venerdì 19 gennaio 2018

“Berlusconi per quello che ha fatto dovrebbe morire". Video-choc del prete Anti-Cav



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Chissà come starà godendo, don Giorgio De Capitani. Deve averci sperato tante volte e chissà che questa, per lui, non sia la volta buona. Lui, che è tuttora un prete che celebra messa una volta alla settimana, è il più grande odiatore di Silvio Berlusconi in Italia. Ospite di La7 qualche anno fa, balzò agli onori delle cronache quando disse che si augurava che il Cavaliere avesse un ictus. Per capire con quanta partecipazione e trepidazione stia attendendo la giornata di domani, quando il leader di Forza Italia si dovrà sottoporre a un difficile e rischioso intervento chirurgico al cuore, non è necessario usare l’immaginazione. Basta andare su internet e guardare il video che nelle scorse ore ha postato sui social. “Quando Berlusconi morirà…” si apre il filmato di cinque minuti. Che poi prosegue con un repertorio di insulti a dir poco incompatibili con il sacerdozio. Il Cav è un “Bastardo che si è pulito il culo con l’Italia come straccio”, “i suoi collaboratori sono “una marea di coglioni” e lui “il pazzo che ha cercato di soggiogare gli italiani con il suo pene”.

Quel che ha fatto (di nuovo) sbroccare il don è l’appello che nelle scorse ore, in vista dell’operazione, Berlusconi aveva rivolto “a Dio e ai chirurghi”. Lo stesso Dio, secondo don Giorgio, “fantoccio del Vaticano pederasta, della Lega ladrona, di Cl affarista senza scrupoli”. Tutte cose che don Giorgio va dicendo da anni. L’operazione di Berlusconi è solo una di quelle occasioni in cui al sacerdote si occlude la vena e scatta l’invettiva. Ma la cosa sorprendente è che un uomo del genere, che si esprime con tali termini in pubblico da tanto tempo, non sia ancora stato cacciato dai ranghi della Chiesa. Nel luglio 2013, il cardinale di Milano Angelo Scola aveva deciso di rimuoverlo dalla gestione della piccola chiesa di Sant’Ambrogio in Monte, frazione di Rovagnate, in seguito alle ripetute lamentele pervenute negli anni presso la Santa Sede e la Curia Milanese a causa dell’odio manifestato dal sacerdote nei confronti di Silvio Berlusconi e dell’indisponibilità dello stesso don Giorgio a chiudere il suo sito internet e rimuovere gli insulti e le ingiurie nei confronti del Cav. Da settembre 2013 risiede a Dolzago, dove comunque celebra tuttora una messa festiva la settimana.

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