mercoledì 3 ottobre 2018
"Eliminare le differenze tra sanità dei poveri e dei ricchi". Strepitosa Giulia Grillo, cosi il Ministro vuole cambiare la Sanità in Italia
Liste d'attesa, difformità tra una regione e l'altra. Soprattutto eliminare le differenze tra «sanità dei poveri» e «dei ricchi». Il piano del ministro Giulia Grillo
Nella sanità italiana ci sono «troppe difformità tra una regione all'altra» con «il rischio, e tante volte la realtà, di avere da una parte una Sanità dei poveri, dall'altra dei ricchi». Giulia Grillo, nella Relazione in Commissione affari sociali di Camera e Senato dello scorso 25 luglio, ha illustrato le linee programmatiche del suo dicastero. Il ministro ha puntato l'attenzione in particolare sulla «questione Sud». La sua relazione è partita dalla Costituzione, secondo cui «è compito della Repubblica tutelare la salute quale fondamentale diritto dell'individuo nell'interesse della collettività, indicando, già allora, come il nostro Servizio sanitario nazionale, nell'ambito delle sue competenze, debba perseguire il superamento degli squilibri territoriali nelle condizioni socio-sanitarie del Paese». Ma «proprio quest'ultimo si sta rivelando sempre più il problema di fondo che abbiamo davanti e che dobbiamo tutti insieme affrontare con energia e coraggio».
Troppo divario tra Nord e Sud
«Oggi, a distanza di quattro decadi, purtroppo, non possiamo né dobbiamo nasconderci che chi si è alternato alla guida del Paese non è riuscito a tener fede alle norme che sovraintendono al nostro sistema» ha spiegato Giulia Grillo. «La situazione la conoscete anche meglio di me. Troppe le difformità tra una Regione e l'altra e tra una parte del Paese (il Nord) e l'altra (il Sud). Con il rischio, e tante volte la realtà, di avere da una parte una Sanità dei poveri, dall'altra dei ricchi».
«Tutti devono potersi curare»
Oltre 5 milioni, ha appena stimato l'Istat, sono gli italiani in povertà assoluta, concentrati maggiormente nelle Regioni del Sud. Ed è proprio partendo da questo dato che Giulia Grillo ha dichiarato che «sono queste le fasce di popolazione che guardano con maggior speranza ad un reale e concreto universalismo perché loro, più di altri, rinviano o abbandonano le cure». E la «questione Sud» continua a restare attuale «in tutta la sua gravità, con le ricadute che tutti conosciamo per la popolazione in conseguenza della gestione e dell'organizzazione dei servizi». In territori, tra l'altro, «in cui la malavita e le organizzazioni mafiose si infiltrano facilmente, lucrando sulla salute dei cittadini».
«Riformare il sistema delle liste di attesa»
«È mia ferma intenzione» ha spiegato il ministro Giulia Grillo «proseguire il lavoro iniziato con l'invio della circolare trasmessa alle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano per conoscere la situazione reale delle cose. Da una prima valutazione dei dati a disposizione, ovviamente con i dovuti distinguo, si denota mediamente un forte sotto utilizzo dei processi di informatizzazione delle prestazioni». Tradotto, significa che «ancora troppo spesso, ed in particolare per i ricoveri in fase di elezione, la gestione delle prestazioni avviene per via cartacea creando i presupposti e i rischi di forti distorsioni». Su questo aspetto «l'impegno sarà massimo - garantisce Grillo - perché si tratta di una delle chiavi di volta per la corretta gestione delle liste d'attesa».
Un disegno di legge contro le aggressioni ai medici
Quanto al tema delle aggressioni ai medici «sarà presto oggetto di un disegno di legge che abbiamo allo studio col ministero della Giustizia», ha ribadito il ministro della Salute Giulia Grillo illustrando le linee programmatiche del suo dicastero alle Commissioni riunite Affari sociali di Camera e Senato. «Lo scorso 3 luglio ho insediato il Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro», ha ricordato il ministro, aggiungendo: «Anche in questo caso sono perfettamente consapevole che non si risolve con un tavolo il fenomeno, ahimè crescente, delle aggressioni al personale sanitario negli ospedali, nei pronto soccorso, in tutte le strutture a rischio, tema che sarà presto oggetto di un disegno di legge che abbiamo allo studio col ministero della Giustizia».
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