Secondo quanto riportato nell’articolo di Vittorio Nuti per il Sole 24 Ore intitolato “Programma M5S-Lega: no alla Fornero, sì a reddito di cittadinanza e lotta ai clandestini“, la trattativa tra il leader del
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M5S Luigi Di Maio e il segretario federale della Lega Matteo Salvini starebbe procedendo positivamente, sia per un reciproco interesse, ma anche per una stessa visione di idee su alcune importanti tematiche.
Tra queste, in primo luogo, emerge la questione dell’abolizione della legge Fornero, che vuol essere cancellata dai leghisti e superata dai pentastellati.
Si prevede un recupero delle pensioni di anzianità, grazie alle quali i lavoratori con più di 40 anni di contributi hanno diritto al pensionamento, a prescindere dall’età anagrafica.
Di conseguenza vengono prese in considerazione la “quota 100” e la “quota 41” che, rispettivamente, assicurano la pensione quando la somma di età anagrafica ed età contributiva è 100 e, quando l’anzianità contributiva è di 41 anni.
Così facendo, si ovvierebbe ai limiti della legge per quanto riguarda l’aumento dell’età e dei contributi, ma anche ai problemi della pensione anticipata e delle pensioni di vecchiaia.
Si nota una certa sintonia anche sul versante reddito, nonostante le iniziali divergenze, in quanto il M5S proponeva il reddito di cittadinanza ovvero 1.560 euro al mese per una famiglia di 3 persone e 1.950 per una di 4, mentre la Lega suggeriva il reddito di avviamento al lavoro vale a dire 750 euro al mese per tre anni, ai disoccupati, tramite un «prestito» a tasso zero.
Pertanto insieme hanno pensato al “reddito di autonomia”, già presente nella regione Lombardia, ossia 800 euro mensili per le famiglie in difficoltà ma alla ricerca di un impiego (vincolo imposto anche dal Pd nel reddito di inclusione).
Ultimo punto, ma non meno importante, riguarda la gestione dell’immigrazione.
Si pensa ad un contrasto ai clandestini e all’inserimento, nel nostro ordinamento, del reato di immigrazione clandestina nel territorio nazionale con conseguente rimpatrio dei migranti irregolari.
Tuttavia si garantisce la protezione internazionale per i fuggitivi di guerra si prende in considerazione una revisione dei rapporti con le comunità islamiche per limitare la diffusione del terrorismo in Italia, mentre risulta accantonato il contrasto del conflitto di interessi.
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