Compravendita senatori, la Corte dei Conti indaga: Berlusconi rischia di pagare di tasca propria
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Ora Silvio Berlusconi rischia di dover pagare per gli effetti collaterali della compravendita dell’ex senatore di Idv Sergio De Gregorio, pagato dal leader di Forza Italia 3 milioni di euro per passare al centrodestra nel settembre 2007.
La caduta del governo Prodi provocò l’aumento dello spread e il caso causò un danno d’immagine allo Stato: per questo la Procura della Corte dei conti del Lazio sta indagando sugli effetti che le azioni di B. avrebbero prodotto in termini di danno erariale.
Lo scrive Lorenzo D’Albergo su Repubblica:
“A questo punto il dossier è finito alla Corte dei Conti, che ha delegato le indagini alla Finanza sugli effetti della caduta del governo sullo spread. Il 6 maggio 2008, ultimo giorno prima dell’addio del professore, la differenza tra il valore dei Btp italiani e dei Bund tedeschi era fermo a 43,3. Da lì in poi il valore è salito senza soluzione di continuità: alla fine del governo Berlusconi IV era arrivato a 522,8 punti. L’ipotesi dei pm contabili è che il boom possa essere contestato proprio ai protagonisti dell’inciucio.
Ma non è finita qui. Capitolo danno all’immagine: la Corte dei Conti può chiedere fino al doppio del valore della tangente pagata o intascata da un pubblico ufficiale o da un dipendente della pubblica amministrazione. E, sebbene il reato sia caduto in prescrizione, i giudici di secondo grado sono stati molto chiari rispetto alla condotta tenuta da Berlusconi e da De Gregorio: “È del tutto pacifico che Berlusconi abbia agito, direttamente”.
L’indagine è partita dopo la fine del processo penale con cui Berlusconi è stato prescritto in appello. In primo grado il Cav. era stato condannato a tre anni per corruzione in concorso con l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. Secondo i giudici di secondo grado Berlusconi “ha pacificamente agito come privato corruttore e non certo come parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni”.
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