giovedì 8 marzo 2018
De Benedetti, nuovi guai per le tasse! Mai pagato nulla: troppo impegnato a pontificare contro chi parlava male del PD
Gedi ha chiuso il 2017 con ricavi in crescita dell’8,2% a 633,7 milioni e un ebitda di 53,2 milioni significativamente maggiore rispetto al 2016 (43,7 milioni), anche a perimetro equivalente (46,1 milioni). Sale anche il risultato operativo consolidato, a quota 28,7 milioni ( 22,4 milioni nel 2016). A pesare sui conti sono, però, i guai col fisco. Il gruppo, di cui il patron Carlo De Benedetti è rimasto presidente onorario, ha infatti dovuto pagare un vecchio conto con Agenzia delle Entrate, che ha portato il risultato netto in perdita per 123,3 milioni, a fronte di un utile di 10,4 milioni nel 2016.
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Senza l’onere fiscale straordinario il risultato netto sarebbe positivo per 19,1 milioni. L’esborso si riferisce alla definizione di un contenzioso, pendente in Cassazione, che si riferiva a contestazioni di natura antielusiva relative ai benefici fiscali derivanti dall’operazione di riorganizzazione del Gruppo editoriale L’Espresso, realizzata nel 1991. Gedi ha pagato 175,3 milioni, di cui 140,2 nel 2017 e i restanti 35,1 da versare entro il 30 giugno 2018.
I ricavi diffusionali, pari a 201,7 milioni, sono in leggero aumento (+0,8%) rispetto a quelli dell’esercizio precedente, ma risultano in flessione del 7,1% a pari perimetro, in un mercato che ha continuato a registrare una significativa riduzione delle vendite dei quotidiani (-8,8%). I ricavi pubblicitari sono cresciuti del 13,7% rispetto al 2016. L’incremento a perimetro equivalente è stato, però, del 5,7%, con una flessione del 3,3% sui mezzi del gruppo ed un incremento significativo delle concessioni di terzi, grazie al contributo di Radio Italia e delle testate La Stampa e il Secolo XIX (la cui raccolta di pubblicità è passata al gruppo dall’inizio del 2017 e per il primo semestre è stata classificata quale raccolta per terzi).
Per quanto riguarda l’offerta rifutata di Rai Way con F2i per Persidera, di cui Gedi possiede il 30% e Tim il 70%, il gruppo ha confermato che sono attualmente in corso contatti con altri investitori. Nelle scorse sttimane il fondo statunitense I Squared Capital aveva messo sul piatto 300 milioni rispetto ai 250 di RaiWay-F2i. Una cifra sempre più bassa dei 350 milioni pretesi da Gedi per non svalutare la propria quota in bilancio.
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