senatore berlusconiano, già prescritto per una storia di tangenti dieci anni fa. Originario di Bronte, la città dei pistacchi e del massacro del garibaldino Nino Bixio, in passato Castiglione è riuscito a farsi eleggere al consiglio regionale con quasi 20 mila preferenze: un record. Oggi, invece, il sottosegretario all’Agricoltura è l’uomo che incarna i successi di Alfano sull’isola. Per la precisione a Est dell’isola e cioè a Mineo, la città in provincia di Catania nota soprattutto perché dal 2011 ospita l’omonimo centro per richiedenti asilo. I sondaggi danno il partito di Alfano tra il 3 e il 4% praticamente ovunque? Nessun problema: a Mineo, infatti, l’ex ministro è stato capace di prendere addirittura il 40% dei voti. Il motivo di questo inedito successo lo spiegano i magistrati della procura di Catania nella richiesta di rinvio a giudizio per il luogotenente di Alfano e altre 17 persone, accusate di turbativa d’asta e corruzione elettorale.


Mineo, voti e tessere per Ncd – Si tratta della costola siciliana dell’inchiesta su Mafia capitale nata dalle dichiarazione di Luca Odevaine che ha fatto luce sulla gara d’appalto da 100 milioni per gestiste il centro d’accoglienza. Il sistema, per i pm, era semplice: a Mineo andava in scena “una spregiudicata gestione dei posti di lavoro (circa 400) per l’illecita acquisizione di consenso elettorale”. Tradotto: voti in cambio di posti di lavoro. E addirittura ai dipendenti del Cara veniva chiesto  di prendere la tessera del Nuovo centrodestra.  “Non si tratta di una imposizione – ha spiegato ai pm una lavoratrice del centro–  anche se quasi tutti i dipendenti del Cara sono effettivamente iscritti a Ncd: io stessa lo sono”.  È in questo modo che il centro per richiedenti asilo è diventato una gigantesca macchina elettorale capace di garantire preferenze a vari partiti: alle politiche del 2013 – quando Alfano era ancora il golden boy di Berlusconi – i voti della zona vanno al Pdl, alle amministrative dello stesso anno a una lista civica alfaniana (che elegge sindaco Anna Aloisi, anche lei indagata), mentre alle europee del 2014 vengono indirizzati verso la neonato partito del ministro agrigentino.

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