martedì 23 aprile 2019
Scanzi show: "Se il fututo è Salvini-Meloni siamo nella merda"
Di Andrea Scanzi per il Fatto Quotidiano
" Oggi questa rubrica riguarda voi: il lettore medio del Fatto, che forse ormai un po’ conosco, e il lettore tipo di questa pagina, che certo ormai conosco. Vi guardate in giro, in mezzo a tutto questo gran vortice di Siri e Arata, e non sapete più a cosa aggrapparvi. Probabilmente il Pd vi faceva già abbastanza schifo quando è nato. Figurarsi adesso. Così, provenienti quasi tutti da sinistra, vi siete guardati in giro. Di Pietro, Diliberto, l’astensione. Quindi i 5 Stelle, oppure la cosiddetta sinistra radicale. Nel 2013 il sistema se n’è fregato del vostro voto. Crimi & Lombardi si sono coperti di ridicolo, il Pd ha uccellato Prodi e incenerito Rodotà: non gliel’avete mai perdonato, non glielo perdonerete mai.
Il tempo passa. La più grande caricatura politica (con rispetto parlando) d’Italia stravince le Europee del 2014. Tutti, o quasi tutti, si accodano vilmente per celebrarlo. Tempi tremendi. Il 4 dicembre 2016 abbiamo rischiato che morisse tutto, ma ci è andata bene (e non dovremo mai smettere di dirci “bravi” da soli). Per le elezioni del marzo 2018, l’unica certezza era che tutto sarebbe stato meglio di Renzusconi. Ci è andata bene un’altra volta, ma non abbiamo fatto in tempo a esultare che ci siam trovati Salvini al Viminale e Fontana alla Famiglia. Oh cazzo. Non c’erano altre strade, perché il Pd iper-renziano si è chiamato fuori per godersi lo sfacelo e perché Mattarella non ci avrebbe mai fatto rivotare. Era l’unica strada percorribile, ma questo – a noi, che ancora abbiamo il gusto retrò per l’onestà intellettuale – non basta certo per dire che il Salvimaio sia il governo dei sogni: è un accrocchio Frankenstein che alterna trovate decenti a schifezze pure. I contraenti non hanno quasi nulla in comune, ma per mesi – insopportabili mesi – hanno fatto finta di andare d’accordo come amanti erotomani. La sinistra, quasi tutta, nel frattempo ha passato il tempo a santificare i Mimmo Lucano e abbaiare alla Luna (che è poi la stessa cosa). Il fascismo, il razzismo, stocazzo: Salvini non avrebbe neanche osato sognare avversari così ghiozzi. Un po’ vi conosco e so cosa provate: ogni volta che ascoltate Marianna Aprile vi prende sonno (non prima di esservi chiesti chi diavolo sia ‘sta “Marianna Aprile”). Ogni volta che sentite Massimo Giannini vi vien voglia di regalargli una copertura a caso. E ogni volta che vi imbattete nel bel capino implume di Alessandro De Angelis (chi?) pensate che la natura, proprio come insegnava il Leopardi, sa essere impietosa. Il vostro guaio è che non vi piace niente, né il governo né l’opposizione. E la sinistra, con i suoi tanti Tafazzi e le sue troppe Murgia, non potrà che ridursi a nicchia della nicchia (che è poi quel che spesso vuole). Siamo nel bel mezzo della tempesta perfetta. Gli ultimi sondaggi, a volerci credere, dicono Lega al 37% (!?!) e M5S al 22%, col Pd fermo al 18% dopo un “effetto Zingaretti” durato quanto un’erezione di una medusa impotente.
Questo significa solo una cosa: quando torneremo a votare, la destra vincerà da sola. Salvini, Meloni e Toti: il triumvirato del futuro. Da una parte abbiamo un governo che, al di là di una Spazzacorrotti, non può piacerci. Dall’altra c’è la certezza di un esecutivo futuro veramente inquietante, che – se ancora esiste la coerenza – spingerà quelli dell’Espresso a invadere una volta per tutte la Polonia.
Oggi il Salvimaio, domani il Salveloni: wow. Il presente non ci piace, ma il futuro ci piacerà ancora meno. Per questo attacchiamo il governo, con la speranza però ricondita che – prima della sua caduta – nasca un’alternativa minimamente decente. Siamo senza via d’uscita. Siamo nella merda. Buona fortuna."
A questo punto per salvarsi dalla destra tutti i sinistri dovrebbero votare 5stelle per poter fare un monocolore. Ma per fare ciò, dovrà tornare il compagno Di Battista.
RispondiEliminaUna cosa è certa in questo paese:il divertimento dei giornalisti di spararla più lontana del collega avverso specialmente quando i grillini attraversano il mirino conservando la pazienza e l'educazione di essere colpiti.
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