martedì 3 luglio 2018

Di Maio attacca le banche: «Usano sistemi mafiosi»



Il ministro cita il caso dell'imprenditore De Masi, che «ha firmato accordi al Mise con esponenti del governo ma le banche se ne sono infischiate»
«La mafia è un atteggiamento prima di tutto, lo vediamo nelle organizzazioni criminali ma anche in altri istituti. Lo vediamo in alcuni atteggiamenti delle banche (ci sono sentenze sull'usura) e a volte lo vediamo in alcuni esponenti dello Stato». Il duro intervento di ieri di Luigi Di Maio, che ha incontrato l'imprenditore calabrese Nino De Masi, titolare di una ditta che produce macchine agricole e che è sotto scorta da quando ha denunciato la 'ndrangheta nella piana di Gioia Tauro, non poteva non avere ripercussioni. E sono i sindacati del credito (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisim) e insorgere, chiedendo «rispetto per i lavoratori bancari».

L'attacco di Di Maio
«La mafia è un atteggiamento prima di tutto, lo vediamo nelle organizzazioni criminali ma anche in altri istituti. Lo vediamo in alcuni atteggiamenti delle banche (ci sono sentenze sull'usura) e a volte lo vediamo in alcuni esponenti dello Stato». L'attacco di Di Maio è chiaro: «Noi vogliamo portare avanti politiche per cui lo Stato debba essere rispettato", ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. Poi cita l'esempio di De Masi, che «ha firmato accordi al Mise con esponenti del governo ma le banche se ne sono infischiate. Se la parola dello Stato non vale nulla, c'è qualcosa che non va. Io lo sto vedendo in tanti tavoli, ci sono multinazionali che prendono incentivi e danno parola su occupazione poi abbandonano lo Stato. Li hanno abituati male. Noi esigiamo rispetto nello Stato, perché cosi saranno rispettati anche i cittadini».

Sindacati in rivolta 
I sindacati del credito reagiscono chiedendo al ministro del lavoro Luigi Di Maio di avere «rispetto» per i lavoratori bancari. «Caro ministro Di Maio - affermano i segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisim - la mafia è prima di tutto un'organizzazione criminale ed è profondamente irrispettoso nei confronti dei 300mila lavoratori bancari parlare di atteggiamenti mafiosi anche nelle banche». Per i sindacati sarebbe stato «diverso rivolgersi a quei banchieri corrotti e criminali che hanno portato alcune banche al fallimento e che noi abbiamo sempre fermamente sempre condannato». Da qui l'auspicio «che la magistratura proceda rapidamente e che tutti i colpevoli paghino senza sconti. In ogni caso chi rappresenta le istituzioni dovrebbe sempre misurare con molta attenzione le parole».

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