mercoledì 8 novembre 2017

ELEZIONI SICILIA - Un'altra notizia nascosta da giornali e tv sul M5S

 l centrodestra celebra la vittoria delle elezioni in Sicilia, ma non troppo.
La coalizione guidata da Nello Musumeci in questa tornata elettorale ha ottenuto circa 80mila voti in meno rispetto alle elezioni del 2012, quando si presentò con due diverse liste, spiega Alessandro De Angelis sull’Huff Post:


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“Il voto siciliano, che sarà materia di analisi dell’infallibile Alessandra Ghisleri nei prossimi giorni, apre una dinamica politica nuova. E non del tutto positiva, letta con gli occhi del vincitore. Vediamo perché: la volta scorsa il centrodestra andò diviso, Nello Musumeci (sostenuto dal Pdl) che prese il 25,73 e Gianfranco Miccichè il 15,41. Rispettivamente 521.022 voti, l’altro 312.112. Totale: oltre 833mila voti. Questa volta, a sostegno di Musumeci c’è tutta la coalizione, la somma non fa il totale. Il candidato presidente, alla fine, raccoglie oltre 750 mila voti. Dunque, meno della somma delle liste della volta scorsa”.

La verità è che il centrodestra è ridimensionato. E deve la sua vittoria al dispiego di folte schiere di candidati impresentabili. De Angelis fa l’esempio del figlio di Francantonio Genovese, Luigi, il quale a soli 21 anni ha preso quasi 20mila preferenze, risultando il candidato più votato a Messina:
“Significa che il centrodestra sta nelle sue dimensioni fisiologiche, anche se con una flessione e ben lontano dai fasti di un tempo quando il Pdl viaggiava tra il 40 e 50 per cento nell’Isola. E nell’ambito di queste dimensioni fisiologiche va molto bene Forza Italia, trainata però dal voto di notabili, signori delle preferenze e “impresentabili”. Un esempio su tutti, in attesa dei dati definitivi, il dato di Messina, dove Luigi, pargolo di Francantonio Genovese, è il primo degli eletti e la lista di Forza Italia traina coalizione verso record regionale, con Musumeci al 50 per cento circa”.
A contribuire alla vittoria di Berlusconi, aggiunge De Angelis, è stato “quel robusto esercito di notabili e voto clientelare – a proposito: i Popolari e autonomisti di Saverio Romano, eredi del cuffarismo si attestano al 7,2, oltre 120 mila voti”.
Ma veniamo ai 5 Stelle. Secondo il direttore dell’Huff Post il movimento fondato da Beppe Grillo intercetterà il crollo di Matteo Renzi, forti dell’exploit di queste ultime elezioni:
“Il pianeta in cui crolla Renzi, partner di un Nazareno (leggi qui blog Lucia Annunziata) di governo, e in cui però il suo crollo viene intercettato non dalla destra (moderata o radicale che sia) ma dai Cinque Stelle.
Ecco l’elemento nuovo, ragionando su un piano nazionale: quello dei pentastellati è il vero exploit. La volta scorsa Cancelleri raggiunse il 18 per cento, ovvero 368mila voti. Questa volta la sua lista ha raccolto oltre 442mila voti, ma come candidato presidente sono oltre 600mila i siciliani che hanno messo la croce sul nome. C’è voto di opinione, radicalizzato, frutto della crisi del renzismo e più in generale della sinistra che considera “utile” andare verso i Cinque stelle, per tanti motivi: per punire Renzi, per fermare l’avanzata della destra, per protesta, insomma per tante ragioni, ma comunque si restringe il perimetro della destra. Astensionismo alto, voto verso i Cinque Stelle: proiettati sul piano nazionale i dati configurano una debolezza del Cavaliere lì dove era forte, proprio nel voto di opinione, quando era un campione dell’anti-politica.”

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