NAPOLITANO, ENNESIMO SCANDALO: VA AL QUIRINALE PER SCROCCARE IL TELEFONO E COSPIRARE CON GLI AMICHETTI MASSONI
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Nel marzo 2016 Giorgio Napolitano organizza un incontro tra il suo successore Sergio Mattarella e Giovanni Bazoli, all’epoca presidente di Intesa e attivo nella battaglia per il controllo del Corriere della Sera. Lo rivela Panorama in edicola oggi, riportando i contenuti di un’intercettazione sull’utenza di Bazoli, indagato nell’inchiesta su Ubi banca. La telefonata parte da un’utenza in uso al Quirinale (Napolitano si era dimesso da due mesi). L’incontro Bazoli-Mattarella avrebbe dovuto affrontare “alcuni argomenti urgenti”, scrive la Guardia di Finanza che riassume la conversazione.
Tra questi argomenti, la lotta per il controllo del Corriere. Scrivono le fiamme gialle: “Napolitano specifica di aver fatto riferimento (con Mattarella, ndr) anche al dialogo di questi anni tra loro (e cioé tra Napolitano e Bazoli, ndr) e prima ancora con Ciampi. Napolitano dice che questi (Mattarella) ha apprezzato, ed ha detto che considera naturale avviare uno stesso tipo di rapporto schietto, informativo e di consiglio. (…) Napolitano dice speriamo bene, anche perché ha sentito fare (riguardo al Corriere) un nome folle, ovvero di quel signore che si occupa o meglio è il factotum de La 7″. Quell’Urbano Cairo che poi le ha messe, le mani sul Corsera.
Dopo la conversazione, il banchiere, passando per la segreteria del Quirinale, fissa un incontro con Mattarella: il faccia a faccia avviene il 27 marzo. Dieci giorni prima, il 17 marzo, l’ex Capo dello Stato è anche oggetto di una conversazione tra Bazoli, azionista del Corsera, e l’allora direttore di Repubblica, Ezio Mauro, la concorrenza: “Se tu lo tieni in mano (il Corsera, ndr) io sono tranquillo”, afferma Mauro. Dunque l’invito a Bazoli a “non lavarsene le mani di queste scelte”. Poi spunta Napolitano: “La situazione ha ancora un margine di incertezza e ti spiegherò se ci vediamo perché, niente, devo vedere Napolitano…insomma, devo, tengo rapporti con lui”.
Sempre lui. Sempre Re Giorgio, che dimostra di avere rapporti consolidatissimi con Bazoli. I due infatti si incontrano al Colle il 13 marzo 2014, quando Napolitano è ancora Capo dello Stato. E ancora, il 15 aprile dello stesso anno, in una telefonata tra il patron di Intesa San Paolo e Gian Maria Gros-Pietro, presidente del consiglio di gestione della stessa banca, Bazoli, notano gli inquirenti, “fa presente che giovedì sarà al Colle per un tema diverso dalle banche”. Tre giorni dopo, sempre al telefono con Gros-Pietro, Bazoli “riferisce di essere stato a Roma e di aver avuto un incontro col Colle ed aggiunge ‘io gli ho chiesto espressamente ed ho avuto da lui l’assicruazione che quantomeno fino alla fine dell’anno lui rimane. Mi pare una notizia molto rassicurante’…”. Le mani di Napolitano, insomma, erano ovunque: Colle, banche, Corriere della Sera.
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