lunedì 18 settembre 2017

IL FIGLIO DI POLETTI? PARASSITA DI LUSSO COME PAPA’: LUI NON E’ EMIGRATO, PERCHE’ FOTTE SOLDI AGLI ITALIANI. UNA CLASSICA “TRADIZIONE DI FAMIGLIA”


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Manuel Poletti, figlio del ministro del Lavoro Giuliano, dirige un giornale che ha ricevuto solo nel 2015 circa 191mila euro di fondi pubblici. Si tratta Sette Sere Qui, un settimanale nato nel 1996 che copre i territori di Faenza, Lugo, Ravenna e Cervia, edito dalla Cooperativa giornalisti “Media Romagna” di Imola. Cooperativa a sua volta presieduta da Manuel Poletti.
Un’informazione nota ma che ha ripreso a circolare sui social network dopo le recenti uscite del ministro del Lavoro sui “cervelli in fuga” che hanno scatenato un fiume di polemiche: “Se 100mila giovani se ne sono andati non è che qui sono rimasti 60 milioni di ‘pistola’. Ci sono persone andate via e che è bene che stiano dove sono perché questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”, ha detto il ministro del Lavoro salvo poi correggere il tiro dicendo di “essersi espresso male”.

“Facile difendere #JobsAct e #voucher quando persino tuo figlio ha azienda che campa grazie a contributi editoria pagati dallo Stato”, è uno dei tanti commenti fioccati su twitter. Il riferimento è alla cooperativa di giornalisti che è proprietaria del settimanale romagnolo, diretto da Poletti Jr dal 2009. Secondo le norme che regolano i contributi alla stampa (legge 250/90) il periodico Sette Sere Qui ha ricevuto nel 2015 190.888,48 euro di contributi pubblici. Importo simile a quello corrisposto nel 2014, quando al settimanale sono pervenuti un totale di 197.013,74 euro. Qualche decina di migliaia di euro in meno invece nel 2013 per il quotidiano diretto da Poletti Jr: il totale dei contributi pubblici erogati ammonta a 133.697,24 euro. In tre anni sono circa mezzo milione di euro.
Come ricorda un articolo di Italia Oggi, Poletti Jr ha seguito le orme del padre lanciandosi a testa bassa nel mondo delle cooperative. Il ministro infatti viene da quel mondo, essendo stato presidente nazionale di Legacoop prima di approdare al ministero del Lavoro che ha varato norme controverse come il Jobs Act e il decreto Poletti. Manuel ha seguito le sue orme: lontano dalla politica ha preferito muovere “passi importanti all’interno di Legacoop Romagna, l’organizzazione territoriale delle coop rosse scaturita dalla fusione di quelle di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini”.


Circostanze che fanno storcere il naso a molti viste le tanto discusse esternazioni del ministro sui giovani. Come a Francesco Venier, ricercatore all’Università di Trieste: “Toh, il figlio di Poletti (lega COOP) non ha dovuto emigrare per trovare una carriera decente”.

1 commento:

  1. Siete due parassiti uno peggio dell'altro il bello è che vi vantate pure che tutto apposto

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