La guerra ai vitalizi del M5S sta allarmando ex deputati e senatori, i quali per bocca dell’Associazione degli ex-parlamentari della Repubblica hanno inviato ai presidenti di Camera e Senato Fico e Casellati una lettera in cui condividono “l’esigenza di contenimento dei costi della politica razionalizzando le spese delle Camere senza tagliare i costi della democrazia”
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“L’Associazione degli ex-parlamentari – si legge nella lettera – chiede di essere ascoltata per esporre il proprio punto di vista sugli annunciati provvedimenti in materia di vitalizi” e chiede “la necessità di un coordinamento tra Camera e Senato per giungere a decisioni comuni, evitando quanto è accaduto nella scorsa legislatura con la delibera sul contributo di solidarietà adottata dall’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati”
Inoltre l’Associazione ha suggerito che “le eventuali misure riguardanti i vitalizi” vengano inserite “nella sede del dibattito d’aula sul bilancio interno, in considerazione del fatto che all’origine delle disposizioni in materia previdenziale per i parlamentari vi fu una decisione d’aula (seduta del 20 maggio 1954) e perché la discussione avvenga con il massimo di trasparenza, e coinvolga tutti i gruppi presenti in Parlamento”.
Gli ex parlamentari hanno poi chiesto il “rispetto della legalità costituzionale. A questo riguardo si ricorda che l’unica forma di intervento sui trattamenti previdenziali in essere ammessa dalla Corte costituzionale in varie sentenze, è quella del contributo di solidarietà, a fini di solidarietà interna al sistema previdenziale, nel rispetto dei principi di legittimo affidamento, di ragionevolezza, di proporzionalità e di non reiterabilità. Nessuna legge approvata dal Parlamento di modifica della disciplina previdenziale ha mai messo in discussione retroattivamente diritti già maturati dai cittadini. Infatti, le riforme delle pensioni che si sono susseguite negli anni, da quella Dini del 1995 a quella Fornero del 2011 tutte hanno fatto salvi i diritti dei cittadini maturati prima della loro entrata in vigore.
Anche i regolamenti vigenti di Camera e Senato in materia previdenziale hanno rispettato questo principio prevedendo l’applicabilità delle nuove norme soltanto a chi è diventato parlamentare dopo il 1 gennaio 2012 e lo stesso Collegio di Appello della Camera dei deputati con sentenza n. 2 del 24 febbraio 2014 ha stabilito che proprio per rispetto di detto principio la misura del sistema contributivo introdotto dal regolamento del 2012 è ‘adottata esclusivamente de futuro”. Ne consegue che “pretendere di farlo per gli ex-parlamentari avrebbe soltanto un significato punitivo, di delegittimazione e umiliazione della funzione parlamentare che è libera e indipendente”.
ci sono privilegi solo per i parlamentari che sono uno schiaffo ai cittadini.E' ora di mettere fine a tutto questo. quindi dimezzamento degli stipendi e dimezzamento dei parlamentari. Copiamo qualcosa di buono dall'europa.
RispondiEliminaparlamentari squallidi e senza dignita' ,si sono aggiustati i loro vitalizi senza aver mai pagato i contributi perche quelli li pagavano gli italiani, e dopo una legislatura percepivano gia' i vitalizi, ci sono quelli che ne percepiscono 5-6, poi alla loro mote va alla moglie,e quando muore la moglie va ai figli e dopo ai parenti che ne fanno richiesta, una vera catena di S , ANTONIO, loro devono percepire quello che hanno versato. se il nostro paese si trova alla bancarotta e alla fame, e tutto merito loro
RispondiEliminaBasta con queste richieste da casta!!!
RispondiEliminaio gli toglierei anche quelli presi in passato. magari capiscono le stupidate fatte
RispondiEliminaA quanto pare, la Fornero, con la sua riforma, non guardò in faccia nessuno!... Ora, sotto i ponti, ci andate un po’ voi!...
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RispondiEliminaMi sembrano giuste le richieste, la giustizia deve essere fuori da ogni pretesa di rivalsa o punizione, se al momento del loro percepimento queste erano le regole allora non possono essere capovolte.
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