domenica 5 agosto 2018
Taglio dei vitalizi anche al Senato: il Consiglio di Stato dice sì!
I giudici amministrativi danno il via libera alla sforbiciata agli assegni, pure a palazzo Madama. Il M5s pronto ad andare fino in fondo: «Non ci sono scuse»
I vitalizi si possono tagliare, senza nessuna responsabilità per i membri dell'Ufficio di presidenza di Palazzo Madama che approveranno le norme sul ricalcolo degli assegni degli ex senatori. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, con il parere depositato oggi, sul quesito posto proprio dal Consiglio di presidenza di palazzo Madama, guidato da Maria Elisabetta Casellati. La Commissione speciale ha affermato la possibilità di disciplinare tale materia con il regolamento del Senato; ha escluso profili di possibile responsabilità derivante dall'approvazione della nuova normativa ed ha esposto il quadro giuridico-costituzionale di riferimento da tenere in considerazione. In particolare, secondo il Consiglio di Stato, è possibile incidere sulle situazioni sostanziali poste dalla normativa precedente, cioè sull'affidamento al mantenimento della condizione giuridica già maturata, quando la nuova disciplina sia razionale e non arbitraria, non pregiudichi in modo irragionevole la situazione oggetto dell'intervento e sussista una causa normativa adeguata e giustificata da una inderogabile esigenza di intervenire o da un interesse pubblico generale, entrambi riguardati alla luce della consistenza giuridica che ha assunto in concreto l'affidamento.
Avanti tutta
Da parte dei giudici amministrativi arriva dunque un sostanziale ok al taglio dei vitalizi, dunque, che dà forza a procedere anche al Senato con le sforbiciate volute dal Movimento 5 stelle. «Non ci sono più scuse per stare fermi – afferma il senatore pentastellato Nicola Morra – Oggi il Consiglio di Stato ci ha detto che è possibile procedere al taglio purché la nuova disciplina sia 'razionale e non arbitraria', e giustificata da un interesse pubblico generale. Una vittoria per il Movimento 5 Stelle. Adesso è il turno del presidente Casellati, che deve autorizzare l'istruttoria in Consiglio di presidenza. Il Senato ha il dovere di adeguarsi alla Camera, dove il presidente Roberto Fico il 12 luglio scorso ha avuto l'ok dell'ufficio di Presidenza alla delibera che porta la sua firma. Il concetto deve essere lo stesso per entrambi i rami del Parlamento: tanto hai versato e tanto ti spetta».
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