giovedì 31 maggio 2018

Scuola pubblica e abrogazione legge 107 (Buona Scuola): Ecco chi è il ministro dell'Istruzione






All'Istruzione arriva Marco Bussetti, dopo che per giorni erano circolati altri nomi per il ministero di Viale Trastevere. Nato il 28 maggio 1962, ha un passato da insegnante di educazione fisica e da allenatore di basket, e conosce bene il mondo della 'burocrazia' scolastica.




Chi è
Attualmente, dal 2015, è responsabile dell'ambito X (Milano) dell'Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia; in precedenza, fino al 2011, era stato in servizio presso l'istituto comprensivo di Corbetta fino al 2011, per poi passare in vari uffici periferici. Come si evince dal curriculum reperibile on line sul sito del Miur, ha conseguito con 110 e lode la laurea specialistica magistrale in scienze motorie presso l'Università "Cattolica" di Milano. Ha un diploma Universitario preso presso l'Isef statale di Milano e detiene un titolo polivalente di specializzazione per soggetti portatori di handicap. Ha inoltre un diploma di specializzazione conseguito al corso "Il Dirigente pubblico a la gestione del personale: gli strumenti giuridici e manageriali" svoltosi a Bologna presso la Ssna nel 2012/2013. Il curriculum riporta poi una lista di pubblicazioni - libri e dvd - che riguardano, tra l'altro, il tema dell'educazione sostenibile, la promozione sportiva e le prospettive in quest'ambito della scuola italiana, la danza e gli sport di squadra nella scuola. Ha ricoperto diversi incarichi di insegnamento presso l'Università degli Studi di Milano, per il Master Universitario "Sport Management, Marketing and Sociology"; all'Università Cattolica "Sacro Cuore" di Milano; presso l'Università dell'Insubria di Varese, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Scienze Motorie. Nel curriculum, Bussetti ammette una conoscenza 'sufficiente' di inglese e francese parlati e scritti.

Scuola pubblica al centro dei piani del Governo e abrogazione legge Gelmini e legge 107 (Buona Scuola)

E' un programma elettorale che possiamo riassumere in 10 punti, con un unico obiettivo: la scuola pubblica deve tornare ad essere al centro delle politiche del futuro Governo, il quale dovrà fare il possibile per renderla davvero “gratuita, democratica, aperta, inclusiva e innovativa”. Per farlo sarà necessario aumentare le risorse che lo Stato destina al comparto Istruzione: dall’attuale 7,9% si dovrà arrivare perlomeno alla media europea del 10,2%.

Risorse che saranno destinate alla riqualificazione edilizia e alla valorizzazione del ruolo degli insegnanti così da motivarli. Ma le risorse saranno utilizzate anche per un ampliamento dell’offerta formativa e per un’innovazione della didattica, così da combattere una volta per tutto la dispersione scolastica.


Questi sono i principi generali sui quali si baseranno le azioni di un eventuale Governo, oltre naturalmente all’abrogazione delle precedenti riforma della scuola, come la Legge Gelmini e la Legge 107/2015, la cosiddetta Buona Scuola.


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