venerdì 2 agosto 2019

ESCE DALLA GALERA, RIENTRA COME SE NIENTE FOSSE IN CONSIGLIO REGIONALE: in Sicilia siamo davvero alle comiche



Pippo Gennuso è tornato a sedere sui banchi dell’Assemblea regionale siciliana. Dopo il patteggiamento dieci giorni fa davanti al gup del Tribunale di Roma a un anno e due mesi di reclusione per traffico di influenze illecite, l’imprenditore di Rosolini è rientrato nell’aula dove era stato sospeso dopo il suo arresto nel febbraio scorso nell’ambito dell’inchiesta su presunte sentenze pilotate al Consiglio di Stato.

Gennuso era stato eletto nelle fila della lista Popolari e Autonomisti. Dopo la sua sospensione era subentrata Daniela Ternullo, prima dei non eletti, che nel frattempo aveva aderito a “Ora Sicilia”.

ecco il commento indignato di un utente Facebook:

Il condannato ritorna in Parlamento: è una vergogna

E’ una vergogna che un pregiudicato, che patteggia una pena ad oltre un anno per traffico di influenze, passi dagli arresti al Parlamento Regionale Siciliano.
Che credibilità avranno così le Istituzioni?
Sto parlando del pregiudicato Giuseppe Gennuso, già arrestato per voto di scambio politico mafioso (poi riconvertito in corruzione elettorale) e, successivamente, con l’accusa di aver corrotto i giudici amministrativi per ritornare al Parlamento Regionale.
Alla fine è Gennuso stesso a patteggiare la pena per “traffico di influenze”, quindi ad ammettere le proprie responsabilità. Ad ammettere la condanna.
Oggi, nonostante la condanna, il suo rientro in Parlamento con tutti gli onori e con lo stipendio di (più o meno) diecimila euro al mese.
Lo ribadisco: che credibilità hanno così le Istituzioni?
I colleghi deputati di Gennuso non si vergogneranno?
Per me è una vergogna, un insulto a persone come Piersanti Mattarella che, per aver lottato il malaffare, la corruzione e la mafia da quel Parlamento Regionale, sono state uccise.
Viva l’Italia.

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