venerdì 15 settembre 2017

“HA REGALATO 4 MILIARDI DEGLI ITALIANI AD UNA BANCA AMERICANA”: MARIO MONTI E I SUOI HANNO DEVASTATO IL SETTORE IMMOBILIARE E BANCARIO



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ARTICOLO DEL 15/11/2016

Il mese di settembre riserva giorni densi di avvenimenti: dal vertice dei paesi mediterranei, bollato come riunione di idioti dagli oligarchi Ue, al  discorso in lingua tedesca di junker sullo stato della Ue medesima, giusto per far capire chi comanda realmente nel continente, per arrivare a tre notizie passate in sordina dai grandi media nazionali.

Vediamo quali: la Corte dei Conti ha convocato Morgan Stanley e i dirigenti del ministero del tesoro del governo Monti con l’accusa di aver provocato un danno erariale di 4 miliardi di euro; il ministro delle Finanze – al secolo, Padoan – annuncia che rivedrà al ribasso le stime di crescita del PIL per il 2016, con relativo buco di bilancio da coprire e terza, ma non ultima in ordine di gravità, il sistema bancario italiano è nel marasma più totale, con le dimissioni dei vertici del Monte dei Paschi di Siena e le nubi sulla riuscita del suo aumento di capitale che, in caso di fallimento, potrebbe portare al collasso l’intero sistema bancario nazionale.

E’ tuttavia interessante notare che su 196 miliardi di euro di sofferenze del sistema bancario, ben 93 sono da attribuire alle politiche attuate dal famigerato governo Monti, quello dei professori con la “P” maiuscola, graditi alla Ue, alla Germania, ai mercati finanziari, alla confindustria nostrana.

Ricordate il famoso titolo del Sole24ore? Il “fate presto” con cui si implorava l’arrivo del salvatore della patria? Bene: dopo 5 anni abbiamo la certezza che Monti ha salvato tutti (Ue, speculatori, grandi banche internazionali) tranne che l’italico stivale.


Secondo Corrado Sforza Fogliani, presidente di Assopopolari, difatti, il grosso delle sofferenze deriva dalla perdita di valore degli immobili per circa 2.000 miliardi di euro dovuti alla folle tassazione attuata dal governo Monti in poi.

Il crollo del settore immobiliare, causato dalla tassazione selvaggia del governo Monti attuata anche, se non soprattutto, per salvare le grandi banche del nord Europa e tedesche in primis (per sua stessa ammissione in una intervista alla cnn “stiamo distruggendo la domanda interna attraverso il consolidamento fiscale”) ha fatto schizzare verso l’alto le sofferenze bancarie.

Come ben evidenziato anche da Matthew Lynn, a differenza della crisi delle banche americane e nord europee (tedesche in primis, sempre loro) dovute a folli speculazioni sugli strumenti derivati, quella italiana è dovuta all’euro ed al fatto che il rapporto di cambio interno tra lira e marco è stato fatto totalmente sbilanciato a favore di quest’ultimo.

Il risultato è che è più conveniente acquistare i prodotti tedeschi che produrli da noi e così le risorse prendono la via dell’estero. Tuttavia una bilancia commerciale dove il piatto delle importazioni pesa molto di più delle esportazioni, è destinata a saltar per aria.

In un sistema efficiente, ci sarebbe una svalutazione della moneta che riequilibrerebbe il tutto, ma in un rapporto di cambi fissi come l’euro ciò è impossibile e quindi l’unica strada percorribile è quella di smettere di importare attraverso la distruzione della ricchezza interna e quindi dei consumi.

Peccato che se la gente non consuma più, non ci sarà lavoro e senza lavoro non si potranno ripagare i mutui od i finanziamenti, siano essi di privati o di aziende, facendo lievitare le sofferenze e travolgendo quindi anche il sistema bancario.

Ecco spiegato perché, oggi, ci ritroviamo con un sistema bancario a forte rischio, mentre era decisamente più in forma degli altri all’inizio della crisi del 2008.

Cosa si dovrebbe fare? Non è difficile, è solo “blasfemo” affermarlo mentre impera la “religione dell’euro”.

Bisogna seguire la via maestra tracciata dal Regno Unito: uscire dalla Ue, buttare a mare l’euro e tornare a battere moneta nazionale con la banca centrale – la vecchia, cara Banca d’Italia – prestatore di ultima istanza (con buona pace del duo Andreatta – Ciampi che sancì il “divorzio” tra Bankitalia e Tesoro).

Fantascienza? No: semplice buon senso ed unica via di salvezza. Qualsiasi altra strada porterà al collasso del sistema economico e sociale del paese, facendo sembrare l’attuale Grecia un paradiso in terra.

Per concludere, proponiamo l’elenco aggiornato delle banche commissariate da Bankitalia:

• Istituto per il credito sportivo

• BCC dell’Irpinia

• Cassa di risparmio di Loreto

• Cassa Rurale di Folgaria

• Banca popolare delle province calabre

• BCC di Cascina

• Banca Brutia

• BCC terre d’Otranto

• GBM Banca

• Gruppo bancario mediterraneo

Se non si interverrà seriamente ponendo fine alla moneta unica, questo elenco diventerà molto, molto più lungo. Occorre dare un segnale forte, ed il primo è quello di votare “NO” ad una riforma della costituzione “suggerita” al governo da JP Morgan, una delle più potenti banche d’affari al mondo, affiancata anche dall’ambasciatore americano a Roma, rispetto il quale Renzi non ha trovato dignità, etica, coraggio e onestà politica per chiederne l’allontanamento dall’Italia per manifeste ingerenze nella vita democratica del Paese.

Luca Campolongo

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