venerdì 30 marzo 2018

Piano M5S sui vitalizi: da D’Alema a Bertinotti 2.600 a rischio


“Ora non c’è più scampo”.


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Lo ha detto ieri Luigi Di Maio mentre esultava per l’elezioni di Riccardo Fraccaro a Questore della Camera dei Deputati e di Maria Edera Spadoni a vicepresidente.

Anche se non andrà al governo, infatti, il M5S sarà in grado di trasformare in pensioni calcolate con metodo contributivo sia i vitalizi degli ex parlamentari, sia la parte maturata fino al 2012 dei parlamentari attualmente in carica.

Rischiano politici famosi come De Mita, D’Alema, Irene Pivetti e Fausto Bertinotti.

Ne parla l’ANSA:

“Da vecchi leoni della Dc, come Ciriaco De Mita o Gerardo Bianco, ad ex presidenti della Camera della Seconda Repubblica, come Gianfranco Fini, Fausto Bertinotti o Irene Pivetti, passando per Massimo D’Alema e alcune centinaia di ex deputati, senza dimenticare le vedove di ex parlamentari. Ammonta a circa 2.600 il numero di ex che percepiscono i vitalizi, presi di mira da M5s, dopo la loro abrogazione nel 2012 per i depurati in carica.”

Ed ecco come il M5S trasformerà i vitalizi:

“Il vitalizio, introdotto negli Anni Ottanta, consisteva in un assegno che il parlamentare incassava a vita una volta tornato alla vita civile.

Nel 2012 la riforma ha trasformato il vitalizio in una pensione, dunque percepita al compimento del 65esimo anno di età, quindi calcolata con metodo contributivo (pro rata). Analogamente a quanto avvenne con la riforma Dini delle normali pensioni nel 1995, il pregresso venne fatto salvo, sulla base di alcune sentenze della Corte Costituzionale per le quali i diritti acquisiti sono intangibili. Il che significa che gli assegni degli ex parlamentari non sono stati toccati e che la parte della futura pensione dei parlamentari in carica maturata fino al 2012, viene calcolata col vecchio metodo.

Il piano di M5s è trasformare in pensioni calcolate con metodo contributivo sia i vitalizi degli ex parlamentari, sia la parte maturata fino al 2012 dai parlamentari attualmente in carica. Il che comporterebbe un taglio agli assegni con un risparmio per le casse di Camera e Senato.”

“Essendo stati introdotti da una delibera degli uffici di presidenza di Camera e Senato, i vitalizi – spiega l’ANSA – possono essere modificati da una analogo atto, senza bisogno di una legge. E a M5s, che ha fatto man bassa di cariche negli uffici di presidenza delle due Camere, manca solo un voto per avere la maggioranza e portare a termine il loro piano”.

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