venerdì 2 giugno 2017

OBIETTIVO 1 MILIONE DI CONDIVISIONI: ECCO LA VERGOGNA CHE VI HANNO NASCOSTO SUL 2 GIUGNO

‘La parata del 2 giugno? Lasciamola perdere, ci hanno dimenticati’ Lo sconforto dei sindaci dei paesi terremotati

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La parata del 2 giugno ci costa fino a 2 milioni di euro.
Secondo alcuni in un periodo di crisi questi soldi potrebbero essere usati per disoccupati e terremotati, secondo altri è giusto spendere questa cifra per la nostra festa nazionale.
Ad ogni modo, quel che sorprende è che non tutti la considerano tale: i cittadini hanno sempre meno fiducia nelle istituzioni e le stesse istituzioni si sentono dimenticate.


Molti sindaci dei comuni colpiti dal terremoto, racconta Flavia Amabile su La Stampa, non saranno infatti presenti alla parata militare che si tiene oggi a Roma: il primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falducci, ad esempio, resterà a fare compagnia agli abitanti del suo Paese e non andrà “dove ci hanno dimenticati”, spiega a La Stampa. E come lui tanti altri.
Leggiamo su La Stampa:
“Avrebbe dovuto essere il grande colpo d’occhio dell’Italia unita che prova a risollevarsi dopo il terremoto. Sarà ancora una volta lo specchio di una frattura che non si sanerà facilmente: da un lato i sindaci dell’area del terremoto che hanno deciso di essere presenti e di dialogare con il mondo della politica, dall’altro i sindaci che preferiscono restare a casa.
Ci sarà Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, presente anche al ricevimento ai giardini del Quirinale. Non ci sarà il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci: “Il mio 2 giugno sarà qui, è giusto trascorrere dove le macerie sono ancora intatte la festa della Repubblica, non dove ci hanno dimenticati”.

Ci sarà il sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci, ma non ci sarà quello di Visso, né quello di Camerino, altri due comuni duramente provati dal terremoto. “A Roma? La parata? No, sono andato oggi a Roma per incontri istituzionali, lasciamo perdere le parate”, risponde Gianluca Pasqui che è alle prese con le difficoltà di un grande centro come Camerino dove soltanto da poco hanno iniziato a spostare le macerie”.

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